Ricaduta

scritto da ritaglididiario
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 3 anni fa • Revisionato 3 anni fa
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Autore del testo ritaglididiario

Testo: Ricaduta
di ritaglididiario

Dopo tre lunghi mesi ci sono ricaduta.

Era da luglio che non lo facevo, pensavo fosse la volta buona e invece eccomi qui a rimuginare in continuazione il momento in cui è successo. Non fa male solo pensarci, ma fa male anche scriverlo, perché lo rende concreto; ormai non può più essere frutto della mia immaginazione, non posso negarlo; mi trovo davanti a queste parole e ciò rende vera la scelta che ho preso. Da ieri, non riesco a smettere di ripetere nel mio cervello la scena, era sera tardi, stavo piangendo pensando a quanto fossi resistita senza, per poi cedere ad un dolore, che anche se così breve e insignificante, ha un impatto che travolge completamente.

Se devo dirla tutta, una piccola parte di me sapeva che sarebbe successo, se non oggi, sarebbe stato domani, se non il giorno dopo, sarebbe stato quello dopo ancora. D'altra parte, pensavo, o forse mi piaceva pensare per compiacermi, che sarei stata abbastanza forte dal resistere; invece, mi sono piegata al mio dovere di proteggermi per un istante fugace di puro dolore.

Credo che uno dei tanti problemi riguardo alla mia ricaduta, sia proprio questo, ogni volta che cerco di allontanarmi da questo dolore, è come se mi mettessi da sola su un piedistallo, soprattutto quando passano diverse settimane, mi sento così fiera di me stessa tanto dal pensare che non succederà mai più. Questo orgoglio, occupa tutte le mie energie che vanno nel cercare di non ricaderci, di non barcollare da questo alto piedistallo. Soprattutto quando affronto una giornata particolarmente brutta, ci provo così tanto a non ricaderci, che a volte l'unica cosa che voglio fare è chiudermi in camera mia e darmi alla tentazione, mettendo fine a tutta la pressione che mi sento addosso.

Cercare di guarire e allontanarsi da ciò che fa male, dal punto di vista psicologico mi affatica incredibilmente, specialmente dopo essermici appoggiata per così tanto tempo. Ogni cosa che vedo mi ricorda di come io possa ricaderci nonostante stia cercando di guarire, di come tutto lo sforzo che io ci stia mettendo possa svanire in un secondo. Ad esempio la data dei giorni, al posto di numeri che regolano il calendario, è come se io vedessi un conto alla rovescia che aspetti solo di ripartire, con grande desiderio, per segnarsi il giorno della mia ricaduta.

Mi sono dubitata molto prima di cedere, ma ero così intorpidita dalle mie emozioni tanto dal credere di meritare quel dolore, di doverlo accettare, di non aver altra scelta. Quando l'ho fatto mi sono sentita viva, un sentimento del quale sono rimasta priva per così tanto, che mi ha spinto a voler di più, così ho continuato.

Tutto il mio impegno, è svanito, ma quando l'ho fatto, mi sono tolta un peso di dosso, in un certo senso, mi sono finalmente liberata dalle preoccupazioni e aspettative che avevo per me stessa, come se mi fossi data il via libera per arrendermi e consegnarmi completamente a ciò da cui non volevo più tornare.

È arrivato il giorno seguente e non sentirò più tutta quella pressione, ma l'orgoglio che portavo con me si è trasformato in puro strazio d'animo e corpo.









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