Quanto Amore Ho Da Raccontare

scritto da Domenico De Ferraro
Scritto 6 anni fa • Pubblicato 6 anni fa • Revisionato 6 anni fa
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Autore del testo Domenico De Ferraro

Testo: Quanto Amore Ho Da Raccontare
di Domenico De Ferraro

QUANTO AMORE HO DA RACCONTARE


FARSA AMOROSA VESTITA DI ROSA

Quanto amore ho da raccontare in questa sera di settembre che mi accoglie sul suo seno. Sera giunge placida come un onda musicale con la sua forma voluminosa vestita di blues. Mentre provo ad aprire la porta della storia . Un vento mite porta con se mille ricordi dalla forma grossolana , qualcuno panciuto , quasi pelato che si gratta la schiena cerca di comprendere cosa significa la conoscenza , mentre i fatti mi riportano alla guerra del secolo scorso mi sfilano davanti impettiti le ragioni di stato macchiate di sangue, rosso vermiglio , ricordi calpestati da piedi senza scarpe di cuoio. Memorie che sopravvivono a se stessa al suo mancato rispetto per una morale legata ad un filo di rasoio . L’uomo dei sogni cerca di fuggire dalla realtà che plasma i suoi pensieri ,avvolge le sue interiora nell’attimo euclideo di una sostanza che sa di buono solo dopo averla assaggiata . Cerca questa verità da friggere da fare cuocere nella minestra. Ed egli vorrebbe volare basso , passare inosservato andare lontano come se fosse un uomo d’altri tempi. Ma tutto incomincia è nulla finisce , tutto scivola in quel sacco uterino, tra spermatozoi sorridenti, sogni spezzati dopo aver messo a letto i pargoli a dormire . Ed aspettando la morte che viene a bussare alla porta in punta di piedi . Si rimane in attesa con tutti quei confusi pensieri con la propria bellezza , una saggezza che brucia dentro , nella gioia di un attimo, tutto lo scorrere della vita. Quanta gioia ho lasciato sull’uscio della mia casa . Ho visto volare nel cielo azzuro verso una conquista che lascia intravedere un vecchio amore, correndo a perdi fiato verso quel sospirato traguardo.
Ora corro, cerco di raggiungere il mio piccolo amore , la bellezza di un tempo , ecco sono fuori dal gioco, fermo al bar con la mia amica compro e gusto un gelato alla panna.
Mentre provo ad assaporare una vita migliore , fuggo gatto come quel ragazzo sopra un motorino , supero un muro di inganni .
Sono quello senza un valido motivo
Non credere non l’abbia capito
Ho cercato di sacrificarmi
Non era detto , fossimo d’accordo
Ritorni a casa tardi ?
Ti prepari un bagno caldo
Penso , farò una doccia fredda
Il tuo sorriso mi trascina verso la notte
In questo letto ho dormito tanto
Andiamo domani a Parigi ?
Non credo , ho molto ancora da fare
Sarebbe più bella Berlino
Credo mi farò una birra
Sono felice di quello che pensi
Cerco intanto le mie mutande
Cerca di fare presto
Non sono preparata ad improvvise tentazioni
Solo l’attimo di un momento poetico
Tutto si svolge ,grazie alla generosità altrui
Entra in casa
Ora vengo , sono qui fuori al balcone ammiro il panorama
Ti perdi il meglio , vieni a tavola
Vorrei ritornare a stare sul mio bel letto volare sulla città
Hai dimenticato di spegnere la televisione
Io mangio solo pasta e fagioli
Che bontà , una botta di vita
Mi sazio di sogni , m’ubriaco di fantasia
Io di canzoni annaffiate con buon vino
la vita non guarda in faccia nessuno
Hai ragione una buona parmigiana potrebbe conquistare il mondo intero
Quanti partigiani sono morti , tutti a sparare contro il nemico
In questa guerra fratricida
Non vorrei stare nella pelle del sorcio
Ho messo il mio panino dentro un sacco
C’è sempre qualcuno che fa il bello ed il brutto tempo
Accidenti non ho girato la frittata
Eri troppo intenta ad ammirare la luna

