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VI – Affanni Agghiacciati
[ESOSCHELETRO IN RIPARAZIONE.]
Meglio evitare altre esplosioni.
Fortunatamente, più mi muovo e più la dinamo mi ricarica la corrente interna.
Il secondo giardino, più piccolo, ma più oscurato da cedri alti tre metri, trattiene la luce in tanti micro-raggi color porpora, sfumati tra l'azzurro della Terra e il rosso della ruggine lunare.
Scendo rapidamente le scale, ma la musica inizia a correre tra le pareti attorno.
"Ha detto sotto le scalinate."
Infatti ai lati vi sono due piccoli boschetti poggiati su un pendio.
Scavalco il largo corrimano.
Qualcun altro ha avuto la mia stessa idea: la leggera canzone veneziana mi si è parata davanti.
"Perché fai la guastafeste?" Ridacchia fievole fievole.
Una mano alla finta bocca, e l'altra che alza il volume al massimo.
"Sono diventata troppo grande per certi giochi."
L'aria è molto più fredda in sua presenza: come due cowboy del Mare Giallo, ci adocchiamo l'un l'altro senza muovere un muscolo.
Sta aspettando che faccia una mossa...
Io pure...
La testa gli china di lato.
Lentamente, un braccino fa dondolare la falce.
I sistemi rilevano ancora tecnologia olografica e... ectoplasma.
Che sia davvero un fantasma?
No... non se a tenerla attiva è un computer.
Mantengo le distanze. Resto sulla difensiva.
Lei scatta: devio la falce e ne sfrutto il peso per spostarla più in là.
Non la farò avvicinare di nuovo.
Cerco di girare attorno e mettermi sulla strada per il tunnel.
Lei scaglia la falce: un boomerang affilato rotea verso di me.
"Non hai imparato la lezione?"
Salto in alto e la schivo.
Come pensavo: ora corre verso di me.
Uso i propulsori orbitali per raggiungere un ramo più in alto.
Aumento l'energia per una spinta centrifuga, roteando su di esso, e mi slancio in avanti.
Bene. Sono atterrata più vicina a una rientranza sotto la scalinata.
La bambina si accorge che l'ho aggirata e, recuperata la falce, inizia a correre, lateralmente, sopra il muro della scalinata.
Lancia ancora l'arma, ma io svolto l'angolo in tempo, e questa si conficca sul muro.
"Dove diamine è l'entrata?!"
Qui c'è solo un muro di mattoni!
Abbasso la schiena: per poco una mano oltrepassa per il muro e mi sfiora i capelli.
[MASTERware: CBRPOL-C4G-LAUNCHER Mk2 pronto all'uso]
"Al diavolo la Cyberpol! Non mi farò toccare ancora!"
Il colpo parte e il muro detona.
Il target scompare dietro l'esplosione e il fumo.
Tossisco.
Le esplosioni sembrano allontanarla, o dematerializzarla temporaneamente...
E da quest'ultima è comparsa una via sotterranea sotto le scale. Una molto stretta.
Nessuno in vista, mi fiondo dentro.
Qui non potrò combattere: spero solo che quello strano mariachi non mi abbia ingannato.
Non c'è un attimo da perdere, prima che torni quella bambina.
Corro per molto tempo nel buio striminzito, orientandomi con la vista notturna.
Finché la visuale si fa verde chiarissimo: c'è della luce in fondo.
Arrivo e analizzo una stanza sulla destra: un portatile, una scrivania, un server fisico, qualche piccolo comodino e una libreria.
Qui qualcuno si è dato un bel da fare, indisturbato.
Mi suda parecchio la testa, per il caldo dei miei sistemi o per la foga. Forse entrambi.
Ma finalmente sblocco il computer e trovo un software, attualmente attivo. Copio e incollo tutto il contenuto su una chiavetta, per poi disattivarlo.
[MASTERware: USB "Caroline" digitalizzata]
I sensori rilevano movimento in arrivo.
