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Vicino a me, alla stessa tavolata
del battesimo d’un comun nipote
c’era un cugin di più giovane annata,
uom di fede, tal quale un sacerdote,
di quei che tra i fedeli il più bigotto
pareva, bacchettone integralista
di visioni e miracoli assai ghiotto,
mentr’io ateo e pur relativista
esibivo la laica mia cultura
e, sia pur con allegra simpatia,
di bibbia e vangel scettica lettura
offrivo a conviviale compagnia,
mostrando error in ogni sua ragione
sicché, mancando d’argomenti forti,
s’accaniva a parlar di punizione
ch’ai senza dio spettava dopo morti.
Tra astanti divertiti infin stremato
mi disse ch’ero Satana in persona,
ché Satana non è il raffigurato
che della dannazion terror sprigiona
con corna, coda e zoccoli di porco
ma quel d’intellettual sofisticato
che d’argomenti suoi fa gioco sporco
insinuando teoremi del peccato,
tentatore gradevole e discreto.
Ammetto che pur lui fu divertente,
col suo Satana tra serio e faceto,
ch’esorcismo è miglior se sorridente.
Ma voi che mi leggete da qualch’anno,
del Maligno vi sembro uno scudiero?
All’anime son un che reca danno?
In breve vi riassumo il mio pensiero:
Credo non ci sia vita oltre la morte,
che l’anima sia sol la nostra mente,
credo solo nel caso e nella sorte,
e che Dio sia del mondo il grande assente
pensato, sin dal tempo più remoto,
dal sapiens, tra i primati il più evoluto,
per dar senso al suo senso dell’ignoto,
ch’oggi il Nume divien dell’Assoluto. (1)
(1) Inteso come superamento d’ogni dimensione spaziotemporale, oltre la stessa fisica subatomica. Mi riferisco al recentissimo “581. La Rivolta del Terzo Incòmodo” dell’autore Dantaligo (testo e commenti).
(Sisifo Gioioso, 16.09.2025)