Il cane che voleva diventare una renna

scritto da Fresia
Scritto 26 giorni fa • Pubblicato 24 ore fa • Revisionato 24 ore fa
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Eccomi di nuovo con un racconto dedicato ai bambini. E' una semplicissima favola natalizia, ma credo che la morale possa valere un po' per tutti.
- Nota dell'autore Fresia

Testo: Il cane che voleva diventare una renna
di Fresia

 IL CANE CHE VOLEVA DIVENTARE UNA RENNA

C’ era una volta un cagnolino che aveva un grande desiderio: diventare una renna per aiutare Babbo Natale a consegnare i regali durante la notte più magica dell'anno. 

“Tu non sarai mai una renna", gli diceva sempre il suo amico gatto, “al massimo potresti essere un cane da slitta, ma sei troppo piccolo e non sei abbastanza forte!”. 

In cuor suo, il cagnolino sapeva  benissimo che il gatto aveva ragione. Le renne e i cani da slitta, oltre ad essere molto più grandi di lui, erano abituati a sopportare il gelo del Polo Nord, mentre lui, appena nevicava un po', batteva i denti per il  freddo e correva ad accucciarsi accanto al fuoco. Come avrebbe potuto trainare la slitta di Babbo Natale! 

Un mattino di dicembre, quando mancava davvero poco alla notte della Vigilia, cominciò a nevicare. Soffiava un vento gelido che faceva turbinare nell'aria i fiocchi di neve, ma il cagnolino decise di andare da solo nel bosco, perché voleva dimostrare a tutti che era capace di resistere. Tremava moltissimo, tuttavia non voleva proprio saperne di tornare indietro.  

Trovò un posticino sotto un grande abete, dove i rami avevano impedito alla neve di ricoprire il terreno. Lì, almeno, si stava un pochino meglio.
Le ore passavano e, ad un certo punto, l'animale sentì che le sue palpebre si stavano facendo pesanti. Era davvero molto stanco e si addormentò profondamente.
Mentre dormiva sotto l'albero, sognò che si trovava al Polo Nord, proprio nella stalla delle renne di Babbo Natale e cominciò a parlare nel sonno del suo grande desiderio. 
Alcuni pettirossi, che passavano di lì, si fermarono ad ascoltare e decisero di fare qualcosa per aiutare quel simpatico cagnolino. “Svegliati...”, gli dissero, solleticandolo con i loro piccoli becchi, “se vuoi possiamo aiutarti ad assomigliare a Rudolph, la renna dal naso rosso che sta per prima davanti alla slitta di Babbo Natale.”
 Il cane era felicissimo!
“Strofina il tuo naso nero sul nostro petto”, gli suggerirono gli uccellini, “vedrai che diventerà uguale a quello di Rudolph”. 
Il cagnolino fece quello che gli era stato detto e, in men che non si dica, il suo naso diventò di un bel colore rosso brillante.
C’era, però, un altro problema: aveva bisogno delle corna.
I pettirossi gli dissero che ci avrebbero pensato loro. Volarono di qua e di là nel bosco, finché non trovarono un ramo che assomigliava proprio alle corna di una renna.
Il cane se lo mise in testa e, finalmente, si sentì davvero soddisfatto di quella trasformazione.
Dopo aver ringraziato i pettirossi, si diresse verso casa tutto contento.
 

Appena il gatto lo vide cominciò a ridere a crepapelle e lo stesso fecero il gallo, le galline, le anatre e i bambini che stavano giocando con la neve. “Come sei buffo!”, gli dicevano tutti. 
Poi alcuni ragazzini lo presero e lo attaccarono ad una slitta. Uno di loro si mise in testa un cappello da Babbo Natale, prese un grosso sacco e si mise a sedere su quella slitta,
incitando l'animale a trainarla nella neve.
Il cagnolino, che era piccino, faceva tanta fatica, ma non voleva mostrarsi debole e impaurito perché di sicuro lo avrebbero preso in giro ancora e ancora.
Ad un certo punto, però, sentì che le sue zampette non ce la facevano proprio
più ad andare avanti e si sdraiò  stremato nella neve.
Tutti cominciarono a ridere a più non posso e a 
dire che un cane che voleva fare la renna era veramente ridicolo e sciocco.

Improvvisamente, il cagnolino non sentì più il rumore delle risate. Si guardò intorno un po' confuso e si rese conto che era ancora nel bosco, sotto il grande abete. 
“Allora ho sognato tutto!”, esclamò sollevato. 
Con il musetto spostò i rami dell'albero e si mise a trotterellare nella neve per tornare a casa. 
Strada facendo, iniziò a pensare
che era amico di tutti gli animali della fattoria, che adulti e bambini gli volevano bene e che si divertiva tanto a giocare con loro. Non c’era proprio bisogno di assomigliare a qualcun altro per essere felici. 
Il giorno di
Natale, il piccolo animale ricevette una pallina di gomma, una bellissima cuccia nuova e tantissime carezze. 
“Come sono fortunato!”, pensò e si convinse del tutto che, per stare bene, non si doveva per forza desiderare di essere diversi.
E infatti, da allora, il cagnolino visse per sempre sereno e contento in quella casa dove era amato da tutti.

Il cane che voleva diventare una renna testo di Fresia
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