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C’era una donna coi sogni negli occhi,
una stanza dipinta di mare,
poi un uomo col buio tra i denti,
che sapeva soltanto strappare.
C’era una donna coi sogni nascosti,
dietro tende tirate a metà,
con le mani intrecciate al silenzio
e il futuro rimasto di là.
C’era una donna con gli occhi pieni,
di sogni lasciati in disparte,
lui parlava e faceva tempesta,
lei abbassava lo sguardo e recitava la sua parte.
La vedevo passare leggera,
come chi ha imparato a restare,
tra le crepe di un tempo cattivo,
tra le spine che non fanno male.
Ogni volta che rideva davvero,
lui trovava un motivo per urlare,
e quei sogni finivano in tasca,
come lettere mai da spedire.
E nessuno sapeva davvero,
quante notti a tenersi il respiro,
quante volte ha nascosto il veleno
sotto il trucco di un falso sorriso.
Una casa di vetro che taglia
se ci provi a toccarla davvero.
Lei cammina sui cocci scalza
e ride come fossero interi.
Lui prometteva tramonti e tempeste,
con la bocca sporca di fumo,
lei raccoglieva promesse scadute
come fiori lasciati nel fango.
Lui parlava con voce di sabbia,
promettendo castelli nel fumo,
lei rispondeva con sguardi lontani,
sapendo già che non era il suo turno.
Quando c’è lui non può essere niente,
neanche se stessa con me,
trattiene parole e respiri
per non far scoppiare quel re.
E a guardarla mi sembra un riflesso
di qualcosa che avevo già visto,
come un film che conosco a memoria
ma che stavolta riscrivo io.
Sotto la sua pelle qualcosa brillava,
una stella cucita sul cuore,
e ad ogni promessa spezzata
lei cresceva più forte, più fiore.
La vita, lo sai, sa aspettare,
anche quando ti sembra finita,
e nel buio che sembra ingannare
c’era già la sua nuova partenza.
C’è un fuoco che brucia in silenzio,
tra le pieghe di chi non si arrende,
e quel fuoco adesso la guida
oltre i muri, oltre le tende.
E non chiede più scusa a nessuno,
non si piega al rumore del vento,
ogni passo è un giuramento
che fa solo a se stessa, da tempo.
Ora il vetro riflette il mattino,
e nel sole disegna un sentiero,
ha imparato a danzare sui cocci,
e non sanguina più, sul serio.
Non serve vendetta, non serve rumore,
serve solo il coraggio di andare,
e ad ogni passo si scioglie il dolore
come neve che lascia passare il sole.
Basta un passo per ricominciare a sognare.
Basta un passo per ricominciare a vivere.
E arriverà, il giorno che verrà,
con le finestre aperte e l’aria che sa di libertà.
Arriverà, lo senti già cantare,
quel vento che scompiglia i suoi capelli
e la riporta al mare.
E arriverà, il giorno che verrà,
lei lo guarda negli occhi e già sa
che non tornerà più indietro,
perché il futuro, adesso, è suo.
E arriverà, il giorno che verrà,
con le finestre spalancate e il vento che dice:
“Questa vita è tua, nessuno la spegnerà.”
Perché chi nasce col mare negli occhi
non può vivere in una prigione,
e il suo nome lo scriverà il sole…