Nei giardini che nessuno sa

Gelido giorno,
nei
“giardini che nessuno sa”
anche da fuori si sentono i lamenti.
Quanto dolore fra queste mura.
Se il vento capisse il senso di quel che ascolta
sicuramente smetterebbe di soffiare.


Al centro di una stanza,
fredda e buia,
ti ho trovata
sporca e rannicchiata.
Dondolavi su te stessa
per scaldarti.
Quando la mia mano
ti ha lambito,
hai urlato.
Con gli occhi sbarrati
mi hai guardato.
Sembravi un cucciolo smarrito;
però hai notato il mio sorriso,
non c’era cattiveria sul mio viso
e lentamente i tuoi occhi son cambiati.
Forse un ricordo ti ha sfiorato
perché gocce amare son salite
e un rantolo è uscito dalla gola.
Di fronte a te mi sono inginocchiata
ti ho stretto forte al cuore,
ti ho cullata,
e tu...
dolcemente ti sei assopita.