Meglio tagliar corto: sparo con la pistola al plasma a ogni apparecchio elettronico della stanza.
Mi giro in tempo: una falce si incastra sulla scrivania.
"No!" Fa la faccia veneziana, che lentamente si slaccia dal volto, non appena si accorge che la sua immagine sta svanendo, "perché l'hai fatto? Perché?!"
Strappalacrime si inginocchia, girandosi dall'altra parte per non farsi vedere.
"Non voglio tornare lì! No! Ti prego! Noo!"
Dei piccoli lamenti.
Dei singhiozzi.
E infine un risolino...
Un istante ferma il tempo.
La sua testa si alza. Lenta.
E in un batter d'occhio gira di centottanta gradi come quella di un gufo.
Lo scricchiolio di un osso rotto.
Vuoto.
Nero,
Buio,
Oscuro,
Insondabile...
Vuoto.
Un nulla nascosto sotto il cappuccio.
C'è qualcosa di sinistro dietro quel niente.
Non riesco a muovermi...
Cosa sto vedendo..?
Cos'è quel rumore..?
Come un rantolo, il sussurro fievole di un urlo lontano esce dal nero.
Qualcosa sta guardando.
Qualcosa sta bramando.
"Nooo!" All'improvviso si strofina la testa, nevrotica, "noooo! Noooooo!"
Le mani e la pelle sbiadiscono pian piano, fino a scomparire del tutto.
"Ti prego, nooo!"
Si alza in piedi e mi corre addosso.
Mi tengo alla scrivania.
Lei inciampa.
Un disumano strillo trapana i timpani.
I capelli, caduchi come foglie d'autunno, s'adagiano frettolosamente sul pavimento.
E i vestiti collassano di colpo.
Tiro un sospiro di sollievo... visibile col gelido freddo che punge attorno: fa tremare la mia mano, mentre spengo il suo lettore mp3.
"Eliminata... non mi resta che—"
Sbaglio o la falce si è appena mossa?
No...
No, deve esser stata una mia impressione...
Per evenienza, la scruto attentamente.
Resta immobile... un oggetto inanimato.
Anche i sensori lo affermano.
"...meglio... contattare la Yoiken."
Esco dalla stanza, ma non riesco a mandare messaggi neurali da qua sotto.
Man mano avanzo verso l'uscita, e sento di nuovo il caldo dei circuiti.
Guardando dietro, il tunnel pare continuare all'infinito.
Ma non mi interessa sapere dove porti.
Alla fine, il target non era altro che un'illusione fotografica molto avanzata. Anche se non ho capito come abbia fatto ad afferrarmi.
Forse trovo qualcosa tra i dati della chiavetta.
A prima vista, collegatala alla presa del braccio, quel software sfrutterebbe una vecchia, ma riprogrammata IA open source del 2075, e due tipi di variazioni: quella dei campi magnetici e... dell' energia vitale?
Questa è la stessa tecnologia dei cyborg governativi! Quel mariachi deve essersela procurata all'incidente della Foresta Nera...
Stavolta mi giro, ma per un altro motivo.
I sensori hanno captato l'mp3 riattivarsi: violini e flauti viaggiano nell'eco del corridoio cavernoso.
Un violento e legnoso crepitio in lontananza mi raggela i circuiti.
VII – Verità Occulte
No, è impossibile.
Dalla luce lontana, la falce... sta fluttuando!
Come fa ad essere ancora attiva?
Una lontana e fredda brezza sbuffa su di me.
Anche la falce comincia a volare nella stessa direzione.
Corro verso l'uscita, esco dal tunnel e scavalco il muro in mattoni della scalinata , tornando velocemente al giardino piccolo.
Davanti al portone mi aspetta una faccia sorridente.
Mi saluta abbassando il cappello: "Bonsoir, madamoiselle. È La Serenissima quella che sento? È proprio determinata!"
