3099 – Il mio nome è John Beer (PARTE 1 di 2)

scritto da anderwritten
Scritto 9 mesi fa • Pubblicato 11 giorni fa • Revisionato 11 giorni fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di anderwritten
Autore del testo anderwritten
Immagine di anderwritten
Secondo racconto autoconclusivo della serie 3099, nato su THe iNCIPIT: uno spaghetti western ambientato nel futuro!
- Nota dell'autore anderwritten

Testo: 3099 – Il mio nome è John Beer (PARTE 1 di 2)
di anderwritten

I – Sabbia Piatta


Moriamo tutti di caldo qui.

Se non fosse per le scorte che ci porta il Governo, e la micro-stazione Cyberpol che di notte illumina questo posto dimenticato da Dio, probabilmente moriremmo e basta qui.

Specie se si pensa al fatto che Sandovac è un piccolo quartiere in mezzo al nulla, che a momenti perfino i banditi del deserto ignorano.

Sì, probabilmente dovrei ringraziare questo fatto.

Da quel che si sente in giro, stanno causando miliardi di problemi.

Infatti nel Mare Giallo vige una semi-anarchia da millenni, che neppure il Governo Globale riesce a smantellare. Qui ci sono bestie che nemmeno se rinchiuse smettono di abbaiare. Perfino la malavita oltremare ha gli occhi puntati sul petrolio e sulle altre risorse di queste sabbie.

E poi ci sono loro, i clienti: tutti abituali. Tutti di Sandovac.

Tutti ignari, tutti ignoranti, o tutti volutamente ignoranti su questi fatti.

I più fatti, infatti, sono proprio loro: come Bill, che sniffa cocaina dalla mattina alla sera, da anni in solitaria nel solito angolino semi-buio del locale, pensando di non farsi scoprire, quando in realtà tutta Sandovac lo sa già.
Sta di fatto che tutti, qui, si annoiano.

Magari lo scopo è venire a svagarsi, ma cosa puoi fare in questo buco di culo?
Certo noi umani siamo strani: tanti odiano la monotonia che fa funzionare le cose, eppure sono disposti a sperare perfino che capiti qualcosa di male, pur di avere a che fare con qualcosa di diverso dal solito e spezzare la noia.
La nostra unica fonte "sicura" di "innovazione" qui a Sandovac, è quella donna, un cyborg di prima generazione, che sta fuori quasi tutto il dì a osservare pellegrini e viandanti che si fermano di rado nel paese.

I turisti la chiamano "L'Oracolo di Sandovac".
Noi del posto, invece, "Occhio Rosa".

Non si sa come, non si sa perché, ma la sua divinazione ci azzecca sempre. La saggezza e i consigli che ci offre gratuitamente ha aiutato molti di noi in questi ultimi anni.

Be' tranne me. Da quando c'è lei ho la capacità di fare questi inutili, lunghi discorsi, e drammi mentali.
E far passare il tempo così.

Proprio ora Pete, l'unico cliente a cui piace quella robaccia distillata al latte – "Moostache Cactilia Cocktail" –, mi guarda coi baffi sporchi di schiuma, poggiato al bancone col mezzo gomito, e interrompendo il mio monologo interiore.

"Ne hai un'altra?"
"No", gli rispondo.
"Ma se hai il retrobottega pieno."
"E tu hai da pagare sette giri."
"T'ho detto che poi ti pago!"
"E io t'ho detto che di credito non ne faccio."

La porta del saloon si spalanca.
Tutti i clienti si girano verso la sorpresa.
Mani alle armi. Teste voltate.
Qualcosa di nuovo? Qualcosa che scatena una rissa? Ci si sgranchisce?

Una cosa è certa: ha spezzato il silenzio, la noia, e soprattutto la cerniera della porta d'ingresso.



II – Auguri Animati


Poggio una mano sotto al bancone, e sfioro il calcio del fucile.

Giusto per evenienza: con quei due martelli che tiene in mano non credo proprio voglia costruirmi una porta migliore.

Con Berta vado sempre sul sicuro. Non mi ha mai abbandonato, non come le altre mie quattro mogli; una lupara è più fedele.

Sa come farsi amare e farsi cercare, specie quando ti stuzzica col fascino dei suoi proiettili CG-EMP, che tirerebbero giù perfino uno di quei cyborg governativi.

