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E l’acque de lu fiume scorre a vvalle
cantenne la canzone de la vite;
dall’anne pense che me porte a spalle
se quelle che cchiù vale so’ capite.
L’ajje viste ’ncazzate, gonfie e scure
’ngullarse ogne cose a nninde pette,
Madonne che ’mpressione e che paure!
Na volde sistemate ch’è lu lette
e tutte arresce bbelle e cchiù lucente
arrenne la bellezze e la speranze.
Pe’ chi te’ sete sembre na surgente
ch’atturne la freschezze je spalanche.
E quanda me bagnave ’n citelanze
sentive la carezze che me manche.
Celenza sul Trigno, 20 gennaio 2005
TRADUZIONE
Il Trigno
Mentre l’acqua del fiume scorre a valle /cantando la canzone della vita, /dagli anni penso che mi porto a spalla / se quello che più vale ho capito. // Adirato l’ho visto, gonfio e scuro / travolgere ogni cosa avanti a sé, / Madonna che impressione e che paura! /Appena sistemato ch’è il letto //e tutto torna bello e più l ucente /ridona la bellezza e la speranza. /Per chi ha sete sembra una sorgente // che gli spalanca attorno la freschezza. / E quando mi bagnavo da fanciullo / sentivo la carezza che mi manca.