"Maledetto, mi hai teso una trappola!"
El Verdiente sorride: "Oh no, madamoiselle. Vede: lei ha soltanto disattivato l'immagine di Caroline, quella che tiene lontani ficcanaso e inconvenienti."
"Come i proprietari della villa..."
"Specialmente. E poi: davvero pensava non avessi fatto un backup?"
Mi mostra un cipollotto argentato, su cui preme un pulsante.
I sensori rilevano ectoplasma dietro di me.
Dalla falce che mi inseguiva, compare man mano l'intera immagine del target.
"E ora quali sono le tue intenzioni?"
"Voglio invitare l'ospite a uscire. L'ora del ballo è terminato."
"Dunque mi state risparmiando?"
"Sempre se la madamoiselle non voglia esibirsi encore."
Se rinuncio al target, gli YoiKen non la prenderanno bene; farmi riassumere per altri contratti da parte loro diverrebbe più arduo.
E sono quelli che pagano meglio e senza far domande.
Non mi resta che ballare.
Iniziando a passo lento: "Cos'è StrappaLacrime?"
"Oh, quindi ci concede il bis? D'accordo madamoiselle, soddisferò la vostra curiosità prima di far divertire Caroline."
Sento dietro di me un piccolo e infantile risolino: "Verdi, Verdi! Posso mettere Giardino incantato?"
"Ma certamente", posa gli occhi su di me, "vede: molti anni fa, questa villa era oggetto di leggende sui fantasmi."
"Non mi dire..."
Lo ascolto.
Potrebbe scappargli qualche informazione per neutralizzare l'inconveniente dietro di me.
"Oh, madamoiselle, sono serissimo. Ci furono custodi che chiamarono addirittura degli acchiappa-fantasmi, intimoriti da strani lamenti e pianti di notte."
"Non ero io", fa la bambina.
"Lo so, Caroline. La tua storia è diversa. Tu sei quella che è caduta dentro la fontana."
Indica quella davanti. A differenza dell'altra sul giardino grande, questa è minuscola e ha una grata sopra l'acqua.
"Caroline era la figlia dei proprietari del lontanissimo ventesimo secolo. Stava giocando proprio qui, finché non inciampò su quella fontana. Ai tempi, era più profonda e la grata non c'era."
"Dunque è morta affogata?"
"Esattamente."
"E quella cicatrice sul volto te l'ha fatta lei?"
Dietro sento del metallo che picchia sullo sterrato.
La musica si ferma.
"Vede madamoiselle: i Festaioli e i Banditos sono sempre stati molto interessati a questa villa. Antiche leggende dicevano che ci fosse un cavallo d'oro, a dimensioni reali. Col recupero del terreno per portarla in orbita, la YoiKen ne ha trovato la testa. La scoperta rimase nascosta a tutti, ma non ai Festaioli."
"Il server che ho trovato là sotto era collegato con la Terra via satellite."
"Corretto. E probabilmente avrà già letto le coordinate."
"Ho fatto a malapena in tempo. La tua amica qui dietro non è molto paziente."
Un risolino.
"Venivano dal Mare Giallo, vicino a El Posto Nuestro. E questo conferma tu stia lavorando per loro."
Una risata contenuta propaga nel giardino: "Oh, solo in apparenza, madamoiselle! Li ho lasciati da molto ormai. Il mio capo si è fatto abbindolare dai Clementi oltremare, ma io ho sempre avuto occhio per certe cose. Se in questa villa c'è qualcosa di nascosto che conduce al resto dell'equino, sarò io il primo a prenderlo. E sarà un gioco da ragazzi con Caroline al mio fianco."
"E ciò ti dà un notevole vantaggio per trattare. Due piccioni con una fava."
"Molto acuta, madamoiselle."
Schiocco la lingua: "Voi mariachi siete tutti fuori di testa..."
