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Del canto cessato è l’arcano idioma,
Non giunge alle staffe il bramato suono;
Non coglie orecchio l’estetico tono,
Muta è la minima e pure la croma.
Strappato da dentro m’è ogni rizoma
Ch’in fusto sbocciava col suo frastuono,
Ed or rarefatto più che l’ozono
Fugge il sentir, come vita da automa.
Muti son gli archi, silenti gli ottoni
Di quella che un dì vivace fu orchestra,
Ma secche ormai già son le fienagioni
E l’arte tutta ritorna maldestra;
Fredde le stanze e i marmorei veroni
Attendono te e tua feral balestra.