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E' mattina.
La mia vita inizia quando ancora la luce del sole è solo una lontana e debole promessa azzurrina e le stelle più vanitose continuano ad esibirsi sopra le chiome degli alberi.
La brezza mattutina accarezza le mie ali appena spiegate, come a darmi il benvenuto al mondo. Un fresco, leggero, eccitato bentornata in vita.
Sono felice, ho aspettato a lungo questo momento e non desidero altro che volare finalmente tra i rami più alti e ondeggiare sospesa e pigra nei campi in fiore. Fremo dalla voglia di mettere alla prova tutta la mia bellezza, la mia fragilissima bellezza. Non posso aspettare oltre.
Trattengo il fiato per una manciata di secondi e inizio a muovermi, camminando fino ad arrivare all'estremità del ramo.
Che buffa sensazione! Ho il pieno controllo di quelle sole sei lunghe zampette e riesco ad aprire lentamente le ali. Arrivata alla fine del mio piccolo tragitto guardo verso il basso. Il terreno sembra lontanissimo ma non ho paura. Anzi, qualcosa dentro mi spinge a buttarmi nel vuoto e affrontare ciò che si presenterà. Non esito nemmeno un secondo e mi lancio.
Sono talmente leggera che ogni piccola corrente d'aria mi trasporta da una parte all'altra, facendomi perdere il controllo del mio leggerissimo corpo. Rischio continuamente di sbattere a foglie e rami ma riesco sempre ad evitarli all'ultimo momento. Mi gira la testa e non riesco a sbattere le ali. Per un attimo soppeso l'idea di lasciarmi cadere e basta, sembra così facile... Così semplice... Ma non voglio dare al terreno la soddisfazione di vedermi ancora appoggiata a lui. Non accadrà più! Non sono più un goffo e maldestro bruco di qualche tempo fa! Sono un'elegante e maestosa farfalla!
Tento di sbattere le ali con tutta la forza che ho. Le apro e le chiudo velocemente tentando di riprenderne il controllo e finalmente dopo uno sforzo immenso, riesco a ritrovare il mio equilibrio. Arresto il mio ondeggiare e mi muovo orizzontalmente verso l'uscita del bosco.
Stavo volando!
Il momento era giunto e ora potevo decorare il vento con i miei splendidi colori. Volo alta, guardando sotto di me e studiando ciò che mi circonda. Quand'ero un piccolo bruco ero ancora troppo immaturo per notare tutti i particolari del mondo circostante ma adesso riesco a cogliere ogni cosa, ogni movimento, ogni rumore, ogni animale e insetto. Ecco che dietro un cespuglio, noto un piccolo topolino che corre da una parte all'altra sicuramente in cerca di cibo per la sua prole. Annusa l'aria e corre verso est, attirato da chissà quale odore. Improvvisamente dalla cima degli alberi ecco sbucare una grande aquila che si lancia in picchiata verso il piccolo roditore. Un secondo dopo il rapace è nuovamente in cima al suo albero e stringe tra gli artigli affilati l'ormai morto topolino.
Un po' mi dispiace per lui ma so che questa è la vita e ciò che è appena successo è solo il suo naturale andamento, quindi volto la testa e proseguo il mio volo.
Continuo a svolazzare, elegante e vanitosa, tra gli alberi, cercandone l'uscita per i prati fioriti e il verde immenso, quand'ecco che sotto di me vedo una lepre che saltella, seguita dai suoi due leprotti.
E' una bella immagine.
Improvvisamente la mamma dei piccoli salta troppo vicina ad un roveto e la zampa le si incastra tra le spine, lacerandole la pelle e facendola sanguinare. I suoi figli la guardano da vicino, disperati e impotenti davanti a quello spettacolo spaventoso.
Guardo la scena e mi rattristo sapendo che i giovani leprotti non sarebbero sopravvissuti a lungo senza loro madre e anche io purtroppo sono costretta a rimanere impotente davanti a tutto questo.
In fondo sono una farfalla! Cosa avrei potuto fare per aiutarla? Sono nata per essere maestosa, non forte! Non posso proprio! Mi dispiace! Guardo ancora verso il terreno e noto che l'animale prima intrappolato è riuscito a liberarsi.
