Manuale di riciclaggio cosmico

scritto da sarrasani
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Testo: Manuale di riciclaggio cosmico
di sarrasani

Manuale di Riciclaggio Cosmico per Poeti Sognanti


Mio calice di cristallo, che all'amor s'inchina,
serve a brindar con te, oh mia dolce collina (di gioia!),
ma anche a raccoglier rugiada per fate mattiniere,
o a misurar la polvere di stelle sulle tue chimere.
La rosa nel giardino, profumata e altera,
serve a donar bellezza, in una lieta sera,
ma anche a far da microfono per canzoni di grilli innamorati,
o a tinger l'alba di sfumature, per cieli delicati.

E la nonnina, che con occhialetto osserva il fiore,
serve a raccontar storie, con antico candore,
ma anche a far da faro per navicelle di gnomi viaggiatori,
o a interpretare i geroglifici sui gusci dei castori sognatori.

Un libro sulla mensola, polveroso e saggio,
serve a nutrir la mente, offrire un buon appoggio,
ma anche a far da trampolino per sogni ad occhi aperti,
o a pressare quadrifogli trovati in mondi deserti.

E il quadrifoglio, prezioso e un po' stilizzato,
serve da portafortuna, mai troppo elogiato,
ma anche a diventar costellazione per formiche astronome,
o a far da paracadute per gocce di pioggia un po' autonome.

Il soffice gattone, che ronfa maestoso,
serve a donar calore, un conforto prezioso,
ma anche a captar frequenze di universi paralleli,
(messaggi intergalattici, sussurrati tra i suoi peli!).

E il tetto, lievemente inclinato dai venti eruditi,
serve a coprir la casa, da eventi sgraditi,
ma anche a far da pista d'atterraggio per nuvole passeggere,
o a ospitare concerti di silenzi, con bacchette leggere.
La luna, ispiratrice di sospiri e amori,
serve a illuminar sentieri, tra notturni bagliori,
ma anche a far da specchio per vanitosi asteroidi,
o a far da gigantesco yo-yo per titani giocherelloidi.

E lo yo-yo cosmico, roteante con aria da intenditore,
serve a modular le maree, con celeste rigore,
ma anche a caricare orologi a pendolo su pianeti lontani,
guidati da esseri di pura luce con tentacoli sovrumani.
Un semaforo all'incrocio, con luci rosse e verdi,
serve a orchestrare il traffico, così che non ti sperdi,
ma anche a trasmettere in codice Morse sonetti d'amore ai lampioni,
e poi vedere se rispondono con scariche di pure emozioni.

E il lampione, che palpita con luce un po' commossa,
serve a rischiarar le strade, quando la notte è scossa,
ma anche a far da trespolo per gufi filosofi in meditazione,
o a coltivare muschio luminescente per la prossima generazione.
La gravità, quel laccio che ci tiene ben ancorati,
serve a non volar via, come pensieri alati,
ma anche a dare forma alle lacrime delle comete,
o a scolpire canyon su mondi con pazienze segrete.

E il canyon, sinuoso e un po' insicuro,
serve a riecheggiar canti, con un timbro puro,
ma anche a far da scivolo per arcobaleni impazienti,
o a nascondere tesori di idee mai nate e iridescenti.
Il buco nero, aspiratore di stelle e nebulose,
serve a studiar l'universo, tra ipotesi radiose,
ma anche a riciclare sogni dimenticati (vedi punto due, la rosa?),
o a giocarci a nascondino con singolarità in posa.

E la singolarità, concentrata in modo un po' grossolano,
serve a stupir gli scienziati, col suo fare arcano,
ma anche a far da seme per un nuovo universo in germoglio,
o a contenere un Big Bang in miniatura, oltre ogni scoglio.

Quel Big Bang tascabile, con le sue scintille e un glitch un po' farlocco,
serve a generare multiversi come pop-corn, che non è poco,
ma anche a creare casualmente origami di spazio-tempo,
con pieghe che celano l'equazione dell'eterno passatempo.

Un calzino spaiato, mistero del bucato,
serve a ricordar l'altro, disperso e sfortunato,
ma anche a far da bozzolo per farfalle di pura immaginazione,
o a costruirci un pupazzo narratore, con magica inflessione.

E il pupazzo narratore, dall'aura un po' sognante,
serve a incantar i bambini, o l'adulto esitante,
ma anche a far da portavoce per costellazioni timide,
che vogliono esprimere desideri attraverso le sue iridi limpide.

E una costellazione timida, che brilla un po' impacciata,
serve a guidare i poeti, se la via è ingarbugliata,
ma anche a fare il solletico ai giganti gassosi, se si senton tristi,
o a ospitare un torneo di briscola per spiriti previsti!

Questi spiriti, col loro torneo astrale e un po' etereo,
servono a disquisire se l'infinito sia frazionario o intero, per puro mistero,
ma anche a tessere arazzi di luce con fili di comete, così vasti e decorati,
da avvolgere la notte in un manto di sogni, per sempre stellati.

E un sogno così avvolto, che danza tra l'essere e il non apparire,
serve a ispirare albe nuove, per farci gioire,
ma anche a far da password per accedere a un database onirico,
che archivia le risate dei bambini e il canto di un passero lirico.

E il database onirico, col suo fruscio digitale e un po' arcano,
serve a catalogare emozioni per un ipotetico essere sovrumano,
ma anche a generare sinfonie di pura casualità armonica,
che fanno vibrare i quark fino a farli entrare in una dimensione chimerica!
Ed ora, vita mia, con l'anima che gioca e il senno in vacanza serena,
questa nostra esistenza, così lieve e un po' scena,
serve a vivere intensi, tra sorrisi e stupori leggeri,
ma anche a domandarsi: è logico, o son pensieri stranieri,

voler per ogni cosa un altro, un terzo, un uso sopra le righe,
o dovremmo forse accogliere, senza più patemi o brighe,
la pura meraviglia di un cosmo che in sé già contiene ogni scopo,
e ridere se il tamburo, percosso da un soffio di vento da un estatico topo,
non genera portali, ma solo un "dum dum" assai gaio e rotondo,
invitandoci a ballare nel qui e ora, finché non gira il mondo,
e a chiederci se il giro del mondo sia per inerzia, o se un cherubino distratto
abbia inciampato nel meccanismo, cercando il suo gatto? E se il gatto ora stia scrivendo la prossima strofa,
solo per dimostrare che il caos è la più sublime delle stoffe?

Manuale di riciclaggio cosmico testo di sarrasani
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