Per cui quell'automa deve solo fare un passo falso...

"Oh, John" mi fa Pete, "hai visto com'è vestito quello?"

"Lo vedo, Pete."

Bill prepara altre strisce sul tavolo in disparte: "Non abbiamo nemmeno addobbato, e questo si presenta qua per festeggiare?!"

Rauche risate, piene di sputazzi e mezzi scatarri, rimbomba per un po' tra le mura del locale.

"Ma poi cosa festeggi?" sghignazza sempre lui, ricolmo di indignazione, "la nuova moda della barba su un corpo di latta?"

"Alcuni dicono si festeggiava la nascita di un uomo che sarebbe risorto dai morti", gli rispondo, un po' per calmarlo, "altri che un altro tizio aveva regalato giocattoli in beneficenza ai bambini.

Un altro mito racconta addirittura di un extraterrestre dai poteri sovrannaturali che avrebbe distrutto tutto se non ci fossimo comportati bene..."

"Ma come si fa a credere a 'ste boiate, John! Dai!"

"Ah, non guardare me. Sta di fatto che è l'unico periodo dell'anno in cui chi può permetterselo dà qualcosa a qualcun altro."

"Gratis?!?"

"Sì, o almeno ci si prova a non chiedere nulla in cambio. So che per voi ignoranti è pura fantasia, ma nelle grandi città è tradizione annuale."

Bill sbatte la testa sul tavolo, per poi rialzarla sporca di polvere bianca: "Se'! È solo una sceneggiata per mettere in tasca denaro e potere a quei luridi che ci controllano dall'alto, te lo dico io, te lo dico! È tutto consumismo!"

Di nuovo con le sue teorie complottiste. Però aveva ragione, in un certo senso.

La gente di città non aveva di certo i loro stessi problemi finanziari.

Sta di fatto, che quell'automa, mentre lo schernivano, si è già seduto al bancone.

Non mi guarda neanche.

Al che penso: in effetti ci sono automi e automi.

Il Governo ne ha vietato la produzione, riproduzione e distribuzione, poiché con le nuove politiche, oramai sono superati.

Ci sono quelli pre-programmati, che agiscono sotto input e ordini verbali di chi li ha creati o di chi ne ha le chiavi di accesso.

Oppure quelli ex-medio-orientali che, a quanto dicono, funzionavano con l'energia vitale degli esseri viventi, poi destituiti e smantellati dal Governo per ovvi motivi.

Anzi, possedere uno di questi affari oggi è puro collezionismo, perché solo le istituzioni possono ancora adoperarli.

E vederne uno vestito e addobbato da feste natalizie, arrugginito ma ancora funzionante, possente per 2 metri e mezzo d'altezza, e soprattutto molto asociale, mi fa venire voglia di interrogarlo con Berta.

L'automa mi guarda e finalmente mi rivolge parola: "Ho un regalo da Presentopoli per l'Oracolo di Sandovac."

Che mi venisse un colpo. Cos'è Presentopoli, ora?

Non riesco nemmeno a ragionarci su che altre risatacce si fanno sentire nell'aria.

"Dai, amico. Prendi la slitta e vola altrove", gli picchietta la spalla Pete.

"La mia direttiva è l'Oracolo. Non posso andarmene finché non gli ho portato il regalo".

Noto meglio solo ora che tiene una sacca di cuoio tra le spalle.

"L'Oracolo è fuori. Di solito si siede su una panca qua vicino."

"Non c'è nessuno fuori."

Strano.

Va bene che Sandovac è un mortorio, ma Occhio Rosa di solito è sempre fuori a quest'ora.

"Sul serio? Guarda bene."

"Le assicuro che nemmeno i miei sensori la percepiscono, signor barista."

"Il mio nome è John Beer, ferraglia. E spero per te sia solo una svista."

La cosa mi preoccupa troppo. Occhio Rosa non si allontana mai dal paese senza avvisarci.

Perfino il sindaco, con la figlia dello sceriffo tra le gambe, mi guarda con una faccia incerta.

Poggio il bicchiere e mi dirigo verso l'entrata sfondata.

"Vieni anche tu, Babbo di latta. Mi devi una porta per Natale."

"Ehi!" Mi urla Pete, "e il mio drink?!"

