Un caffè a Piazza Plebiscito

scritto da Domenico De Ferraro
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 5 mesi fa • Revisionato 5 mesi fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di Domenico De Ferraro
Autore del testo Domenico De Ferraro

Testo: Un caffè a Piazza Plebiscito
di Domenico De Ferraro

Un caffè a Piazza Plebiscito
(Sceneggiata filosofica-fantastica in tre atti brevi)

 

 

Ambientazione: Napoli, Piazza del Plebiscito, estate afosa ma sospesa.

Tempo: Sospeso, tra presente e altrove.

Personaggi:

Filippo, barista napoletano, ex filosofo fallito, ora saggio di strada.

Sofia, ragazza misteriosa, sembra giovane ma parla come un’anziana anima antica.

Il Professore, spirito di Giambattista Vico (in abiti settecenteschi),
visibile solo a chi ha “occhi che cercano”.

’O Pazzerello, entità napoletana, compare e scompare a suo piacimento.

 

ATTO I – IL CAFFÈ ETERNO

(Piazza Plebiscito. Un tavolino sgangherato davanti a un bar semiaperto.
Filippo serve il caffè a Sofia. Il Professore osserva da una panchina, immobile.
'O Pazzerello  passa e ruba lo zucchero.)

Filippo
(Sospirando)
Signurì,  vi siete superata stamattina questo caffè

è l’unica certezza rimasta.
Tra guerra, caldo e crisi, almeno il sapore resta.

Come si fa a  campare senza un buona tazza di caffè.

La gente non capisce niente ,non sa cosa si perde ,
non sa sorseggiare, poiché non sa  più sognare .

Sofia
(Il caffè lo guarda, non lo beve)
E se fosse , tutto solo un’illusione sensoriale?
Il caffè come idea platonica...
Tu lo versi, ma chi lo sente davvero?

Tu lo bevi e credi di vivere

Tu l’assaggi e immagini un altro mondo ed un altra vita

Ma  se tutto ciò fosse solo  un illusione ?

 

Filippo
(Urta)
A Platon’, e falla finita!
Qua si campa pe’ poco, ma si sente tutto! Il gusto
Pure ‘a tristezza  ci vuoi mettere dentro ‘a tazzina.

Hai perso ogni dolcezza ed ogni certezza

La diritta via hai smarrito e vivi in  una  selva oscura .

Sofia
(Misteriosa)
Forse è solo un sogno di  un Dio...
Un Dio che ha nostalgia del gusto.
Del vero poiché ogni  stesso non  esiste come corpo

Vive come entità spirituale.

Capace di guidarti verso una vita migliore.

Ma in ultimo  rimani tu l’artefice del tuo destino non è Dio ad essere il tuo destino poiché saresti morto.

Sei tu vivo poiché credi nel  tuo futuro  in un  destino migliore.

(Il Professore si alza e si avvicina, nessuno lo nota tranne Sofia.)

Professore (Vico)
E chi dice che il vero è distinto dal certo?
Noi facimmo ‘a storia, cu’ mani  nostre non con il  caffè.
‘O caffè è verità napoletana: breve, forte, eterno.

La vita è  amore ,  libertà , ragione,  immaginazione.

 

 ATTO II – IL DUBBIO E LA LEGGENDA

(’O Pazzerello  appare vicino al tavolo, ridacchiando.)

’O Pazzerello
State filosofanne e intanto ve scippano l’anima.
Io vi guardo, ma non mi vedete...
Che ve ne fate della verità se nun vi fa campà?

Siete  morto e non v’accorgete di esserlo già da tempo.

Filippo
(Guardando il vuoto, ma sentendo il brivido)
A volte penso che sta piazza sia un teatro.
Ogni giorno, stesso copione.
Ma oggi qualcosa è cambiato…

Una forza nuova un idea nuova germoglia

cresce , vigorosa ,sale verso il cielo

Sofia
(Sorridendo)
Forse hai aperto gli occhi interni.
Quelli che vedono la realtà come mito.
Come simbolo. Stai cercando di capire te stesso.

Professore
(Il vento gli muove la parrucca)
La storia è spirale, non linea.
questa città  lo sa. Questa terra è figlia della metafisica  di un mandolino.

(Si sente lontano un mandolino che suona da solo. Il tempo si ferma un istante.)

 

ATTO III – LA RIVELAZIONE

(Il sole cala. La luce cambia. La piazza sembra un sogno.)

Filippo
(Stanco, ma risvegliato)
Ma allora, se tutto è simbolo…
che vuol dire sto caffè, ‘sta piazza, ‘sta vita?

Allora io sono, stato  pazzo , oggi o ero pazzo ieri

Son tutti pazzi o sono solo io ad essere  pazzo.

Sofia
(Serena)
Pazzo  ogni cosa può svegliarti,
se smetti di aspettarti risposte.

La follia è una folla inferocita affamata di piaceri e progressi.

 

’O Pazzerello
(Mordendo uno zuccherino)
A verità è na femmena capricciosa…
Ma si la balli, te la canta con dolcezza

Una canzone senza calzone , in mezzo alla piazza ,siamo tutti morti ,
siamo tutti uguali pazzi non c’è bello non c’è brutto non c’è guerra senza il gallo.

Professore (Vico)
(Eccomi e sparisco)
Verum ipsum factum.
Chi crea, conosce.
E il caffè… è la tua creazione quotidiana.

Il vero è il fatto , la realtà è storia.

Tutto ciò  che è reale e razionale.

E bravo hegelllll

(Il Professore svanisce come un’eco. Sofia si alza.)

Sofia
Filippo, oggi hai servito il tuo miglior caffè.
Perché per un attimo… hai creduto che  tutto fosse eterno.

(Sofia si allontana. ’O Pazzerello ride e si tuffa in una crepa nel selciato.)

Filippo
(Guarda la piazza, ora vuota e immensa)
Allora ogni cosa che ho creduto di vedere era vero.
io ero solo... oppure ho  sognato  d’ essere vivo ?

 

[Sipario]

Un caffè a Piazza Plebiscito testo di Domenico De Ferraro
2

Suggeriti da Domenico De Ferraro


Alcuni articoli dal suo scaffale
Vai allo scaffale di Domenico De Ferraro