Contenuti per adulti
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Ecco. Odo l’estremo suono tedioso.
Apro. Sguardo al buio, con corpo e mente.
Spengo. Or’ silenzio. Sto senza riposo.
Penso: Un nuovo giorno buttato al niente.
Miro. Fuori foglie, e tempo ventoso.
M’alzo. Prima v’era caldo; ora è assente.
Bevo. Un amaro caffè zuccheroso.
Vesto. Caldo, per il gelo presente.
Esco. Direzione l’Inferno ansioso.
Sento: Il gelido tocco dell’ambiente.
Sento: Le grida del vento furioso.
Sento: Il volto assonnato della gente.
Vado, come un animale costretto.
Fermo. Rifletto, e ripenso, e ripeto.
Volto. La casa, mi serve il suo letto.
Volto. Novello, m’incammino inquieto.
Cerco. Aiuto, in silenzio più assoluto.
Voglio. Urlare sino al divenir sordo.
Cerco. L’estrema fortuna che ho avuto.
Dunque, inquieto, ripenso al Tuo ricordo.
Ecco, ch’io ritrovommi a vele piene
Per mare, immerso in un’onda di pace,
Come Ulisse accorto con le sirene.
E com’ei subiva, stretto e incapace
Al legno, suoni e parole serene,
Al Tuo ricordo, l’animo mio tace,
Perché elide ogni singola paura.
Ogne timore ed angoscia più oscura.
E ti ringrazio per codesta cura.
O mia celeste e divina creatura.
Ecco. Giunto alla Porta dell’Inferno.
Novo. Mi soffoca l’impegno odierno.
Ore. Del più angosciante Limbo etterno.
Vedo. Persone uguali, come cloni.
Odo. Pensieri uguali; che doppioni!
Soffro. Mi nascondo in passate visioni.
Spetto. La conclusione di quest’ore.
Spero. Nel vespro privo di rumore.
Bramo. Il letto di morte con ardore.
Penso: Farei col Diavolo un accordo,
Credo: Vorrei morire; e omai demordo.
Dunque, in Ansia, fuggo nel Tuo ricordo.
Così, mi ritrovo al tuo compleanno,
E rivedo i nostri gioiosi amici
E il me seduto senza alcun affanno.
Ecco, ti stacchi, ti avvicini e dici,
Con viso sereno, privo d’inganno:
Non vieni a giocare tra i visi felici?
E per rispondere mirai il Tuo volto,
E a quella richiesta non diedi ascolto,
Perché un’onda serena m’avea avvolto,
Mentre tu osservavi il mio viso sciolto.
Sera. Sono rincasato nel nido.
Poso. Ciascun infernale strumento.
Mangio. Anzi. Non mangiare decido.
Cambio. Il mio spinoso e duro indumento.
Penso: Perché continuo e non m’uccido?
Dunque, mi do la risposta e rammento;
Perché: Quando penso a Te io sorrido.
Perché: Dai quiete al presente momento.
Quindi, su labbra parole Tue incido:
Grazie: Per quel Tuo sorriso contento.
Grazie: Per questo ricordo nitido.
Grazie: Per dar Vita al mio cuore spento.
Dormo, e rivedo il Tuo riso celeste.
Sogno, e novo fiuto le auliche more.
Sogno, e novo odo parole oneste.
Dormo, e risento il mio perduto amore.
Così, inondato in un vuoto di niente,
Perdo: il Tuo profumo e canto, e il riposo.
Perdo. Il viso divino ch’aveo in mente.
Ecco. Odo l’estremo suono tedioso.