Lo ignoro. Prendo Berta ed esco. E l'automa mi segue.

Ma come se non bastasse... anche fuori le sorprese di fine anno non mancano.



III – Fuochi Artificiali


Come esco mi vedo passare davanti dei destrieri meccanici al galoppo.

Dei banditi mariachi sparano su qualcuno che scappa più avanti.

"I Pazzi Festaioli del Mare giallo?" Mi esce ad alta voce.

Al che guardo chi stanno inseguendo, e con altrettanto stupore noto Occhio Rosa cavalcare in secondo posto, accompagnata da una donna dai capelli rossi, dentro un'impermeabile nero con cappuccio a peluria bianca, che di tanto in tanto risponde al fuoco a colpi di pistola al plasma.

"Che mi venga un colpo... quell'arma è militare. Cosa sta succedendo qui?!"

Nemmeno il tempo di dirlo. Il Babbo automa inizia a correre a passi lunghi e pesanti verso di loro.

Stanno uscendo di città con il nostro Oracolo e non so quanto sia una buona idea inseguirli.

"Dannazione!"

Corro dentro, ignorando sguardi persi e battute ignare.

"Ci stanno fregando l'Oracolo!" È l'unica spiegazione che gli do.

"Cosa?! Chi?!"

"I mariachi!" Rispondo ed entro di fretta nel retrobottega, uscendo subito nel cortile sul retro.

Salgo sul mio destriero e mi fiondo alla rincorsa.

Galoppando nel mezzo di un infinito niente color giallo, riempito ogni tanto da satelliti artificiali caduti e da due Soli all'orizzonte, mi appresto a raggiungere la combriccola che esulta sparando.

"AYY! AYY!" Urlano di continuo a suon di rivoltelle e fucili.

Qualcuno di loro sta per gettare un laccio di corda su Occhio e l'altra donna.

"Oggi l'Oracolo non è disponibile per consulenze!" Gli rispondo, ormai avvicinato al suo destriero.

Anche Berta gli dice la sua, spingendolo giù dal cavallo metallico con un suono assordante, che cattura l'attenzione degli inseguitori.

"AYY! MALEDETTO HIJO DE—!"

Un colpo al plasma frigge la faccia a quell'altro.

"Non avevo bisogno di rinforzi", mi adocchia la donna con uno sguardo rosso e penetrante.

Solo guardandole il collo cibernetico e le braccia bioniche mi accorgo che è un cyborg di terza generazione.

Non ha addosso un'uniforme militare... ma so per certo che a mettermici contro, non avrei speranza.

Però ormai sono qui e non mi va a genio che stia portando via la nostra divinatrice.

Non riesco a dirle altro, che già qualcun altro mi sta sparando addosso.

"Maledizione!" Cerco di ripararmi sotto il collo del destriero.

Proprio in quel momento, sento tonfi pesanti in lontananza farsi sempre più vicini.

È il Babbo Natale meccanico, che con le sue gambe cibernetiche, da cui spizzicano scintille per lo sforzo enorme di raggiungerci, all'improvviso salta sopra un destriero.

Il povero malcapitato non fa in tempo a sparare che le pesanti gambe destabilizzano lui e il suo mezzo, facendoli cadere entrambi.

Mi guardo dietro, stupito da quella forza sovraumana. L'automa lancia uno dei suoi martelli come un tomahawk, e un secco suono prende in pieno un altro bandito davanti a me: "AyYyY?!"

Gli altri sparano e mi mancano, ma il fuoco di soppressione mi acceca i sensi.

Un altro colpo al plasma ne secca uno: "Tu e il tuo automa! Tornatevene in città!"

Pensa davvero che quello scherzo ingegneristico sia mio...

"Ti darei anche retta, ma è affare di tutta Sandovac quando si tratta dell'Oracolo!"

"John, non sono in pericolo! Non mi sta rapendo!" Mi risponde Occhio Rosa.

"Cosa—"

Un colpo mi ferisce alla gamba.

"AYY! CREPA, PAYASO!" Mi becca anche la spalla.

Quel che sento ora, è solo il mio corpo sbattuto qua e là sulla sabbia.

Come finisco di rotolare male, inizia a farsi sentire il calore eccessivo dei due Soli senza vento, e il dolore lancinante dei proiettili nella carne.

