Il paese invisibile

scritto da Fresia
Scritto Un mese fa • Pubblicato 6 giorni fa • Revisionato 6 giorni fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di Fresia
Autore del testo Fresia
Immagine di Fresia
Terzo racconto del mese dedicato ai bambini. Spero che questa fiaba natalizia possa piacere.
- Nota dell'autore Fresia

Testo: Il paese invisibile
di Fresia

IL PAESE INVISIBILE 

C’era una volta un paese molto bello e speciale dove tutte le persone vivevano serenamente.  
Il periodo più amato dagli abitanti del villaggio era quello natalizio. Tutti si sentivano euforici e più gioiosi del solito, decoravano case, giardini e vie e i bambini scrivevano tante lettere a Babbo Natale che, ogni anno, portava loro i doni che desideravano.  
Ma un giorno, in quel paese arrivò una splendida maga dai lunghi capelli color dell’oro.
Nonostante fosse una donna bellissima, la maga non conosceva la bontà e la gentilezza e, vedendo la felicità degli abitanti, provò molta invidia e una irrefrenabile voglia di distruggerla.

Con la sua magia rese il paese invisibile e, non abbastanza soddisfatta, pensò di cancellare la primavera, l’estate e l’inverno. Delle quattro stagioni rimase solo l’autunno, ma non quel periodo meraviglioso con le foglie variopinte, in cui si raccolgono mele, pere, uva, noci, castagne... Restò solamente il momento in cui gli alberi appaiono completamente spogli e in cui la nebbia avvolge tutto, colorando il cielo di grigio.  
Ormai non sbocciavano più i fiori, le piante non mettevano più le nuove foglie, non si vedevano i buoni frutti  della terra crescere e maturare sugli alberi e nei campi e coltivare era possibile solo nelle grandi serre che gli abitanti avevano dovuto costruire in fretta e furia. Inoltre, quando arrivava il Natale, non nevicava più. Tutti erano tristi per quella situazione, ma i bambini continuavano ugualmente a scrivere le loro lettere a Babbo Natale. Purtroppo, non gli arrivavano mai, perché la maga le faceva sparire. 

Le cose andarono così per alcuni anni e Babbo Natale, che non  capiva proprio perché da quel paese non arrivasse nemmeno una letterina, decise di mandare alcuni elfi a controllare cosa stesse succedendo.  Al loro ritorno, i suoi fedele aiutanti gli dissero che il paese non c’era più.   
Il buon vecchio non ci voleva credere e provò più volte ad usare il suo computer per vedere se il villaggo fosse stato distrutto da un terremoto o da qualche altro disastro, ma non trovò nessuna notizia del genere. Non poteva sapere ciò che la perfida maga aveva combinato, perché dell' accaduto non si parlava da nessuna parte.  
“Ci deve pur essere un modo per scoprire cosa è successo”, disse Babbo Natale e partì con la sua slitta per andare a vedere di persona. Ma anche lui, come gli elfi, non vide proprio nulla dove una volta c’era il paese e dovette tornare al Polo Nord senza aver risolto il mistero.

Intanto, nel villaggio invisibile, i bambini erano sempre più avviliti perché ormai erano convinti che Babbo Natale non sarebbe arrivato mai più da loro con i suoi doni.  “E' inutile scrivere ancora letterine”, disse una bambina che si chiamava Clara.
 “Babbo Natale si è dimenticato di noi”, aggiunse il suo amico Erik e tutti erano pienamente d'accordo con lui.
“Capisco il vostro dispiacere per la mancanza dei regali”, disse Alfred, “ma secondo me, se ci pensate bene, ci sono cose che ci mancano molto di più”.  
I bambini si guardarono negli occhi, ci pensarono un pochino e poi  esclamarono: “ Hai ragione! Ci mancano soprattutto i fiori, il cielo azzurro e l' erba verde, le farfalle, gli alberi carichi di foglie e frutti e ci manca tanto la neve che rende bianco e allegro il Natale. Queste sono le cose di cui sentiamo davvero la mancanza!".
“Sono contento che lo abbiate capito”, disse Alfred, “ è inutile mandare delle lettere a Babbo Natale perché, per colpa della maga, di certo non gli arrivano più. Ma forse c’è un modo per fargli sapere il nostro grande desiderio”.
Alfred disse che avrebbero dovuto tenersi tutti per mano e urlare a gran voce quanto si sentissero tristi.  E così fecero. 
Dissero a Babbo Natale che un mondo con un' unica grigia stagione non era né bello 
né normale e che desideravano con tutto il cuore che le altre stagioni tornassero come accadeva prima e che, nel periodo invernale, la neve imbiancasse i prati, i giardini e i boschi per potersi  divertire come un tempo, costruendo pupazzi e e scivolando con gli sci e le slitte lungo i pendii.

E le loro voci, trasportate dal vento, arrivarono fino al Polo Nord. “Ma allora il paese c’è ancora!”, esclamò Babbo Natale sentendole.
“Che gioia saperlo e sapere che i bambini credono ancora in me. Qui c'è di mezzo un terribile incantesimo, ne sono certo, ma forse posso risolvere la situazione".
 

Così, egli partì con la sua la slitta, portando con sé  una piccola scatola dal magico contenuto, che fece cadere proprio nel punto in cui si trovava il villaggio. Non lo poteva vedere, ma ora sapeva che era ancora lì, dove era sempre stato ed era certo che qualcuno, prima o poi, avrebbe trovato la scatolina.
Infatti, cadde proprio ai piedi di Alfred, che la raccolse  incuriosito. “Sembra piovuta dal cielo”, disse, “chissà che cosa contiene...".
Quando il bambino aprì la scatola, vide qualcosa che luccicava. “Un fiocco di neve di cristallo!”, esclamò stupito.
Gli altri lo raggiunsero e rimasero a bocca aperta nel vedere quell' oggetto davvero stupendo.
“Come sarà arrivato fin qui?”, chiese Clara. “Forse è  un inganno della maga”, disse Erik, “meglio fare attenzione”. 
Ad un tratto, mentre i bambini guardavano il cristallo che brillava, Alfred alzò gli occhi verso l'alto. “Nevica!", gridò pieno di gioia. 
In men che non si dica, il paese cominciò a coprirsi di neve e tutti si sentivano immensamente felici. 
La maga provò a fermare i fiocchi che cadevano lievi, volteggiando nell'aria, ma contro la magia di Babbo Natale non poteva fare proprio nulla. L’incantesimo ormai si era spezzato e anche il velo di nebbia grigia, che aveva nascosto il paese, sparì. 
Ora si poteva festeggiare di nuovo un bianco Natale e con il cuore pieno di speranza per il futuro. Probabilmente, dopo l’inverno sarebbero tornati di nuovo i fiori della primavera e tutte le belle cose che la natura regala nelle altre stagioni. 
“Babbo Natale ha esaudito il nostro desiderio!", dicevano i bambini soddisfatti, ma il buon vecchio, pur non avendo ricevuto le letterine che la maga aveva distrutto, portò loro anche tanti bellissimi regali.
Fu una festa speciale quella e impossibile da dimenticare.
 

Quando l’inverno finì, tornarono una fiorita primavera, una calda estate, un bellissimo autunno colorato e  poi di nuovo una stagione invernale con tanta candida neve per poter festeggiare in allegria un meraviglioso Natale.   

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

Il paese invisibile testo di Fresia
24

Suggeriti da Fresia


Alcuni articoli dal suo scaffale
Vai allo scaffale di Fresia