Pensieri… graffianti
” Ora si che si sta bene, si respira, finalmente. Questo fresco profumo di mare lo adoro, tutto ciò che mi ci vuole dopo una notte caldissima, senza respiro. Vorrei dormire, visto la veglia forzata fino a tarda ora; amo crogiolarmi in questa dolcezza mattutina, tenere gli occhi chiusi e sognare un po’. E già vedo palme e freschezze di ogni genere ed io a godermela spaparanzata da qualche parte. Mmm!... Tra un pò incalzerà di nuovo il fuoco di quest’estate africana, lo so, e dovrò dire addio al mio sognare… Non vorrei ma devo, devo alzarmi, già mi solletica quest’arietta che arriva dal balcone, meglio vada a prendere posizione da un’altra parte per goderla, finchè dura. Oh si, ora apro gli occhi, bisogna che lo faccia! Ma no, resto un altro po’ e poi mi tiro su. Mmm!... Spero sia buona questa giornata, priva di ogni che di irritante.
E va bene, diamoci una mossa cara mia, il giorno inizia davvero, tirati su. Oplà!... Ah, ecco, ti pareva. Sgradita sorpresa, grrrrr, lo immaginavo. Eccolo lì, un perfetto imbambolato che da tale mi fissa, chissà da quando. Chi? Eh, lo so io chi! Ma oggi lo aggiusto io, gli darò quel che serve.
Mi stiracchio e mi struscio sul letto, in tutta la mia lunghezza mentre lui, spaparanzato sulla poltrona di lato al balcone, continua a guardare, ammiccando. E lo fa in modo insistente e con l’occhio smorto che sembra un pesce lesso, beh, più che lesso o smorto, direi languido. Vorrebbe, e dovrebbe, farmi gola secondo lui, bah! Invece mi ricompongo e mi giro dall’altra parte, lo ignoro.
Che fa mugula? Mugolii che aumentano la mia stizza, sono quasi infastidita: se ti guardo pressappoco ti fulmino, giuro. Guardatelo!... Espressione da ebete dipinta su quei baffi che tanto va ostentando, vuol farsi bello agli occhi miei: ma lo fa con tutte, il suo è un vizio da maschio. Maschio, bah! Mmm!… comincia a far caldo, forse sarà la mia ansia o questa sua sgradita vicinanza, che mi manda il sangue in subbuglio. No, non vorrei malintesi, per cui precisiamo: non dicevo in quel senso, ma tutt’altro. Infatti , quel tipo lì, mi manda in bestia, ecco.
Nooo! Guarda, stamattina non ho voglia di parlare: bocca chiusa e penso, sfogo la mia rabbia, meglio un monologo silenzioso che perdere parole con te, sarebbe come sprecarle. E poi, non voglio arrabbiarmi ancora, altrimenti mi agito e, con questo caldo, proprio non è il caso. D’altra parte, a cosa varrebbe? Fa caldo, appunto, sono già stanca anche solo a guardarti, tu fai il sordo e il cieco, quindi ho detto tutto.
Qualcuno è già in cucina? Mmm, odore invitante di caffè, anche se non fa per me: ecco, ho deciso, mi alzo. Si, tu aspetta lì che ora ti do un benservito: io, femmina maliarda su cui non devi osare ma solo leccarti i baffi, da lontano però! Faccio il giro della stanza, va, pur di non passarti accanto. Sicuramente stai appiccicando i tuoi occhi su di me, ti faccio rabbia, lo so, sospiri e sbavi. Allora ancheggio, va bene? Metto tutto il mio charme nell’andatura, per risultare sensuale, so già che pensi a questo e ti confesso che lo faccio apposta, ne godo, ti rimbocco la rabbia che dai a me. E faccio anche in modo da scuotere i miei odori, per te che vai annusando la mia aria. Ecco ti sta proprio bene, ora altro che sbavare! Non sono merce per te, ricordalo!