Sono felice per lui ma guardando bene vedo che qualcosa non va. La madre dei cuccioli ora zoppica visibilmente e lascia una scia di sangue dietro sè. Per riuscire a liberarsi e difendere i suoi piccoli dalla natura si è dovuta mutilare la zampa imprigionata. Sono confusa dal suo comportamento ma nel contempo anche affascinata.
Che coraggio aveva avuto! Pur di non lasciare soli i suoi figli si è privata di una parte del suo corpo!
Prima di riprendere il mio viaggio getto un'ultima occhiata alla famigliola. La madre avanza sempre più lentamente fino a fermarsi. Crolla sul terreno e guarda i suoi cuccioli con occhi carichi di paura e di pena. I piccoli le si avvicinano e le strusciano i musetti sul collo, non sapendo che loro madre non si sarebbe più rialzata. Ha perso troppo sangue e la ferita è troppo malridotta.
L'animale in fin di vita respira velocemente e muove debolmente il muso verso le giovani lepri che le si avvicinano ancora. Lei allora lecca dolcemente ognuno di loro e li accarezza delicatamente con il naso. Dai suoi occhi sofferenti scivola una lacrima che le scorre per il muso insanguinato... Decido che non posso perdere altro tempo quindi volto la testa e proseguo il mio volo. Ogni giorno qualche animale perde sua madre e nessuno poteva farci nulla, me compresa. E' la natura e per quanto dura possa essere, deve essere accettata, quindi volto la testa e proseguo il mio volo.
Dopo alcuni minuti scorgo davanti a me una luce più forte. E' l'uscita del bosco. L'inizio dell'immenso verde. Volo più velocemente ma i miei occhi vengono attirati da un movimento sotto di me. Una coppia di cerbiatti passeggia spensierata tra gli alberi in cerca di cibo. Li osservo mentre fiutano l'aria e si muovono insieme con un'aria sognante negli occhi. Ad un tratto si immobilizzano e drizzano le orecchie. Sono curiosa di sapere cosa abbia catturato la loro attenzione e devo attendere poco per scoprirlo. Un lupo sbuca da dietro un albero e inizia a rincorrere la coppia di animali che si da immediatamente alla fuga. La loro corsa però dura poco perché il lupo con un balzo atterra la femmina e la scaraventa a terra con una zampata. Ormai la cerbiatta è senza speranze e la paura prende possesso di lei. Il lupo muove i denti affilati verso la sua gola ma un secondo prima di lacerarle la carne, viene colpito al fianco dal secondo cerbiatto tornato indietro per aiutare la sua amata. Il coraggioso animale aiuta la compagna a rialzarsi per poi porsi tra lei e il lupo. La cerbiatta si avvicina al suo salvatore ma lui la spinge forte con il muso, incitandola a scappare. Prima con delicatezza poi con rabbia il cerbiatto riesce ad allontanarla e lei fugge via disperata, mentre la tristezza si trasforma in una lacrima che abbandona i suoi occhi durante la corsa. Il lupo si rialza e ringhia verso la preda ormai lontana per poi puntare con gli occhi minacciosi il colpevole della sua fuga. La mia curiosità è davvero tanta e voglio sapere perché il cerbiatto ha agito in modo tanto imprudente. Attaccando il lupo non ha fatto altro che attirare la sua ira e ora avrebbe dovuto affrontarlo. In un lampo il predatore si lancia verso la sua seconda preda, ma questa si sposta di lato ed evita l'attacco. Il cerbiatto rivolge gli occhi alle sue spalle. La sua compagna è lontana e fuori pericolo. Chiude gli occhi. E' rassicurato e pronto a tutto e quando il lupo affonda i denti nel suo collo, il suo sguardo è sorridente e tranquillo. Non si dibatte e non tenta di difendersi, muore e basta. Che comportamento bizzarro! Morire inutilmente quando si sarebbe potuto salvare! Non lo capisco proprio e sinceramente non voglio nemmeno tentarci, quindi volto la testa e proseguo il mio volo.
