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Il Minchiatauro e i tre dell'Ave Maria
Porta il nome di Tersite a buon diritto può essere considerato il primo brutto della letteratura occidentale, sbarcato per sbaglio nel nostro mare, insieme al suo squallido equipaggio, da qui prende il nome di Minchiatauro, noto per le cosiddette “rampogne del triste, senza motivo, erano l’effetto di impulsività perversa, egli rivolse ad Atride e non solo, ingiurie atrocissime”.
Nella sua persona si concentra tutto ciò che fa di un uomo un autentico anti-eroe, brutto, zoppo, gobbo, il suo naso prominente privo di fiuto, il cranio puntuto e i capelli radi, oltre che petulante, pieno di livore, instancabile maldicente, pusillanime e codardo.
Tersite è il grido fuori dal coro, è il germe della ribellione che si erge contro il pensiero dominante in un mondo in cui la kalokagathìa è prerogativa esclusiva di una classe, è la verità inaccettabile perché svelata da chi socialmente non è neppure degno di essere ascoltato.
Non avrebbe potuto essere altrimenti, non potrebbe essere altrimenti, oggi come allora.
Finisce bastonato Tersite, sotto i colpi di Odisseo che tra l'ilarità dei compagni lo rimprovera per aver osato insultare il grande Agamennone, signore degli eserciti, per essersi permesso di offenderne l'onore, macchiandosi del reato di lesa maestà.
Eppure, forse, a volte varrebbe la pena di tendere l'orecchio per tentare di afferrare ciò che i paladini di tutti i miseri, i diseredati, i poveri disgraziati, gli sconfitti di ogni epoca hanno tentato e tentano ancora di urlare dal fondo dei baratri dove quasi sempre si preferisce farli finire.
(Iliade, II, vv. 211-269)