Contenuti per adulti
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Il caffè si fa scuro, eco di un’alba muta, e un pensiero si annoda, radice sconosciuta. La sveglia stride un lamento, strappando veli lievi, e già l’ansia s’infila tra gli interstizi dei brevi momenti di quiete, un’ombra che si distende sul rito consueto che il giorno pretende.
La strada è un fiume grigio di volti indifferenti, ognuno prigioniero di affanni sonnolenti. Un clacson strilla rabbia, un gesto di stizza breve, e in quell’attimo vibra la corda che non deve. Un sorriso forzato, una parola sfuggente, e la maschera cala, fragile e reticente.
Negli uffici ovattati, tra numeri e silenzi, germogliano i sussurri, le piccole violenze. Sguardi che si incrociano, carichi di non detto, un bisogno latente di un cambio di assetto. E la mente divaga, oltre le pareti algide, in un sogno fugace di terre più calde.
Poi la sera che scende, con luci incerte e fioche, e il peso della routine che sulle spalle invoca un riposo negato, una tregua apparente, mentre la televisione vomita la solita minestra deprimente. E un desiderio sordo di rompere gli schemi si fa strada nel cuore, tra antichi teoremi.
Così scorrono i giorni, in un’onda stagnante, dove il confine è labile, la follia un’amante discreta e silenziosa, che s’annida nel banale, un sussurro costante, un’eco micidiale. E ci ritroviamo a volte, con occhi smarriti, a cercare una stridula melodia in questi giorni di ordinaria psycho-follia