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Era una bambola di pezza.
Era una bambola di pezza nella vetrina di un bellissimo negozio di giocattoli.
Ormai i bambini vogliono le macchinine radiocomandate o i bambolotti che piangono quando vogliono il biberon, a nessuno importa più delle bambole di pezza, non sono abbastanza attraenti, non sono abbastanza manipolabili, stanno lì, puoi giocarci al massimo fingendo di farle parlare, mettendogli in bocca le parole che più gradisci, oppure puoi svestirle per cambiare il vestitino e metterle la gonna più corta, invece dei pantaloni, che le sta meglio, no?
Puoi stringere la stoffa, schiacciarla, tirarla, puoi addirittura disegnarci sopra a pennarello ciò che credi e segnarle la pelle per sempre.
Comunque quando il primo bimbo comprò quella bambola di pezza, in un bellissimo negozio di giocattoli, lei era emozionatissima, dopo anni a prender polvere, su un ripiano nascosto, non poteva credere che finalmente qualcuno la volesse, quindi quando le ha tolto i vestiti, a lei non importava perché la faceva sentire voluta e quando le ha sporcato la pelle col pennarello nero, si è detta che forse in questo modo, gli sarebbe piaciuta di più, voleva piacergli, voleva piacergli incredibilmente: succede quando non piaci a nessuno, la prima scintilla di luce pare una fiamma solare.
Ma poi, il bambino ha ricevuto una macchinina telecomandata e si è stancato di lei, dandola alle fauci del cane come gioco da distruggere.
Sporca di terra e di bava, si ripeteva che se lui non è riuscito ad amarla, era colpa sua, giorni dopo è stata ceduta ad un mercatino dell’usato e non faceva che ripetersi che non avrebbe commesso lo stesso errore, sarebbe stata migliore di qualsiasi macchina radiocomandata potessero vendere nel mondo intero, per cui si presentò al prossimo bambino già senza vestiti pensando di potergli piacere di più, e in effetti è stato amore, i due giocavano per ore.
Un giorno il bambino ha invitato un suo amico a casa e gli ha fatto vedere il suo nuovo giocattolo, “per gioco” la toccava tra le gambe e i due ridevano, lei provava a far finta che la cosa non la facesse stare male, ma loro continuavano, dicevano: “tanto era già nuda”. Le toccavano il petto, le toccavano le gambe, ridevano, “NO”, ha provato ad urlare, ma non è stata sentita, aveva le labbra cucite da un filo di colore rosso, “no,no,no” continuava. niente. In quel momento, la madre del bambino li interruppe per portargli un nuovo regalo, un bambolotto che piange, lui quantomeno aveva una voce, lei no, ma quando incuriositi dalla novità, l’hanno lasciata cadere a terra concentrandosi su altro, lei ha tirato un sospiro di sollievo ed ha pensato che se i suoi occhi non fossero stati bottoni, avrebbe pianto.
Ma tanto nessuno l’avrebbe sentita.
Comunque alla fine l’amico del bambino chiese se potesse prenderla lui la bambola di pezza, siccome ormai aveva ben di meglio con cui giocare e non se ne sarebbe fatto nulla.
La bambola sperava che egli ribattesse, che lottasse per lei, ma poche ore dopo era in un’altra casa, tra le mani appiccicaticce di un altro padrone.
Glielo dissero che gli oggetti si posseggono non si amano, ma lei pensava non la riguardasse, si diceva: “ma io posso pensare, io posso gioire, io posso soffrire, non sono mica un oggetto”, solo in quel momento capì quanto sbagliasse, il bambino non era molto gentile nei suoi confronti, le tirava le braccia, cercava di strapparne i bottoni, le girava la testa su se stessa 3 volte a destra e 3 volte a sinistra, povera bambola di pezza, un giorno tirando troppo forte una cucitura si ruppe, insomma era una bambola di pezza, succede.
Alche lei guardò bene per capire di che colore era la lana di cui le avevano detto fosse imbottita, era una bambola di pezza, certo, ma ormai non sapeva più se fosse un oggetto, se fosse un gioco per cani, se fosse spazzatura, doveva sapere quantomeno che colore celava.
Sperava fosse il giallo, perché sapeva essere il colore della speranza, o il bianco, della purezza, ma era solo una bambola di pezza sporca di terra e di pennarello, non poteva essere pura, il rosso forse? Il colore dell’amore? No, era solo una bambola di pezza e le avevano dimostrato che le bambole di pezza non vengono amate mai. Allora il verde! Come la fortuna! Anche se a pensarci bene, ormai è una bambola di pezza vecchia, non ha altro destino se non quello di diventare spazzatura.
Deve saperlo! non c’è tempo da perdere! Inclina il volto in avanti, si sporge oltre la stoffa e coi suoi grandi bottoni neri, inquadra il taglio sul suo braccio e non vede alcuna lana, né bianca, né gialla, né rossa, ne verde, invece scorge un rivolo di sangue scorrerle addosso e gocciolare a terra e così capisce, lei non è solo una bambola di pezza.