A pochi metri da me il bosco finisce e scorgo il verde dei campi. La mia gioia è immensa e non vedo l'ora di assaporare l'aria aperta. La luce è fortissima e vedo dei colori che non conosco. Tre alberi mi separano da quella nuova vita, tre alberi e la libertà sarà mia. Passo il primo albero... La luce è più vicina, i campi sempre più grandi... Gli animali alle mie spalle combattono per la sopravvivenza e io tra poco dovrò preoccuparmi solamente di scegliere il fiore in cui riposare ogni giorno... Passo il secondo albero... Respiro un'aria nuova... La gioia mi invade e mi trasmette un tremolio di piacere alle ali... Sono sempre più vicina... Passo l'ultimo albero... Ormai vedo i campi infiniti e la luce accecante che li illumina... L'aria fresca leggera e delicata... Le mie ali sbattono piano... Sempre più piano... Troppo piano... Mi rendo conto che non sto avanzando. Perché? Mi sento immobilizzata per aria, più tento di muovermi più il mio corpo viene bloccato. Cosa sta succedendo? Vi è per caso una barriera invisibile che mi impedisce di accedere ai miei tanto agognati campi? Cosa devo fare? Mi guardo intorno confusa e allarmata, cercando la causa della mia immobilità. Non vedo nulla... Nulla di strano o fuori posto... Perché allora? Perché le mie ali avevano smesso di sbattere? Perché...? Improvvisamente la vedo. E' intorno a me e mi impedisce di proseguire. La ragnatela mi tiene intrappolata e mi vieta di raggiungere i miei sogni.. Ecco, adesso ho paura. Non posso fermarmi proprio ora, a pochi centimetri dalla libertà... Non posso. Chiudo gli occhi per pensare al da farsi. Ma appena lo faccio sento la trappola muoversi e ondeggiare piano. Apro gli occhi e mi guardo intorno. Il padrone di casa mi fissa con tutti i suoi occhi e si avvicina minaccioso. La disperazione mi invade e mi agito invano per tentare ancora di scappare. Il ragno gigantesco mi è vicinissimo e posso vedere la fame nei suoi occhi. Avvicina il suo addome al mio corpo e inizia ad avvolgermi con la sua tela.
''Come osi insulso e rozzo insetto intrappolare una farfalla tanto elegante e fiera come me? Come osi?! Voglio che mi liberi subito! Adesso!'' Naturalmente quel mostro non può capirmi e continua ad avvolgermi nella sua terrificante trappola. Si diverte quando tento di ribellarmi e mi avvolge più lentamente per vedermi soffrire. ''Maledetto! Ora che sono a un passo dalla perfezione non puoi fermarmi tu! Non puoi!'' Ma le mie incomprensibili grida sono inutili. La vita tra poco abbandonerà il mio corpo e non posso farci nulla... Chiudo gli occhi e aspetto... Aspetto... Aspettate! Un suono familiare giunge al mio udito! E' un battito d'ali! Un battito d'ali di una farfalla! Una mia sorella è venuta ad aiutarmi! Apro gli occhi e la individuo che vola un metro sopra di me.
''Sono qui! Aiutami! Liberami e salvami da questo maledetto ragno! Aiutami sorella! Quanto sono felice di vedere una mia pari! Ti prego aiutami!'' Il mio grido disperato d'aiuto arriva fino a lei, che però continua a volare e urla di rimando: ''Mi dispiace sorella! Non posso farci nulla! Devo affrettarmi e raggiungere i verdi e infiniti campi! Non posso aiutarti!'' Dice questo e continua a dirigersi verso l'uscita del bosco. Mi arrabbio e disperata la invoco ancora. ''Come puoi ignorarmi? Aiutami, ti prego! Non voglio morire! Voglio essere libera! Per favore salvami! Non voglio morire!'' L'unica parte del mio corpo che ancora il ragno non ha avvolto è la testa.
''Per favore sorella! Ho paura! Tu puoi aiutarmi!'' Lei è l'ultima possibilità di salvarmi che mi rimane. Si volta ancora una volta verso di me e con voce frettolosa e impegnata mi risponde: ''Non posso! Non sono nata per essere forte ma per essere elegante e maestosa! Questa è la vita amica mia e non posso farci nulla! Ora perdonami ma devo voltare la testa e continuare il mio volo!'' . I miei occhi sono spalancati e il terrore mi domina. La mia sorella, la mia pari non mi ha aiutato... Maledetta... Egoista e traditrice! L'ultima immagine che vedo è quella della vigliacca che esce dal bosco e si getta nei campi infiniti... Egoista! Egoista, traditrice e vigliacca! Ma infondo lo so... Egoista, traditrice e vigliacca come lo sono tutte le farfalle!