Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
L'anno che verrà
Quando il Natale si avvicina cerco un appiglio per sentirmi meno solo. Penso al passato perché il futuro è un disertore e l'oggi è fatto di nebbie traslucide.
M'immagino bambino con le mie macchinine colorate e la speranza che un giorno i miei genitori riuscissero a non litigare più. Spesso volavano parole grosse ad alta voce, era un triste spettacolo. Poi tornava il sereno carico di tensione. L'atmosfera delle feste veniva guastata dalle solite discussioni per futili motivi. Forse non dovrei pensare al passato: niente appigli.
Allora il futuro, questo essere senza volto, muto, in attesa che qualcuno lo evochi. Cosa potrebbe andare storto? In fondo, chi se ne frega delle profezie di Nostradamus? Andrà tutto bene anche con l'intelligenza artificiale e le nuove città con le cupole di vetro. Si è visto col coronavirus: è andato tutto bene.
Imparerò a essere più propositivo, meno pessimista, l'ispirazione mi condurrà in luoghi ameni, amerò uomini e donne, mi rigenererò.
Mi avvio verso il 2026, l'anno delle cose belle, nel quale nascerà un nuovo Gandhi, l'anno delle rinascite, quello in cui le persone capiranno l'inutilità di farsi la guerra, si tornerà a giocare a frisbee e nessuno crederà alle promesse degli imbonitori, la civiltà saprà gestire i capricci delle nuove intelligenze, si tornerà a meditare sul senso dell'essere, sui suoi passi in avanti e tutti i drogati avranno modo di uscire dal tunnel, i poeti torneranno a sorridere.