"Oh, come darle torto? Mais les temps des mariachis sont finis. I Banditos vogliono monopolizzare il Mare Giallo e farne un ampio campo di scavi per le risorse di Lakey City. Si sono scavati la fossa da soli, alleandosi con la malavita oltremare. Ho provato ad avvertirli, ma non hanno voluto ascoltare."
Quindi i Banditos stanno usando il terrorismo dei Festaioli del Mare Giallo per assicurarsi i loro business. Questo spiega molte cose.
"Perché me ne stai parlando? Non hai paura spifferi tutto alla Cyberpol?"
"Ah, madamoiselle. Lei è uno dei cyborg fuggitivi", rotea il revolver, "una IA che si ribella al Mainframe, interessata a fare soldi col crimine? Devo dire che affascina parecchio. E d'altronde, riconosco chi ama ildoppio gioco. Non siamo così diversi, moi e toi."
"Ti piacerebbe."
Io (o meglio la IA) e Terry ci siamo ribellati al Governo perché falsificava molti rapporti sull'energia vitale che ottiene dai siti Cyberpol, andando contro diritti umani e animali.
Hanno voluto creare una IA molto avanzata, ma non hanno tenuto conto che quella complessa intelligenza si sarebbe opposta alla loro stessa corruzione.
Se l'avessi saputo prima, non mi sarei mai offerta volontaria per quel progetto. Nemmeno per salvare mio padre.
El Verdiente è così trasparente perché è convinto non possa neutralizzare quella ragazzina. Il suo Jolly.
"Non mi hai più risposto riguardo la tua faccia", preparo la katana.
"Come le dicevo, Caroline non ama ricevere loschi individui a casa sua. La cicatrice me l'ha procurata lei, facendomi cadere dell'acido in faccia."
"Sei ancora vivo, però."
El Verdiente rimane in silenzio, a occhi chiusi e sorridente.
Strizzo gli occhi.
Perché ha smesso di raccontare?
"Fine della storia?"
"Fine della storia, madamoiselle. Caroline si annoia."
VIII – Appoggi Paranormali
Come un leopardo, scatto verso El Verdiente.
Lui tira fuori un revolver e spara.
Defletto il proiettile, azionando la katana ad alto voltaggio. Alzo pure un calcio e lo disarmo. Scio con gli inibitori di gravità e sono già alle sue spalle.
Infine lo immobilizzo e punto la lama alla gola: scariche elettriche gli pizzicano il mento
[MASTERware: CBRPOL-PLASM-GUN Mk7 digitalizzata e pronta all'uso]
"Ferma dove sei, StrappaLacrime", intimo con la pistola, "o gli taglio la carotide."
Finalmente un punto debole: tiene davvero a quest'uomo.
"Cattiva! Lascia andare il mio Verdi!"
"Ah, madamoiselle... non servirà a nulla. Se mi uccide, le sue torture saranno peggiori."
"Correrò il rischio", gli faccio ben sentire l'affilato metallo sulla pelle, "ora disattiva il software."
Il mariachi sogghigna: "Davvero non crede ai fantasmi? Come vuole, lo disattiverò. Ma non la fermerà di certo."
Pone una mano al polso, non prima di avermi chiesto il permesso con un cenno di capo.
Col mio consenso disattiva l'immagine e la ragazzina scompare: capelli e vestiti scivolano sullo sterrato del giardino.
Ma la falce rimane a mezz'aria.
"Ho detto di disattivarla. Totalmente."
"Desolato, ma non c'è altra tecnologia da disattivare."
"Allora cosa la mantiene in attività? Come l'hai placata in passato?"
Sorride, adocchiando il revolver a terra: "Ho scacciato via gli intrusi."
Digrigno i denti.
Il suo sguardo si fa più vittorioso. Ormai è palese: è lui il motivo principale per cui la YoiKen ha avuto problemi.
Ma ucciderlo qui e ora peggiorerebbe solo le cose.