"Argh—"

Sì è tutto quel che mi viene da dire.

I destrieri si fanno sempre più lontani.

Di riflesso, mi copro la testa per i tonfi assordanti che mi passano vicino. E anche il Babbo diventa un punto sempre più piccolo.

A occhi stretti cerco di seguirli: almeno con lo sguardo.

Finché non sento una musica dietro di me farsi sempre più vivace.

Qualcuno... sta cantando in lingua arcaica?

Cerco di girarmi da sdraiato, e vedo in lontananza da dove sono arrivato...

Altri Festaioli.

Uno di loro, vestito di nero (no aspetta è bianco?), sfoggia una chitarra, suonandola e cantando in coro con gli altri.

Mi balena nella mente il pensiero di mandare un messaggio neurale alla stazione Cyberpol del paese, però già quel cyborg dovrebbe essere proprietà del governo.

Perché portano via Occhio? Perché i banditi li stanno inseguendo?

Dannazione, troppe domande pungenti mentre sto soffrendo come un cane!

E quei Pazzi Festaioli hanno appena interrotto la canzone.

Alzo a malapena la testa solo per accorgermi che mi hanno parcheggiato davanti.


IV – Lirica Festiva


Non ci voglio credere. Speravo fosse un miraggio.

Tra tutti i banditi, proprio Mario Marriacas.

Ecco doveavevo visto quel vestito: è il suo distintivo holo-abito cerimoniale, checambia di nero e in bianco come una spirale a due colori che continua a girare.

E il fatto che il capo dei Festaioli sia qui è preoccupante. La situazione è più grave di ciò che pensavo.

Come mi vede, Marriacas prende qualcosa dal rimorchio del suo carro e scende dal destriero.

Si avvicina e inizia qualche nota di chitarra.

"Guardaaaaaati aquiiiii... El fusto sputa-sabbiiaaaaa..."

Una serenata è proprio ciò che mi mancava.

"Guardati aquiiii... El pendejo pierso e desorientadooo..."

"Ridateci Occhio Rosa, buffoni!"

"AYAYAY..." Si ferma dal cantare, "non scaldarte più de quanto non faccia el desierto. So che vuol dire quando te STRAPPANO DE DOSSO qualcuno de importante, amigo mio..."

"Smettetela di inseguirla allora!" Gli sputo vicino alla scarpa.

"Me spiace, amigo mio", fa lui senza rimorsi nella voce, "ma quella tua amiga pelada ha preso qualcosa che ce appartiene. E noi ce la riprenderemo!"

Con ciò stringe una mano al pugno. Chiude gli occhi come se stesse contemplando l'aridità dell'aria, e la musica riparte un po' più accesa.

"Occhio non mienteeee!
L'alma che scorgeee!
El malocchio de la genteeee,
ce ha engãnado de nuovooo!

"Ma che... ora ti metti a cantare?"

"Tu perso con la lupaa!
Noi persi nel tiempo!
El cyborg te ha presoo,
El più grandee amooor!"

"Ma di che parli? Occhio Rosa non è-"

Un bandito alza la canna di Berta. Vedermela puntata addosso fa un brutto effetto.

"Non detener el pintor mientre dipinge la tela!"

L'ho proprio offeso: le note ora sono più aggressive. Sembra uno di quei remix di basso e tamburi che ascoltano al bar a tarda notte, per tenersi svegli dopo una sbronza.

"Policia quitado moglieeee!
Preso luiii, lui ha preso me!
El futur de la mia pelleeee!
El sangre del mio sangreee!"

Ora calpesta un serpente a sonagli, che mi guarda male.

Dentro di me sento il suo sguardo e il sibilo della coda.

L'altro bandito mi tiene concentrato sulla lupara: me la punta addosso e la ondeggia come un serpente che attacca.

Anche il ritmo di Marriacas attacca più veloce: gli altri iniziano a suonare maracas e tamburelli, rimeggiando con lui.

"Diente per diente! (ohiohiohi)
El Governo pagherà! (ayayay!)
Ogni singol centavo,(ohiohiohi)
Che lui mi chiederà! (ayayay!)
Pagherà per ogni lacrima,
della mia per-sa e-re-di-taaaaaaaaaaaaà!"

Tutti quanti iniziano a sparare all'aria, coreggiando.