Caspita, felino mi ha raggiunta! Che fa spinge la porta per aprirla? Sembra proprio un guardaporte appiccicoso e lecca… beh, diciamo invadente e un po’ insolente: si addicono di più queste espressioni ad una signora come me. Ma guardati, sei ridicolo. Ti avverto che oggi gira male, caro mio.
E stai attento, non vedi che quasi mi sfiora il tuo corpo villoso? Questo mi urta e non poco. Attento!
-- Via!!...Miaaooo!... fa caldo, non sopporto sfioramenti. --
“Ecco, solo un urlo per mostrarti i miei artigli, ora taccio ma ti tengo d’occhio, sia chiaro.
Faccio un giro in cucina, è meglio, per un “buongiorno” frettoloso, beh, semmai si accorgessero di me. Questi due neanche mi vedono, stamattina. Eh beh, stanotte...! Ora guardateli, i piccioncini: miele, coccole e sguardi languidi. Ah, l’amour, l’amour, ma come si fa con questo caldo?!. Certo, lui è un bel pezzo da novanta, lei bella da invidia. Un corpicino da passerella, è tutta bella liscia ed abbronzata, senza mai un pelo superfluo: che rabbia, però! Forse sono un po’ ingrassata, ultimamente. Dovrei essere più attiva, dovrei muovermi di più; certo, sicuramente dovrei: ma ora con questo caldo, fossi matta! Ma no, quante storie, è la materia prima che manca, niente maschioni, tutti rammolliti, solo bavosi: non ci sono stimoli, non è colpa mia. Nooo!...
E tu cosa guardi, stupido, a chi sorridi? Mah! Potessi capire ed intendere che parlo anche di te.
Ehi, voi lassù, mi guardate solo un attimo? Si, macchè, buonanotte! Altro che lassù, oltre le nuvole sono questi due! Basta, non insisto, al momento rinuncio, farò colazione dopo, ora vado in giardino. Voi fate pure, continuate con le vostre coccole: eh, ma le mie, per me niente carezze stamattina?! Vabbè, au revoir!
Oh, ecco la solita sdraio sotto l’albero d’olivo, ci speravo: mi ci tuffo, mi sento già fiacca.
Uffa, che caldo! Approfitterò di questa brezza mattutina per rifarmi un po’ le unghie: con quest’afa mi risulta noioso, come un gran da fare.
Cos’è questo fruscìo? Che fa mi segue? Mi segue, si, ti pareva: si atteggia ad angelo custode. Mmm!... Che rabbia che mi fa. GRRRR!…
Sornione, appiccicoso e pure insolente. Viaaa! Non ti accorgi dello sguardo minaccioso? Ma no, che vuoi capire, che vuoi sentire. Non senti e non vedi quando caccio le unghie, figuriamoci se stai ad ascoltare i mie pensieri. Si, come no, buonanotte.
Fa caldo e sono nervosa, detesto i tuoi modi e la corte incessante, mi toglie l’aria: ti dico da giorni che è un “NO”.
Invece tu insisti, continui e che fai?
Se di notte dormo sul terrazzo, perché smanio per questa calura, ti metti a passeggiare, nervosamente, di sotto nel viale. Fai la natura morta sostando tra i cespugli di margherite e i grossi vasi di ortensie. Come faccio a saperlo? Ti sento! Percepisco i tuoi mugolii nell’aria, insieme al tuo profumo: si sente, si sente eccome se si sente! Sei proprio il solito gattone in amore: disperato resti lì a fare come nelle vecchie serenate e canti la tua canzone. Non farlo più, mi irriti, disturbi il mio sonno: certo semmai arrivasse. Per me sei stupido ed illuso: solo perché qualche volta io e te…. Ma è stato uno sbaglio, scorda quei momenti perchè non ci sarà replica, aspetterai invano, punto!