"Le consiglio vivamente di uscire dalla villa."
La falce ha perso la pazienza: flutta lentamente, s'avvicina.
Perciò prendo in considerazione il consiglio.
Dandogli un calcio.
Svolto dietro e corro, abbattendo il portone con una spallata ad alta velocità.
Devo trovare un modo per neutralizzarla, e alla svelta.
"Scienziata, mi senti?" Urlo mentre percorro la sala ottagonale e mi dirigo al giardino dell'entrata.
Quella megalomane di un'altra realtà è l'unica persona abbastanza paranormale da sapere come aiutarmi.
Per fortuna non mi inseguono.
Sotto il buio azzurrino della cupola atmosferica, osservo la villa da lontano e medito sul da farsi.
[MASTERware: comunicazione in arrivo]
E questo cos'è? Che sia lei?
"Che volevi?" Sì, è il suo tono permaloso, "eroimpegnata."
"Ho un problema con un fantasma. Tu te ne intendi?"
"Fantasmi? Hah! Fantasmagorico!" mi ha quasi rotto un timpano, "ma certo che me ne intendo, per chi mi hai presa? Io stessa ero un demone, te ne parlavo l'altra volta."
Forse all'IA, ma la mancanza di questa memoria non sorprende: la sua eccessiva parlantina farebbe venire nausea, noia e fastidio a chiunque.
"Sì, sì, ricordo. Comunque, come posso neutralizzarne uno?"
"Neutralizzarli? Uh... onestamente non ho ancora fatto ricerche su come funzionano quelli del tuo universo, ma puoi trovare modo (heh, un classico) di farlo passare oltre."
"Come?" Taglio corto.
"Un fantasma è praticamente una presenza semi-vivente, o semi-morta, immateriale, connessa tra il reame della realtà tangibile e il reame spirituale intangib—"
"No ti prego, così uccidi me... vai al punto!"
Sento la smorfia da qui: "eh, insomma. Mi servono più dati. Più dettagli sul fantasma."
Cito testualmente la descrizione del target data dalla YoiKen e racconto in breve l'esperienza che ne ho avuto.
"Musica classica, eh? Aspetta un secondo."
[MASTERware: connessione interrotta]
Un secondo? Come quando l'ho chiamata due ore fa?
Neanche a pensarlo, e un varco ultra-dimensionale mi si apre davanti.
"Vieni, entra pure. MA NON TOCCARE NIENTE!"
A quanto pare non ha mai mandato giù quella volta che ho "giochicchiato" con uno dei suoi incubi tecnologici.
Stavolta, non mi ha invitato in una stanza piena di fiale, telescopi, gadget volanti e robot attaccati al muro.
È una sorta di sgabuzzino, più buio dell'orbita terrestre.
"Come ti dicevo, uno dei migliori metodi con conseguenze catastrofiche al di sotto del 25,75%, almeno nel mio universo, era quello di far passare oltre il fantasma."
"Come mostrarle la luce in fondo al tunnel?"
"Sì", fa sinceramente, "quella bambina ascolta musica tranquilla, perciò sappiamo che non potrà mai placarsi con vibrazioni del genere."
"Vibrazioni?"
"Ehi. Eri tu quella che non voleva spiegazioni lunghe."
"Non quando si tratta di chi devo uccidere. Non mi interessa l'esoterismo. Solo come eliminarla. Li puoi darmi tutti i dettagli."
Mostra un grugno: "...la destabilizzi con le vibrazioni: la musica ne è piena, sai? Vabbè, prova con questa..."
Tira fuori dallo scatolone una polverosa radio, dal design quadrato che strepita di vecchiaia.
"...e cosa dovrei farci?"
"Azionala."
Stavo per sfoderare la katana: uno schiamazzo demoniaco, mostruoso, rimbomba tra le pareti.
Chitarre e bassi sono partiti a tutto volume in un caos allucinante.
Mi limito a spegnere la radio.