"AaaaaaaaaaaH! (HA!)
La giusticia d'el Govierno!
Te toglie, dalle mani,
Ogni tuo più caro amooor!"

Ormai il serpente viene continuamente schiacciato dal calpestio del suo piede.
Finchéun ultimo pestone fa arrabbiare le sue fauci su di me.

"E tu lo sienti!
Quel SENSO,
Quello ATROCE!
De COLPA,
Non TUA!
Che l'alma t'AFFIOOOR!

(Ayayayyyyy!!!)

Te sbudella! Te incavia!
Te disfa! TE SBRANA!
TE ANNIENTA! DILANIA! MANNAIA! TE STRAPPA DAL CORP! OGNI CELLULA DEL COR!

"C-cosa c'entra tutto questo col tuo lutto—"

Mi ignora, troppo preso ormai:

"EL GOVERNO! VUOL SALVAR!
PENSA A TE! NON PUOI SBAGLIAR!
CE TIENE!
TE TIENE!
VE TIENE!
LO TIENE!
SOLTANTO PEEER... VOOOOOOOOOI!"

"HA!" Sento un colpo secco dietro il capo.

~

"Eh te capisco."

Dove sono? La mia testa...

"Che poi te dicono de stare al passo e te ciulan soldi! Non gliene frega niente se non hai di che pagar"

Sento due voci parlare...

"Con Mario siam più liberi da cose legali, amigo, non devi temere este cose."

"Ay! Vojono che stiamo al passo. Al passo, te rendi conto? Mettono tecnologie a prezzi desumani e direttive empossibili da seguir—"

Uno sparo mi fa sbarrare gli occhi.

"TE HO DETTO DE SMETTERLA CON ESTE STRONZATE! PIANTALA DE FARMI LA TESTA COSÌ DE TUE LAGNE!"

"Calma voi due", fa la voce di Mario fuori dal rimorchio, "gliela faremo vedere al govierno. Son loro a crearse nemici come noi. Per adesso pensiamo a barattare el dispositivo magico con este hombre, AY! Occhio Rosa non potrà dir de no!"

"AY! AY!" Altri spari, che bucano il telo sopra, "sei el più furbo, capo!"

Non si sono accorti che mi sono svegliato...

Vogliono... barattarmi? Forse questa è l'unica occasione che ho per fuggire. O fare qualcosa...

Dovrei saltare giù dal carro? Non sento più la gamba.

Però... me l'hanno fasciata.


V – Complotti Mascherati


Mi conviene fare l'opossum.

Non si sa mai che parta qualche colpo di sfuggita.

Chiudo gli occhi e, passivamente, li ascolto.

Magari oltre che sparare all'aria, fanno saltar fuori qualcosa che ignoro.

Anche perché... non è tanto la gamba, ma il dolore alla spalla a non permettermi di muovere il braccio.

Scappare con queste fitte fisse e lancinanti sarebbe impossibile.

"Ma capo..." fa uno dei due che mi sorvegliano, "cos'è esto dispettivo magico?"

Sento un colpo leggero, probabilmente una sberla in testa: "DISPOsitivo, ignorante!"

La voce di Mario si fa sentire poco più lontana: "È el nostro asso nella manica per avanzar l'alfier e far scacco al Mainframe. Ma ve lo spiegherò mejo quando arriveremo, amigos. È cosa sicura che anche Novantanove e la divinatrice sono dirette dove siam diretti noi, AY!"

"Ay! Niente può sfuggirte, capo!"

"Sei troppo intelligente, capo!"

Mainframe? Novantanove?

Cosa stanno architettando questi terroristi? Un attacco su scala globale?!

Che "Novantanove" sia il nominativo di quel cyborg?

In effetti, ora che ci penso, quelli di terza generazione non sono del tutto umani. Sono vere e proprie macchine militari al servizio del Governo.

...mi chiedo chi veramente possa vendersi così facilmente.

Neanche la figlia del sindaco lo farebbe: dovrebbe farsi ammazzare, mettere cervello e cuore in un corpo cibernetico, e perdere ogni libertà cognitiva tramite l'IA presente nelle nano-macchine.

Ma la vera domanda è un'altra: perché uno come Mario Marriacas dovrebbe interessarsi al Mainframe? Non gli basta il deserto?

Scuoto di poco la testa.

No... non può essere interessato al Mainframe...

