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Lo Stato è un grande occhio di vetro,
vede tutto, dice poco.
Ti offre una mano,
ma nell’altra stringe le catene.
“Pagherai”, dice.
“Per le strade che calpesti,
per i libri che leggi,
per il sole che ti scalda.”
Ti dà una casa,
ma non ne possiede le chiavi.
Ti dona pace,
ma ti addestra alla guerra.
Chi costruisce i ponti,
chi semina i campi,
chi tiene le mani sporche di fatica?
Non lo Stato.
Eppure festeggia,
brinda nei palazzi di marmo.
La sua voce è un bando,
il suo sguardo un giudizio.
Ma ricordati:
uno Stato si regge su gambe umane.
Quando il popolo si ferma,
anche l’occhio di vetro cade e si frantuma.