"Musica = vibrazioni!" Esulta come se avesse vinto al casinò, "se ciò che è calmo le dà istinti omicidi, allora qualcosa di più caotico e pompato dovrebbe destabilizzarla."
"In effetti, la chiavetta che ho recuperato citava campi magnetici ed energia vitale."
"Ah, se c'è quella allora, la probabilità che il piano funzioni sale, in via approssimativa, almeno dell'80%! Con quel baccano riuscirai sicuramente a destabilizzarla!"
"Come una secchiona in discoteca?"
Sì. Guardo proprio lei, che mi sorride offesa e si gira dall'altra parte; ritirando il resto che aveva sparso sul pavimento.
"Assicurati che il volume sia al massimo e ci sia buona acustica", mi fa, "devi sovrastare le sue vibrazioni con le tue. La musica calma deve essere un suo rituale. Fantasma o non fantasma, spezza quello e smonti il suo intero mantra. Dopodiché puoi aiutarla ad andare verso la luce."
È in questi momenti che rimpiango l'essermi separata da Terry.
"Mi basta", prendo la radio, "a volte mi chiedo se il tuo intelletto non sia troppo grande per la tua testa. Non mi sorprenderebbe se il vero cervello sia in realtà enorme quanto un grattacielo, e lo hai dovuto trapiantare e conservare in una vasca gigante."
Per una volta non se la prende.
Anzi, sogghigna: "Modestamente. Ti ricordo che poggi i piedi su un universo "artificiale". O almeno, per modo di dire. Insomma, che ti aspettavi da una mente eccelsa come la mia?"
"Un demone, a questo punto."
Sembra averla scossa. Eppure se ne vantava lei stessa qualche minuto fa.
Ma non sono qui per conversare e scherzare allegramente.
E poi si metterebbe di nuovo a parlare delle sue invenzioni...
"Tieni", mi fa all'improvviso, "ma non usarlo per venire qui. Anche se ho cancellato le coordinate, per evenienza."
È il mio vecchio dispositivo per i varchi ultra-dimensionali.
Ghigna, sadica: "Ho migliorato di molto le misure di sicurezza. La mia è una cortesia, quando ti dico di non tornare."
In effetti, chissà da quanto tempo non mi vede. Alla fine qui il tempo è diverso, e sto di sicuro parlando a un suo clone: questo posto ne è pieno.
"Capito. Ora vado, grazie per il giocattolo."
"Vedi di non romperlo. Lo rivoglio indietro."
"Ma se è solo una vecchia radio."
"No, fa anche il caffè."
Oh, è vero.
Con un bottone e due secondi, mi ha preparato un espresso.
IX – Sopralluoghi Inattesi
Non sono mai stata suscettibile.
Né mi spavento facilmente, però questa ragazzina... ha destabilizzato perfino la stoica IA delle nanomacchine.
Se prima non credevo ai fantasmi, adesso lo sto rivalutando.
Tuttavia, sono cresciuta con un sangue freddo.
E poi, ho già scoperto i suoi punti deboli.
È una fortuna che abbia calibrato il varco ultra-dimensionale sopra al tetto di una delle torri di guardia della villa, e non in uno dei giardini.
L'intero buio azzurrino del perimetro è circondato dalla Cyberpol: stanno setacciando dentro e fuori, accompagnati da luci di torce e da Sentinelle in modalità Segugio.
Ciò mi mette i bastoni tra le ruote, ma sono curiosa di vedere cosa faranno quei due.
[SCANSIONE SONAR BIOTERMICO-AUDITIVO TERMINATA]
[RILEVATE VENTUN FORME DI VITA UMANOIDI, QUATTRO SENTINELLE DI TERZA GENERAZIONE, E TECNOLOGIA CYBERPOL ATTIVA]
[RILEVATA PRESENZA DI ECTOPLASMA CONCENTRATA AL PIANO TERRA]
Bene.