Ma che ti dico? Tu neanche mi senti, magari non approveresti come al solito. Chi credi d’essere?!...Sai come ti chiamano nel quartiere? Pisolo! Già, te ne stai tutto il giorno a fare niente steso all’ombra su una sdraio, appisolato sotto il parasole. Qualcuno dice di averti visto al fresco dei giardini, giù al lungomare, su una panchina; godevi il passeggio delle belle femmine, nei dintorni delle spiagge… Che gran maschio sei, eccome no! E poi vuoi fare la corte a me? Mmm!... Il maschio, ma ti pare, ma ti sei guardato? E poi, scusa, con questo caldo! No, grazie, vai, vai.
Lo so che è nella tua natura e non c’è stagione che tenga, ma non sarebbe meglio d’inverno, al caldo di un camino, su di un bel pile? Magari sul divanetto di casa mia: certo perché io da te, per esempio, manco ci verrei. Altrimenti anche in primavera, sotto alberi di ciliegi fioriti. Beh, forse sto un po’ sognando e pure esagerando, ma sono solo pensieri: non vorrei mai stuzzicarti oltre misura e di certo non pensavo proprio a te in questo mio fantasticare.
--Fermo, resta lì! Non muoverti, non avvicinarti. Vai via, sciò, capito? -- Devo per forza cacciare le unghie ogni tanto, vero?!
Mmm!... La mia aria trasognata non era per te, cosa credevi?! Fantasticavo, mica è proibito, ma non fantasticavo su di te, te lo ripeto.
Finisco di rifarmi le unghie, tu resta lì, ti tengo sempre d’occhio visto che proprio non vuoi saperne di allontanarti.
Ancora insisti, sei caparbio, devo riconoscerlo. Ma qui, non c’è trippa per gatti, caro mio, non è aria. E non fare quello sguardo sdolcinato: non funziona e poi ti rende ebete, te l’ho già detto.
Ma guardati. Chiudi gli occhi, sospiri, forse sogni ad occhi aperti: anzi, sicuramente sogni ad occhi aperti. Ed è solo un sogno, ricordalo: misero maschio. Uffa che caldo!...
Ma cosa ho fatto per meritarmi uno come te: sei di una noia mortale, sei ciò che di peggio potrebbe capitare; sei anche peggio di una caduta in un secchio d’acqua gelata e per giunta in inverno... La sfortuna ci ha voluto vicini di casa ed io, che ero tranquilla prima che arrivassi tu, ora devo difendermi continuamente dalle tue fastidiose avances.
Follemente innamorato, ti definisce chi ti vede sempre appiccicato alla mia coda ma; vuoi sapere la mia? Ho i miei dubbi. Fossi almeno bello come quel tipo della tv. Si, si chiama Romeo, un po’ aristocratico. Oppure quel bel maschione che vive nei pressi del Colosseo: l’ho visto in un filmato, si fingeva turista sgattaiolando tra la folla in cerca di…prede. Inquadrato da vicino era, quel che si definisce, un esemplare di vero maschio: bello, occhi vispi, profondi, andatura sicura e possente: un gladiatore! Quante femmine attorno. Si strusciavano nel passargli accanto e lui sorrideva facendo l’occhietto. Carino e furbo pure lui, ci giurerei, eccome no. Ma vuoi mettere, però, un vero sex-symbol, ne varrebbe la pena.
AH, era proprio un bel vedere, da incantarcisi. Il pensiero di lui mi suscita rabbia, con te non c’è paragone. No, no, proprio per niente, non lo reggi nemmeno un pò.
Adesso mi sono stufata e sono anche un tantino arrabbiata, ora urlo: --Via, vai via!... No, No e No! Ti ho detto che è NO! Hai capito che te ne devi andare? Smamma, via, sciò!- -
---FFFfffffff !... MIAOoooooo!... FFFfffffffff !... MAAaaaaaaOOooooo!!---
Ah, finalmente! Mmm!... Uffa che caldo, datemi un po’ di fresco.
Anzi, portatemi Leo, il gatto del Colosseo! Miaooo!... ”
Pensieri graffianti testo di Gio_