Ah, che sarà, che sarà...

Ah, che sarà, che sarà
delle nostre speranze di cambiamento,
del fiore che era cresciuto nel cemento,
della mano di un bambino a pelo di fiume
che accoglie cadaveri saponificati e putridume.

Ah, che sarà, che sarà
delle nostre smanie di apparenza,
delle foto di famiglia senza essenza,
dei rapporti calcolati al guadagno,
dei poveri sentimenti masticati,
cicche di gomme che si sciolgono al sole
sotto un banco che vede gambe in fila
orfane d’amore.

Ah, che sarà, che sarà
di tutte le guerre che stiamo finanziando,
di ogni arma che stiamo imbracciando,
della schiavitù d’ufficio che stiamo ingrassando,
di ogni morto lavoratore
che crepa per quattro soldi
mentre si scava la fossa con pala e piccone.

Ah, che sarà, che sarà
della terra che stiamo inquinando,
dei veleni di cui ci stiamo nutrendo,
dei liquami della nostra immondizia,
della nostra misericordia l’avarizia,
dell’isola di plastica che ci separa dai pesci,
del randagismo e degli animali oppressi.

Ah, che sarà, che sarà
del mio cuore che batte troppo veloce e forte,
dei pensieri che volgono alla fine,
dei rapporti che non sentono il bisogno
di corrersi incontro al confine,
dei risentimenti e dell’odio covati in silenzio,
di ogni violenza che dorme nel letto
di un essere umano che brucia assenzio.

Ah, che sarà, che sarà
delle sigarette che ci spegniamo addosso,
di chi sopravvive per strada ad ogni costo,
dei nostri vestiti alla moda
che consumiamo in fretta
per paura che il nostro piccolo mondo imploda,
della verità che soffochiamo tra i denti,
obbedienti, noi gli eterni sorridenti.

Ah, che sarà, che sarà
di queste mie parole impertinenti,
di tutti i fogli che accartocciamo in un cestino,
dell’indifferenza di una carezza mai data,
di questa opinione che mi rotola nella testa
e aspetta di essere colta
dalla tua empatia malgiudicata stolta.