Sono tante le dicerie su dilui: c'è chi dice abbia perso moglie e figli e abbia lasciato la vita contadina per unirsi ai Festaioli. C'è chi dice sia stato lui stesso a creare questo gruppodi cantanti malati, dopo aver sciolto la band a Dream Streets; e c'è chi ancora dica sia un Nerone in incognito che vuole vendicare tutti i suoi simili mortianni fa durante la guerra intergalattica...

Insomma, come qualsiasi altra cosa che appartenga a questo deserto dimenticato da Dio, ogni storia viene sepolta sotto la sabbia. Oppure diventa un mito.

E quell'uomo, onestamente, sta portando dietro sé una discreta fama, dopo i danni alle strutture idriche.

Ma perché interessarsi addirittura al Mainframe?

Ne dipende l'intero pianeta... noi e loro compresi!

Nessuno può essere così pazzo!

"Ehi Tony" fa uno dei banditi, "hai visto che faccia ha esto pendejo?"

"Ay, pare 'na star d'el cinema!"

Approfitto che sparlano del mio volto per mandare un messaggio neurale alla stazione Cyberpol di Sandovac, e avvertirli del rapimento.

"E hai visto che magnificenza tiene tutto per sé?"

Ho gli occhi chiusi, ma so che parlano di Berta.

"Ay. Un bel peccato che se la tenga uno como lui!"

Sento per un secondo del silenzio.

"Capo. Ma esto qui dove lo sotterriamo? È un peccato buttare esto gioiello con lui..."

Sento un altro colpo leggero.

"Te ha appena detto che ce serve vivo per barattarlo con el dispositivo!"

"Oh, ay, ay..."

"Dallo a me esto fucile! Te te dimentichi pure como sparar!"

"OY! No! Lascialo!"

Sento gemiti e lievi rumori metallici.

Apro di poco gli occhi solo vederli tirare entrambi Berta, come due bambini che litigano per un giocattolo.

Spero sia carico, quel giocattolo... magari si ammazzano a vicenda.

Al che uno sparo mi sfiora i piedi.

"AY! VOLETE STARVE CALMI LÀ DIETRO?"

I due si acquietano subito. Per poco ho temuto al peggio.

Grazie Mario. Almeno non me la rovinano.

Per il resto del viaggio, li sento solo ridere e sghignazzare ogni tanto, ma non dicono null'altro.

Finché la voce del capo spezza il silenzio: "Oy. Svegliatelo. Siamo quasi arrivati."
Il bandito più ignorante mi punzecchia con la canna di Berta.

"Ehi! EHI!! Svegliate, pendejo!"

Faccio finta di aprire gli occhi dopo un lungo sonno.

"Dove... sono?"

"Sulla mia umile e rispettabilissima conestoga, amigo mio", mi risponde Marriacas.

"Mi hai lasciato vivo per usarmi da ostaggio?"

La mia domanda li ammutolisce per qualche secondo.

"Non te barattiamo con qualcuno", risponde Mario, in tutta calma, "ma con qualcosa. Vieni aquì davanti, amigo."

Inizialmente, non lo potevo vedere bene, ma sporgendomi in avanti noto che mi sta invitando a sedere vicino a lui con la mano. 

"Non mangio mica, sai? Non siamo diventati cannibali. Non ancora, AY!"

Perché tutta questa confidenza?

Forse perché se gli tiro un cazzotto quelli lì dietro sparerebbero senza esitazione?

Sì, è per quello.

In più, quando è arrivato, ricordo che era accompagnato da più mariachi.

Infatti sento ancora i trotti dei loro destrieri ai lati del carro.

Mario mi guarda: "Oh, non preoccuparte, amigo. El peggio è passato. Ce divertiremo assieme da adesso in poi!"

Mi indica più avanti: oltre l'orizzonte che viene chiuso da una bassa e sottile catena montuosa, dove mi mostra una grande e larga rientranza scavata nella roccia.

"Una caverna...?"

A dirla tutta, mi sorprende di più ciò che sta oltre il lontano effetto ottico annebbiante del caldo.


3099 – Il mio nome è John Beer (PARTE 1 di 2) testo di anderwritten
2

Suggeriti da anderwritten


Alcuni articoli dal suo scaffale
Vai allo scaffale di anderwritten