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A letto dopo Carosello
Nota dell'autore: Un mito dimenticato
Una sera di tanti anni fa, al paese, noi bambini giocavamo a nasconderci. Uno di noi, Severino, si nascose così bene che non riuscimmo a trovarlo.
Tutti rincasammo quella sera, meno lui. Più tardi, noi ci siamo sposati, ci siamo sparsi per il mondo, ci siamo offerti al gioco della vita…
E Severino? Non l’ho più visto.
Ma a volte mi piace pensare che, come quel soldato giapponese che se ne stette nascosto vent'anni nella giungla convinto che la guerra durasse ancora, anche Severino sia ancora là, nel cavo di un albero o in un decrepito pollaio, rimasto fedele a quell'antico gioco. E certe notti che non riesco a dormire, me lo immagino lì, che trattiene il respiro, in ascolto, in attesa dei passi di qualcuno di noi che vada a stanarlo… E lo invidio.
Romano Bertola dal libro:
“Le caramelle del diavolo”.
Per non dimenticare un mito, umorista, paroliere, compositore, scrittore. Anni ‘70, oltre mille spot per la TV, tra i ricordi d’infanzia: Brava brava Mariarosa, Mira mira l'Olandesina, Condor, il Gigante Buono, Fiesta ti tenta, tre volte tanto, Miguel il Merendero divennero per noi bambini dei veri tormentoni, oltre le canzoni più famose: Carletto cantata da Corrado, La puntura, cantata da Pippo Franco, l'unico lavoro serio, diciamo per lui, il romanzo La stanza delle mimose nel 1958 segnalato al premio Cesare Pavese dove ottenne un buon consenso da parte della critica, tra sue opere più famose ricordiamo: Tra l'inferno e il paradosso 2005, Includetemi fuori 2003, ed altri romanzi ma la vera genialità di Bertola nel 2012 con il Caro Carosello, in cui racconta la sua esperienza in campo pubblicitario.
"Dopo la pubblicazione del mio romanzo, qualsiasi occupazione mi appariva presuntuosamente poco adatta, ciondolavo per casa tutto il giorno e vagavo la notte.
Un giorno, con ironia, mio padre mi lesse un curioso annuncio
apparso su La Stampa:
“Cercasi intelligenze”.
“Visto che dici sempre di essere un genio, vai, presentati!”.
Superai con estrema facilità il test di ingresso per l’Agenzia ***** ma, mi risultò altrettanto difficile adeguarmi alle regole dell’azienda. Escogitavo ogni pretesto per farmi licenziare. Rincasavo sempre più tardi la notte, mi presentavo sempre più tardi il mattino al lavoro. Otto e mezzo, nove, dieci, undici. Alla fine fui convocato nell'ufficio dello stesso ***** che con voce chioccia osservò:
“Ho l’impressione che lei venga solo qui a trovarci”.
“Eh già, eh già…”.
“Poiché noi siamo un’azienda seria, volevo chiederle: lei ha intenzione di adeguarsi agli orari che facciamo tutti o continuare con questi orari del caz**?”.
“Del caz**!” risposi pronto.
“Bene… ora siamo informati:
io intanto le aumento lo stipendio”.
Romano Bertola morì a Torino nel 2017 all'età di 81 anni, va ricordato come un genio per spiccata ironia e fece centro ad ogni spot, oggi campagne pubblicitarie, multinazionali rese ricche e famose grazie al suo ingegno e il contribuito con la bella e sana scrittura, la passione, la modestia, l'umiltà e la discrezione; lasciare ricordi per inguaribili nostalgici, un pezzo di storia nella mente e tra le mani, il rispetto e la cura come fosse persona cara, “la scrittura,” di colui il quale ha rimboccato con dolcezza le coperte a noi bambini, il sonno più bello…
A letto dopo Carosello.
Grazie, Stefania.