Una lettera di moltissimi anni addietro.
Carissima ...,
come forse sai, di tanto in tanto, mi ostino a passeggiare per Pavia, nonostante il fatto che questa attività (apparentemente priva di rischio alcuno) mi procuri spesso delle sorprese veramente conturbanti ...
Ieri pomeriggio, ad esempio, mi aggiravo per la città vecchia, allorquando ho scorto un topo, molto grosso, indugiare proprio nel mezzo del vicolo. Non ti nascondo di averlo fissato con un poco di ribrezzo, così ... alla leggera ..., senza minimamente ponderare sulle possibili conseguenze di quel mio gesto ... Non l'avessi mai fatto! L'animaletto, fissandomi con uno sguardo astioso e risentito, mi ha letteralmente investito con i suoi squitii : « Beh, che cosa ha da guardare ? Non ha mai visto un roditore in vita sua? » al che, « Certamente ..., sì ... » tentai vanamente d'obiettare, ma quel forsennato subito m'interruppe: «Pensa che io non l'abbia capito? Lei mi ha fissato proprio con disprezzo, chi si crede d'essere? Dal momento che lei è proprio un classista, sa che cosa le faccio io? Visto che nessuna legge può impedirmi di passeggiare al suo fianco per la pubblica via, mi farò vedere da tutta la città in sua compagnia, insieme alla mia intera famiglia! » e, senza nemmeno lasciarmi il tempo di replicare, con un fischio, richiamò una torma di topi che, convenendo dalle vicine cantine dove si trovava alloggiata, insieme al mio improvvisato interlocutore, si mise a trotterellare disciplinatamente intorno a me, in una formazione dal sapore vagamente militaresco.
Ti lascio immaginare le reazioni della gente che mi scorgeva, così attorniato da quell'insolita scorta: donne che, cercando la salvezza nella fuga, si arrampicavano urlando sui pali della luce, uomini che imprecavano, bambini che si mettevano a piangere per lo spavento (la più originale è stata una suora che, brandendo un crocefisso, si è messa a recitare una giaculatoria che ancora non avevo sentito) ... In poche parole, al solito, la mia innocente passeggiata aveva assunto i connotati di un orripilante accadimento: pensa che un vigile di passaggio mi ha persino elevato una salatissima contravvenzione, eccependomi che i regolamenti di polizia urbana vietano, in maniera assoluta, l'allevamento dei topi e, alle mie obiezioni circa la mera casualità del fatto, ha pure replicato: « Non mi racconti frottole ! Si vede lontano un miglio che sono bestie ammaestrate! Concilia?» .
Già stavo riflettendo a quale stratagemma mai ricorrere, per seminare il mio sgradevole corteggio, allorché la situazione è stata risolta da due ambulanti extracomunitari, in maniera brillante e repentina. Costoro, non appena hanno scorto i miei cinquantaquattro compagni di passeggio (tanti ne aveva contati il vigile urbano, nel suo verbale di contravvenzione), si sono messi a rincorrerli subito per la strada, con lo sguardo sconvolto da un' incontenibile espressione di ghiottoneria. Sono riusciti a catturarne una diecina e, per ringraziarmi, mi hanno obbligato ad accettare un flauto di bambù; mi hanno anche fatto intendere, con gesti e con suoni mozzi, come, con quello strumento, si renda più facile farsi seguire dai topi e, comunque, mi hanno assicurato che, per essere un bianco, ero stato davvero molto bravo e coraggioso ... chi l'avrebbe mai supposto ?
Ora, carissima ..., sono proprio costretto a lasciarti, perché il solo pensiero di quanto potrebbe capitarmi domattina, allorquando uscirò di casa per acquistare il giornale, già letteralmente mi raggela ...
Una lettera di moltissimi anni addietro. testo di Michele 57