Lungo il mio viaggio di ritorno i pensieri s’affollano nella mia mente , qualcuno bussa alla mia porta .
Io, indietreggio ragiono , cerco di capire come ero tanto tempo fa quando ragazzo giocavo a pallone, quando m’innamorai dell’infermiera che assisteva mia madre in ospedale . Avrei voluto essere preparato per quell’ amore, avrei voluto comprarmi un mitra o una pistola calibro nove, quella con cui può sparare un ragno o uccidere un piccione o a limite ammazzare una mosca in volo. Avrei voluto essere chiaro come l’acqua , scorre dalla sorgente , passeggiare tra la folla, andare da sopra il pallonetto fino a Santa Lucia, giocare a tira piattello con la signora dal gran sedere . Scherzare con il boss dell’immondizia, abbracciare il marito della grassona che gli piace bere la gazzosa in minigonna . Ed io avrei scritto un grande romanzo d’avanguardia al pari d’ una summa teologica ove si sarebbe concentrato tutto il sapere poetico della mia città. Avrei tramutato l’acqua del mare in vino . Aiutato il signore ad attraversare la strada , poi avrei osservato la signorina di via de mille mentre si veste dietro alla tenda di casa sua . Tutto molto banale la morte ed altre storie semiserie sono bombe che esplodono nel pensiero debole , fanno male , poi fanno bum . E rimango perplesso mentre guido l’auto che mi porterà fino a casa mia , sotto un cielo gonfio di nuvole . Spettri , spiriti , terrificanti nell’aria si rincorrono cercano un nuovo corpo ed un principio per un altra storia. Dove poter essere quello che si è sempre cercato d’essere, una via di mezzo , aldilà del bene e del male , se la ride il filosofo con i baffi vestito da vigile urbano , un asino raglia e canta lungo il litorale , sorride alle coppiette , alle vecchiette , alle giovinette dalle gambe depilate. E cerco di capire cosa sarò quando tutto quello che ho passato , se tutto diventerà un poema epico o un rotolo di carta igienica da usare per il pubblico pagante . Con che faccia sfoglieranno il giornale del mattino e troveranno me in prima pagina, povero poeta , canta storie metropolitano con un amore venduto a meta prezzo. Incredulo mi mangio una pizza, a pizza village farcita con tanti carciofini, olive nere di Gaeta. Una tarantella continua e mi buttano dentro le fognature , mi buttano nel cestino della carta, passeggio con aria stralunata , sono io che ho sognato, ho messo la faccia ed il mio verso fuori dalla comune morale giallo canarino sospesa tra i righi di un bellicoso sonetto . Canto l’amore di questo tempo che si rallegra del suo vivere di come l’amore si congiunga alla morte età.
Sei tu Giovanni ?
Di persona
Siamo diventati adulti troppo in fretta
Ho fumato la mia prima sigaretta a quindici anni
Io mi sono fatto la prima scopata a tredici anni
Lei era molto carina aveva le lentiggini e diceva di amarmi. alla follia mi diede il primo bacio sotto le scale del suo palazzo, io la strinsi forte , la toccai in mezzo alle gambe . Poi le feci sentire il mio slancio creativo , maestoso , poderoso l’alzai verso il cielo, la scagliai verso le nuvole grigie, rosse blu , gialle. Il giorno dopo andammo a mare insieme e nella cabina ci spogliammo nudi , lei mi toccò e succhiò non avevo mai provato una cosi strana sensazione. Giunsi presto come l’onda del mare in tempesta fui lesto . Poi a fatto compiuto parlammo di come sarebbe stato stare insieme , uniti da uno stesso ideale . La sera scese di corsa, le parole si destarono tutte ed alcune rimasero in riga sopra un foglio di giornale. Credo aspettassero di buttarsi da basso. Ma io ne salvai alcune, altre le regalai in giro . Lei mi ringraziò e conservò le mie parole dentro la tasca dei suoi stretti pantaloni poi mi baciò ed io fui subito spolpato
come un melone rosso spaccato da un coltello.
Mi lasciò dopo poco tempo
Ti ho regalato la sua parte migliore
Era per dire , lo so fu solo un avventura
Non rinnego il mio viaggio nel tempo
Ed io piango
Vedrai sarà un breve ritorno
Ora qui domani li
Si fa quello che si può non possiamo sapere cosa succederà
Vero che i vagabondi si muovono in fretta
Hai visto quello strano tipo ?
Chi quello che se tuffato dentro al fosso
