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Presagio
Nell’umile silenzio
cinto da siepi d’ossa
il ràbido destino si perse
nel fango della resa.
Il volto puniceo dell’autunno
mi preme sul cuore
ed è presagio di tristezza.
I detriti delle anime abitano
ancora gli spazi aperti.
In geometrie di giardino
perì la fiaba e nacque l’odissea.
Sullo specchio granitico dell’Essere
apparve il cigno dell’ego irrisolto
e l’amaro distillato del tempo
fu il calice della sera.
Elena Piccinini