Io e mio fratello non siamo mai andati d'accordo. Mai.
Se mi chiedete perché, vi rispondo non lo so. Non siamo mai andati d'accordo, non ci siamo mai piaciuti o sopportati più di tanto, Vi sembrerà strano, ma è così. Siamo molto vicini; ci separano solamente un anno e sei mesi. Lui è più grande.
Siamo praticamente quasi cresciuti insieme ma, come ho già detto non ci siamo mai sopportati.
Da piccoli giocavamo raramente insieme. Ci punzecchiavamo continuamente ma credo sia normale fra fratelli. Più grandi diventavamo e meno ci sopportavamo. Erano sempre litigate, botte, spintoni, continuamente. Erano pochissime e molto rare le volte in cui andavamo d'accordo, anche se devo ammettere di non averne molta memoria.
Non mi vergogno di ammettere che spesso ho provato odio verso di lui, verso il suo modo di trattarmi, di rivolgersi a me con sgarbo, sbuffando e arrabbiandosi. Quanti pugni e insulti gratuiti mi ha dato, invece di consolarmi quando a scuola venivo preso in giro. Mai ricordo una carezza, un sorriso, una parola di conforto, una risata insieme. Spesso avevo paura di chiedergli qualcosa; mi rispondeva sempre in malo modo, umiliandomi, spintonandomi, dicendomi di andare via, dicendomi che io gli devo solo fastidio.
Quante volte ho visto i miei genitori stare male. Ho visto mio padre arrabbiarsi e mia madre piangere per il rapporto che abbiamo. Non sanno spiegarsi il perché e nemmeno io me lo so spiegare. È sempre stato così. Non credo ci sia una ragione, ma, qualunque essa sia, ho smesso di cercarla e ho anche smesso di starci male. Troppe lacrime sprecate, troppi pugni dati al muro, troppa rabbia indirizzata male. Basta, tutto inutile e tutto sprecato. Le poche volte che ho provato ad instaurare un rapporto con lui ci ho rimediato solamente insulti. Allora vattene al diavolo.
Quando ho iniziato l'università e quindi me ne sono andato di casa ero contento di non vederlo, di non sentirlo. Ero persino contento di condividere la camera con uno sconosciuto pur di non doverla dividere con lui. Quelle poche volte che tornavo il fine settimana, le nostre conversazioni si limitavano al semplice "Ciao" e niente di più. Non mi ha mai chiesto se mi quello che stavo studiando mi piacesse o se mi trovavo bene in un ambiente completamente diverso. Potevo essere felice triste, sconsolato, amareggiato, arrabbiato, schifato, ansioso, contento. A lui non importava.
Era come se fossi invisibile, insignificante. Per lui, ero e sono nulla. Ho dunque iniziato a fregarmene. Ho capito quanto veramente non gli importasse quando ho accettato il mio precedente lavoro all'estero. Non mi ha mai scritto un messaggio ne mai fatto una chiamata per chiedermi come stavo in un paese nuovo. Non mi ha mai chiesto se il lavoro mi piaceva, se avevo fatto amicizia o se mi ero integrato. Niente di niente. Il nulla.
Tramite alcuni amici sono venuto a sapere che parla molto bene di me e che si interessa di come mi vadano le cose, ma allora perché non viene a chiederlo direttamente a me? Perché non prende quel maledetto telefono e mi chiama? Perché, quando sono in Italia, non mi chiede mai di andare a prendere un caffè io e lui da soli? Perché, quando vengo a trovare i miei genitori, dobbiamo vivere come due coinquilini che non si sopportano? Perché?
Non capisco che cosa gli ho fatto. Quale sfregio, sgarbo, scorno o altro può giustificare un comportamento del genere? Siamo due persone caratterialmente diverse (molte persone non credevano nemmeno che fossimo fratelli) ma non per questo dobbiamo odiarci.
In questi giorni che sono stato qui in Italia (presto dovrò ripartire) non mi ha mai chiesto niente della mia vita. Io ho provato a chiedergli qualcosa riguardo il tirocinio che sta facendo ma a nessuno piace parlare con una persona che risponde a monosillabi.
Ho deciso di rinunciare. Non vorrò più sapere niente di lui, di quello che fa, delle sue relazioni, delle sue delusioni. Non ne vale la pena. Non voglio essere il fratello di qualcuno che non mi considera tale. Non voglio essere trattato male solo perché, naturalmente, provo ad instaurare un rapporto con una persona nata dai miei stessi genitori. Ho capito, purtroppo, che i parenti non si scelgono e ho anche capito che un fratello può essere di sangue ma non di cuore. Abbiamo lo stesso sangue, ma il mio cuore non lo merita.
Spero che voi possiate trovare sempre la persona, uomo o donna, fratello, sorella, genitore o amico che possa scaldarvi il cuore e farvi sentire speciale. Non sempre il sangue porta con sé l'affetto.
Con tanto affetto, miei cari Lettori.
A.
Amore fraterno testo di Andrew