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Un foglio bianco col margine rigato
di inutili versi ho appena sporcato,
convinto di scrivere una bella poesia
baciata nel web da commenti fatati,
sorrisi felici ed i pollici alzati
ma che poi non ha letto neppure mia zia.
E mi sento poeta di fama mondiale
che regala parole dal gusto speciale
ma una sillaba stona, ora è sola soletta,
e le rime le lancio di rimbalzo un po’ a caso
per la metrica seguo il mio fiuto di naso
taglio, cucio, ricamo con due colpi d’accetta.
Oh mia bella poesia, un sol giorno di vita
lesta, triste finisci nell'angusta soffitta,
ma son già alla tastiera, ricomincio a rimare,
questa sarà migliore, certamente più nuova,
con ancor più commenti ed i pollici a iosa
ma in un lampo finisce giù nel fondo del mare.
Certo i grandi poeti erano un’ altra cosa,
non sporcavan la carta, non facevano prosa
e nel tempo è rimasto ciò che hanno creato,
versi e rime in eterno, han trovato la gloria
rimanendo scolpiti, li ricordo a memoria,
come i raggi del sole, che la carta han dorato.