“L’indefinito nel finto definito”

scritto da Filoser_97
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Estratto filosofico intimo
- Nota dell'autore Filoser_97

Testo: “L’indefinito nel finto definito”
di Filoser_97

Qualche anno fa scattai questa foto a me stesso.

Fu lo scatto più intimo della mia vita.

Ricordo ancora il motivo “logistico” che si celava dietro:

pensavo alle forme,

alle linee,

a ciò che costituisce la nostra dimensione spaziale —

dentro e fuori.

Dentro di noi,

fuori di noi,

e ancora più fuori,

oltre il pianeta stesso.

L’uomo ha sempre voluto ontologizzare i fenomeni,

strutturarli,

riempirli di futilità sociali.

A mio parere,

la risposta a tutto questo è una sola:

perché tutto abbia un “senso” disperato.

Ma in quella foto,

nulla ha senso.

Eppure tutto appare… tremendamente contemporaneo.

Tremendamente ordinario.

In un certo senso.

E proprio per questo,

amo pensare che nulla lo abbia davvero.

?

L’ambizione.

I soldi.

I vestiti.

Le auto.

I concetti costruiti per ammutolirci.

I passi premeditati.

Tutto questo…

ci rende davvero ciò che pensiamo di essere?

O siamo solo forme e linee astratte,

che nel loro insieme

compongono l’insensatezza?

Un’insensatezza utile.

Quella che permette all’uomo che la coglie

di sopravvivere più a lungo…

e forse anche oltre

il grande passo.

?

Io sono tutto

e nulla.

Sono coperto

ma nudo,

nella mia implicita esistenza.

Sento la consistenza della vita

solo quando il corpo sforza,

quando l’emozione si fa fisica,

quando allevia la nostalgia

della presenza cognitiva

esistenziale.

?

Un tempo non molto lontano

facevo parte delle geometrie sensate,

delle linee disegnate in modo lineare.

Oggi sono una sfumatura.

Una scia di fumo

lasciata dal passante

che ha quasi esaurito

il suo ultimo tiro di sigaretta.

Oppure —

mi piace pensare

di essere quel pensiero non ancora ragionato

di me stesso,

qualche anno fa.

Quel me

che non riusciva a dare forme

e linee

a ciò che pensava.

Era bello.

Perché mi incuriosiva.

Mi incuriosiva il modo in cui

avrei potuto articolare

l’insensatezza della mia figura

esterna e interna.

Oggi

riesco in questo.

Ma mi piace pensare

di essere ancora

quello che non ero prima.

Perché era bello

produrre astrazione.

E sentirsi l’indefinito

nel finto definito.

“L’indefinito nel finto definito” testo di Filoser_97
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