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Lara era una ragazza normale ma aveva un problema, era cleptomane, si adagiava sui prati e si pettinava i capelli col sole, si stendeva e faceva la doccia con la rugiada.
Lara gazza ladra si rendeva conto del suo andicapp ma non poteva farne a meno di rubare a sua insaputa, era un impulso che veniva da dentro, quasi un fatto istintivo.
Entrava in un negozio tutta di nero vestita, il becco scuro e un'aria curiosa e al momento opportuno carpiva, una t-shirt, un reggiseno, uno specchietto.
Li nascondeva sotto la camicetta di piume bianche, e usciva con aria indifferente, svolazzando con le sue aliscarpe strisciate di blu.
Quel giorno, Luigi il magazziniere di una profumeria, la vide nascondere il rossetto nel reggiseno, notò anche la sua grazia la sua bellezza, sembrava un uccello sceso da un cielo plumbeo capitato per caso in quel negozio terreno.
Si avvicinò e le chiese il nome- "mi chiamo Lara e sono orfana di padre, un cacciatore lo ha ucciso credendolo un ra-gazzo ladro".
- Ti ho visto nascondere il rossetto lo sai - "mi dispiace ma soffro di cleptomania, devi sapere che tanta gente famosa ha questo disturbo psicologico, Farrah Fawcett, Britney Spears, è più forte di noi a volte non riusciamo a controllarci.
- Va bene Lara, ma tu sei più bella della Spears, io mi chiamo Luigi, per questa volta ci passo sopra, ma devi darmi il tuo numero di telefono perché mi piaci, e tanto.
Luigi era carino, Lara lo immaginava vestito di piume, per poi spennarlo poco alla volta fino a vedere il suo uccello rosa, e il ciuffo rosso.
Gli diede il numero, lo baciò con la sua bocca becco sul viso e s'involò verso l'uscita, saltellando con le sue scarpe zampette nere.
Saltava di ramo in ramo poi si posava sul prato, giocava con i passeri, i piccioni. Arrivò a casa, via dei Nidi numero 15, era stanca, salutò la madre, era quasi l'ora di pranzo. Il mangime era pronto- vermi-celli con sugo, per secondo lombrichi arrosto con contorno di mele cotte.
Era figlia unica Lara, la madre le voleva un bene volatile, un amore palpabile.
La sua stanza era piena di monili luccicanti, specchi di tutte le grandezze, anelli, e bracciali di bigiotteria.
La sera ebbe la telefonata di Luigi, nacque subito una forte amicizia, poi affetto.
Luigi era dolce e comprensivo, incominciarono a frequentarsi. Una sera s'incontrarono per andare alla pizzeria delle Capinere, frequentato prevalentemente da pappagalli, cornacchie, colombacci e cinciallegre. Si sedettero su un ramo, mangiavano e tanti bacetti, tanti versi e squittii.
Nacque un amore cleptomane, lei gli rubò il cuore, a volte anche il portafoglio, poi glie lo restituiva scusandosi.
L'estate era vicina, fino ad allora solo baci e pomiciate, quella sera fecero l'amore per la prima volta sulla spiaggia.
La luna era piena, i gabbiani e i granchi guardavano curiosi i due ragazzi amarsi.
A un certo punto Luigi su sbottonò i pantaloncini ed eccolo uscire dalla gabbia "l'uccello del Paradiso". Quando La ragazza ladra lo vide se ne invaghì subito fino a rubarglielo.
Aveva trovato il suo amore ideale, un uccello vivo canterino, lo accarezzò, lo baciò becco a becco e s'involarono verso la luna tenendosi per le ali.
E Luigi rimase lì dà solo in compagnia dei gabbiani, i granchi, il mare e la spiaggia, nudo senza più pene, faceva pena.
E guardava ancora una scia, erano Lara e il suo uccello del Paradiso volati via.