È la mia occasione per raggiungere il tiburio sopra la stanza ottagonale e posizionare la radio.
Devo usare il meno possibile varchi ultra-dimensionali: la Cyberpol potrebbe rilevarli.
Nell'avvicinarmi, una musica familiare parte da dentro, e una Sentinella nel giardino piccolo si allerta.
Vedendola correre dentro, anche le unità Cyberpol vanno in allerta: "Ha rilevato qualcosa. Seguiamola!"
Facendo poco rumore, rimodello le dita in modo che passino attraverso la fessura che chiude la piccola finestra.
Tasto la guarnizione, e trovo il blocco di sicurezza.
Lo rompo e apro le ante: violini e flauti si propagano anche all'esterno.
Altre Sentinelle nel giardino più grande accorrono anch'esse verso la villa, ma quegli altri Cyberpol esitano a entrare.
Ottimo.
Attirata la loro l'attenzione, ciò metterà di più i bastoni tra le ruote anche a El Verdiente e StrappaLacrime.
La fonte di ectoplasma è rimasta al piano terra.
Mi avvicino alla vetrata che affaccia sulla sala ottagonale di sotto, e senza farmi vedere, sfascio col piede l'mp3 della ragazzina.
Per il momento, niente più musica.
Sotto di me voci sussurrano a bassissima voce, ma l'amplificazione della cupola li tradisce.
"C'è movimento di sopra. Voi tre e la Sentinella: andate a vedere. Noi rimaniamo qui."
"Signore... rilevo tecnologia cyborg di terza generazione..."
"Terza?" La voce alzata ha allertato anche gli altri lì vicino, "sei sicuro? Sarebbe un supporto esagerato."
"...comandante, e se fosse uno dei fuggitivi?"
"...può darsi. Occhi ben aperti, io intanto avverto la Stazione."
Era solo questione di tempo, ma ciò non mi turba.
Posso sparire in un'altra dimensione quando voglio.
Le luci sotto di me, all'improvviso, si spengono.
Nel buio, strisce del neon delle loro tute, i fasci di luce delle loro torce, e il raggio rosso dell'occhio da ciclope canino della Sentinella rimasta, si voltano ovunque, vaganti e confusi.
Sento arrivare qualcuno dalle scale dietro una porta.
Qualcosa la sfonda.
Torce bianche raggiano per la stanza nera, colorata a tratti dall'azzurrino terrestre che entra dalle finestre.
Dal nulla, delle grida strepitano dal piano di sotto.
Un rimbombo di spari si confonde tra tutte le pareti.
Ne approfitto: mi stacco dal soffitto e atterro sul cane robotico con la katana, mirando alle fessure sulla schiena.
Scintille spizzicano, e una micro-esplosione illumina la stanza per un attimo.
Altre urla riecheggiano da sotto: "AAAAARGH! NO! NO! AIUTO! AIUT—!"
Davanti a me: "Che caspita sta succedendo?!"
Spara senza mirare.
Mi paro col braccio la faccia e corro verso di lui.
I proiettili si ficcano nell'esoscheletro, ma lui viene tramortito con una gomitata.
Il sordo suono che ricorda quello di una bottiglia stappata mi coglie alla sprovvista.
Un bagliore più rumoroso.
[DANNI CG-EMP RILEVATI. RICALIBRAZIONE AUTOMATICA DEL SISTEMA.]
...un lanciagranate CG-EMP.
"Quella tecnologia non funziona con me. Dovreste saperlo."
"Squadra Alfa, mi ricevete? È uno dei cyborg fuggitivi! Ripeto: ho trovato uno dei cyborg fuggitivi! ...Squadra Alfa?!"
Non perdo tempo: materializzo la pistola al plasma dal Teradisk e la testa gli esplode.
Sistemati loro, mi avvicino alla vetrata.
Accendo la torcia e scruto di sotto.
