Il giorno in cui ho perso un altro pezzo di me…ma

scritto da Valenzia Di Meo
Scritto 3 mesi fa • Pubblicato 3 mesi fa • Revisionato 3 mesi fa
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Autore del testo Valenzia Di Meo

Testo: Il giorno in cui ho perso un altro pezzo di me…ma
di Valenzia Di Meo

“Il giorno in cui ho perso un altro pezzo di me… ma ho trovato la mia forza”

Martedì 9 settembre è una data che non dimenticherò mai.
Quel giorno mi hanno tolto la tiroide… e con lei, una parte profonda e silenziosa di me.
È difficile spiegare quanto sia stato doloroso e spaventoso accettarlo. Ho provato una paura immensa, paralizzante.Mi hanno già tolto la colicisti nel 2022 ma ammetto che sentire ancora parlare di cisti, tumori,radio etc. mi ha praticamente devastato. 
Non è facile mostrarsi agli altri fragili, vulnerabili, indifesi. Ma oggi, con il cuore in mano, ho deciso di condividere questo momento. Lo faccio per tutte quelle persone che stanno lottando in silenzio, con coraggio invisibile.
Il primo trauma è arrivato con una frase secca, netta, che mi ha tagliato il fiato: l’endocrinologo mi ha detto, senza esitazioni, che era arrivato il momento di rimuovere la tiroide. Non un pezzo, ma l’intera tiroide!
In quel momento, una tempesta di pensieri, paure e domande si è abbattuta su di me.
Ero così sconvolta che, persa nei miei pensieri, ho dimenticato di prolungare il parcheggio per un’ora in più. Quella distrazione mi è costata la prima multa della mia vita. Un dettaglio banale, forse, ma che oggi mi fa sorridere con dolcezza, ripensando a quanto ero confusa e stravolta.
Ma il momento più traumatico, crudo e disarmante è stato l’incontro con il chirurgo.
Seduto, serio, impassibile, dietro la sua scrivania, mi elencava i rischi dell’intervento.
Quando ha pronunciato le parole: “Potresti perdere la voce per sempre”, qualcosa dentro di me si è spento.
Il panico ha preso il sopravvento.
Non ricordo più quasi nulla di quello che ha detto dopo.
Così, confusa, svuotata e spaventata, ho deciso di operarmi… in silenzio.
Non ho detto niente  a nessuno.
Non perché non avessi bisogno di aiuto, ma perché sapevo che bastava una sola parola scoraggiante per farmi cambiare idea.
Ho scelto di affrontare tutto a modo mio, con discrezione, con la mia forza silenziosa.
Eppure, nonostante il silenzio, non sono mai stata sola.
Tante persone, anche senza sapere, mi hanno fatto sentire il loro affetto, il loro calore, la loro presenza.
Ogni messaggio, ogni pensiero, ogni abbraccio — anche da lontano — li ho sentiti forti e chiari nel cuore.
E mi hanno dato il coraggio di andare avanti.
Io, che svengo alla vista del sangue, mi sono ritrovata in ospedale tra flebo, aghi, analisi, punti… e paure.
Eppure ce l’ho fatta.
Devo dire grazie, con tutta me stessa, a chi mi è stato vicino come ha potuto, con una parola, un gesto, una carezza dell’anima.
A chi, invece, sta affrontando qualcosa di simile, voglio dire una sola cosa:
non mollate. Non siete soli.
La salute è il nostro bene più prezioso, e spesso lo capiamo solo quando viene messa alla prova.
Abbiate cura di voi. Abbiate cura del vostro cuore, della vostra voce, della vostra vita.
Io oggi sono qui.
Un po’ più stanca, un po’ più fragile…
Ma anche più forte, più grata e più viva che mai.

Il giorno in cui ho perso un altro pezzo di me…ma testo di Valenzia Di Meo
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