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Ho visto in una pozza il mondo intero
e adesso santo padre mi confesso:
gemo d’angoscia al vento del tuo impero,
la mia fiducia è vinta al tuo riflesso.
Ho interrogato il cielo e da buon fesso
nessuna stella è in volo. Quel che spero,
è riscoprirti lungi dal cipresso
che rassegnato ombreggia, il mio pensiero.
Ora la notte infiamma e sparge il pianto
d’una povera madre al figlio in resti,
è rotto il grido come la sua croce.
Sussulta il cuore in un continuo schianto.
Padre perché t’inquieti e ci calpesti?
Perché ci neghi il sol della tua voce?