Alla fenice

scritto da Darcof
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Nel silenzio post-tempesta, una fenice di nuvole si fa visione e varco. La poesia esplora il mistero dell’infinito, dell’ignoto che non risponde, ma trasforma. L’io osserva, poi si fonde: diventa volo, diventa eterno, senza più confini.
- Nota dell'autore Darcof

Testo: Alla fenice
di Darcof

S’ergea nel ciel, figlia nata dal grembo

Cinereo della nube tempestosa.

La contemplai, tremante, in su la soglia,

Ché parìa messia, eppur sì tacita.

«Ch’è tua meta, o fenice sì pura in ciel?

Ché tua meta, o spirto ch’al Nulla sfai?»

Tacque. E n’sua fuga di responso muto,

Capii ch’ella era il varco, e non la fine.

Mirai l’suo ignoto, ma non vi fu pace...

Sol silenzio, che v’abitava l’cielo.

Là mi distolsi, e nell’ignara forma

Sentii ch’io stesso andava dissolvendo.

Così, finsi il suo confine e ragione,

E il piacere immenso agli astri fecesi

Respiro e sangue, e mi ritrovai n’volo:

Ch’ella era infinito, ed io lo divenni.

Alla fenice testo di Darcof
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