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Così strana è questa patologia,
ti prende, ti lascia, ti alza e ti scaraventa.
Ti chiama, ti cerca e poi sparisce
Ti vuole, ti desidera e poi ti insulta.
Bussa alla tua porta,
ma se non apri
La butta giù a calci,
Se la ignori, ti sovrasta
Può sembrarti amica,
Può farti credere di essere la tua fonte di gioia,
Ma, a volte, è davvero così estenuante,
Subito ti chiede qualcosa indietro
Però io la capisco, e ne sono dispiaciuta
Me la immagino come un esserino fragile
Che naviga nei cassetti del cervello in cerca della sua casa,
E invece tutti noi la scacciamo, con pastiglie che ingoiamo