Quel che vedo è raccapricciante: cadaveri in armature blu e rosse tranciati a metà, accasciati tra loro, come cumuli di immondizia in discarica, coi caschi ancora dondolanti per terra; chiazze e strisciate di sangue ovunque sporcano sia il pavimento che gli affreschi di satiri e di angeli sulle mura.
I loro bulbi oculari penzolano di fuori, col nervo ottico sfilacciato dalle cavità oculari; i volti sfigurati dappertutto su zigomi e guance – stracciati e sporcati tra rosso e rosa – da cui fuoriescono le strisce bianche delle ossa slogate della mandibola.
La Sentinella, dall'altra parte, è stata conficcata sul muro. Decapitata.
Appesa dal petto con la lama della falce; e davanti il manico girato sottosopra, che le vieta in qualche modo di cadere sul pavimento.
"Macabro, vero?"
Fa El Verdiente dalla porta sfondata.
Tiene in mano una rosa, annusandone i petali.
"Strano che attacchi le forze dell'ordine", mi giro di nuovo verso la scena, "anche per una psicopatica come lei."
Mi aveva detto che non le piacciono i tipi loschi.
L'unico motivo per cui abbia attaccato la Cyberpol, è perché deve averla persuasa che siano tali.
Si sentono altre urla più lontane schiamazzare dai giardini.
"Ah, madamoiselle. Sono sempre degli intrusi. Intrusi che avete attirato voi."
"Già, e avranno avvisato la stazione più vicina. Proprio perché ci sono io, arriveranno anche le squadre speciali e la zona sarà messa in quarantena. I tuoi piani stanno per andare in fumo."
"Questo è quel che crede lei, madamoiselle. Caroline è praticamente intoccabile e io posso sempre camuffarmi. Mentre voi due vi occuperete degli ospiti, io sarò fuori da qui col resto del cavallo."
Lo guardo per un secondo, in silenzio.
"Quindi lo hai già trovato..."
Lui scruta l'orologio: "Fossi in lei terrei d'occhio le comunicazioni dalla Terra."
Di cosa sta parlando?
Nello stesso momento, ricevo un messaggio neurale.
"Novantanove, ritirati. Il contratto è annullato."
"Cosa?!"
"Ti manderemo la cauzione e gli interessi come da accordi. Non abbiamo più bisogno che elimini il target. Se hai bisogno di contattarci, sai dove trovarci. Per il momento interromperemo le comunicazioni con questa linea neurale."
[CONNESSIONE NEURALE PERDUTA. IMPOSSIBILE RITRASMETTERE.]
Fantastico.
"...sei già sceso alle trattative con la YoiKen."
"Exactement, madamoiselle. Il Mainframe collabora in segreto con alcune organizzazioni malavitose, ma oggi hanno la scusa perfetta per indagare sulla YoiKen. Trovare prove che li incriminerebbero, li renderà molto più felici e a posto con la coscienza", sogghigna con una risata contenuta, "dal canto mio, ho già assicurato ai nostri amici in comune di sbarazzarmi degli ospiti indesiderati. E voi... oh, madamoiselle, se non siete l'esca perfetta per farli allontanare."
"Quindi i cadaveri di sotto sono una perfetta messa in scena?"
"Exactement. Penseranno sia stata lei. E qualsiasi cosa farà la madamoiselle, Caroline ucciderà tutti gli intrusi. Uno a uno."
"E intanto tu te la svignerai col bottino. Peccato abbia distrutto i tuoi server. Come porterai una statua simile a grandezza naturale altrove, senza esser visto e senza teletrasporto?"
Non mi risponde.
Anzi, stavolta, la sua risata scoppia, a tal punto di trattenersi la faccia con una mano: "Pensava davvero che fosse l'unica postazione, quella?"
È furbo. Fin troppo furbo...
Chissà da quanto tempo stava pianificando il furto.
Come se non bastasse la stanza si è appena fatta più fredda.