la Speranza

Ogni giorno che passa la mia speranza si affievolisce e si dissolve in un bagno di un sudore sempre più freddo. Non l’ho persa, l’ho solo smarrita. Forse devo solo cercarla un po’ più a fondo di quanto abbia fatto fino ad ora. Ma dove la devo cercare? In camera, nei cassetti, nell’armadio o forse sta nelle mie tasche, ed io non me ne sono neanche accorto. Non c’è. Vi ho già controllato. Continuo a cercare, ma sta per svanire persino il ricordo di ciò che mi è rimasto nella mia mente.
La fisionomia mi diventa oscura ai miei occhi; le sue membra, confuse con tutto il resto del suo corpo; non distinguo neanche più i suoi capelli né il suo naso, le sue labbra né il suo sorriso, le sue orecchie né i suoi occhi. So che ci sono, tutti questi piccoli insignificanti elementi, presi uno per uno, devono solo esser ricollocati nei loro posti giusti, senza sbagliare, ma con il garbo e la cura con cui lo farebbe la stessa speranza che ho smarrito. Ricompongo questo puzzle quasi come fosse un gioco, ma nessuno si rende conto che dentro di me sto soffrendo come un soldato senza la morfina.
Faccio credere che sono forte, che non è successo niente, ma in realtà continuo a pensare a quest’ombra, che davanti ai miei occhi diventa sempre più nera e più scura.
Un buco! Ecco cos’è! Nella mia memoria si è creato un buco che deve essere riempito. Peggio! È un buco nero! Come quello che troviamo nello spazio, dal quale niente e nessuno può sfuggire. E questo buco sta facendo la stessa cosa con me, sta di nuovo risucchiando tutti i miei ricordi, facendomi perdere la gioia di rivederli. Devo fare qualcosa. Devo reagire. Non posso stare fermo e immobile a non fare niente.
E all’improvviso capii che l’unica cosa che potevo fare l’avevo già fatta: avevo già dato tutto me stesso, evidentemente o non bastava o era esageratamente troppo. Fatto sta che mi rimane solo da ricomporre il mio puzzle per continuare a sperare di ritrovare la mia Speranza.