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Seduttivo
nel maleficio del mio andare
algido e ramingo, la vidi e la volli.
Di dolore e di terrore mi nutrivo,
solitario nell’impossibilità
d'amare, bramavo lei,
promettendole parole inginocchiate.
Vagabondo nel Caucaso sconfinato
del sangue di lui mai sazio,
nozze caste cancellai,
pena non provai del suo dolore.
Chimera carnale e viva,
con ingannevoli versi psichici
la tormentai e piegai
fino a toglierle il respiro con un bacio.
Del Paradiso per lei l'ingresso,
da solo io restai l’estati a figurare
che a me angelo caduto,
in eterno fu negata.