Proprio lui voleva acciuffare la luna
Ora baciami
Di nuovo l’abbiamo fatto già tante volte
Ora stringimi
Ora lascia , sia il tempo a decidere per noi
Non qui ne ora ne domani , ogni cosa potrà cambiare le nostre decisioni
Non è detto facendo la guerra si diventi migliore
Chi diceva di non conoscere l’amore venduto
lo sentito dire dalle onde del mare
Accidenti dimenticavo sei un poeta
Mi piace arrostire salsiccia affumicate
In quest’ora cruciale potrebbe scoppiare un altra guerra
Andrò al fronte con il tuo ricordo
Sotto il mio cuscino conserverò la tua foto
Spero che quando sarò di guardia non esploda la bomba
Lo spero , io sarò a letto con mio marito
Speravo in una storia a lieto fine
Non tutte le bombe possono essere buone
Vero è la morte mi angoscia, mi butta sempre un po’ giù
A chi lo dice non vedi come sono dimagrito
Facciamo un giro
Dove andiamo laggiù non c’è nulla
Possiamo andare a mangiare un gelato
Conosco un magnifico posto , fanno un sorbetto con fragole di bosco
Che dolcezza mi vedo già con un pancione enorme in attesa di un nuovo figlio
Ne hai avuto già due ?
Spero siano gemelli
Aspetta mi faccio una lavata di faccia
io mi corico di traverso
lo prendo il burro
Non credo ti possa servire a molto
Sono due giorni che penso cosa succederà, andando avanti ho sognato di vivere una vita diversa fatta ad immagine di un mito, per giunta quando sono stato dal meccanico mi ha fatto pagare salato l’olio messo nel motore. La mia storia è quella raccontata da milioni di scrittori che non hanno peli sulla lingua . Come me conducono una vita fatta di cadute catastrofiche , trasformazioni per essere chiamati eroi o chi sa dei geni impazziti che mangiano piazza a mezzogiorno fuori una pizzeria gestita di etiopi. Ma mia madre me lo diceva di stare attento di non tirare troppo la corda che avrei potuto farmi male. Ed io ho viaggiato prima in africa , poi in Australia , in Messico corsi sul dorso di un toro , nel deserto sopra un cammello . Sotto una palma parlai con una scimmia e scimunito dal sole , scambiai il Buddha per un commerciante di tessuti poi tirai troppo la corda e fui gettato sopra un palco di marionette , concupiscenti , cresciute pane ed acqua fatte a regole d’arte . Il capo burattinaio tirava le corde noi sgambettavamo, cantavamo oh vita ho vita mia , il cannone esplose si senti un gran botto . La commedia incominciò ed il ragazzino tirò un barattolo che colpi pulcinella in pieno viso.
Il quale esclamò che male : puozza sculà
Hai fatto male al nostro compagno disse brighella
Sei un monello ribatte arlecchino
Tira su il sipario buonasera signori
Saluta a te magnifico pubblico
A tutti porgo il mio saluto
Hai fatto centro
Hai messo a fare il caffè
Stasera sarà un successo
Sono contento di recitare a soggetto
Cambia la scena amico
Aspetta faccio segno a mangiafuoco
Ehi pulcinella perché non sorridi più ?
Se acchiappo quel monello
Tira l’acqua al suo mulino
Che bello quanta gente
Tutti hanno pagato il biglietto, una gran soddisfazione essere apprezzato
Siamo davanti a tanta gente
Sono io che faccio ridere
Tu sei quello che hanno ucciso
Mondo di matti
Siamo burattini
Teatranti , figure
Questa è una comica tragicommedia

Ogni maschera racconta se stesso, un amore a sua immagine , uguale al suo destino, con il suo dire, il suo fare. Noi forse incapaci di fare grandi discorsi , recitare una storia a lieto fine in una lingua sciatta , sincera che esprime il giusto sentimento , la meraviglia del creato . Giunta al suo termine questa farsa , finisco di recitare laggiù in Sicilia rappresento la dolce storia di dulcinea . Ed il canto sale sulla luna , sale tra le stelle , poi si tuffa in un piccolo sogno di un fanciullo biondo, sorridente, divertito nel guardare il buffo mondo dei grandi, la seduto in terza fila io l'osservo stringere una grande mano pelosa, mostra i suoi piccoli denti mentre il suo cuoricino battere forte , vicino al cuore del suo piccolo padre il quale non sa quanto amore gli rimane da raccontare ancora.
Quanto Amore Ho Da Raccontare testo di Domenico De Ferraro
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