La storia di Robinia : Incantesimo.

Salutati i coniglietti, Robinia, Gufo e Notte si rimisero in cammino seguita dall’Oca della Tempesta.
Lungo la strada la ragazza ripensò alla brutta avventura vissuta solo poche ore prima. Gufo gli aveva raccontato che era scomparsa dall’interno del palloncino.
Scomparsa? Ma come c’era riuscita? Si ricordava che era prigioniera . Rivide la bocca del folletto piena di denti aguzzi. Rivisse nuovamente l'incontrollabile paura di essere sbranata. Quell’insieme di emozioni gli schiarì i ricordi.
Era ritornata bambina. Con le sue amiche stava giocando sotto il noce a ‘Oggi vorrei..’. In quel momento drammatico, rinchiusa in quella prigione di gomma, desiderando di ritornare in quel tempo di spensieratezza e di giochi aveva sussurrato ‘ Oggi vorrei essere invisibile per sfuggire da questo incubo ’. Poco dopo il folletto la fissava incredulo. Eccolo il momento in cui aveva formulato il suo primo incantesimo. Cominciò a ballare, saltare e gridò a pieni polmoni : – Evviva gioia e gaudio. Io ho trovato la mia magia!-. Si fermò di botto. – Oca stammi vicino, forse ho trovato il modo di raggiungere istantaneamente la nostra meta. Gufo, Notte, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me. Ora inizia la parte di viaggio che devo affrontare da sola. Non so fino a che punto la mia magia sia efficace. Non vorrei mettervi in pericolo ora che dopo tanto tempo vi siete ritrovati.- Detto ciò, Robinia, tenendo tra le braccia l’oca pronunciò questa frase: – Oggi vorrei essere nella casa del Fotografo-. I due gufi videro la strega e l’Oca scomparire in una nuvola azzurra .
Robinia e l’Oca della Tempesta si materializzarono su un tavolo che cedette sotto il loro peso. Un uomo di mezza età, avvolto in una vestaglia rattoppata. Con lunghi capelli bianchi, legati con un cordino giallo che incorniciavano un volto bruciato dal sole sul quale spiccavano due occhi verdissimi, fissò imbambolato l'arrivo del oca e della ragazza.
Robinia rialzatasi lo vide e disse – Noi stiamo cercando un fotografo-. Le pareti della stanza erano completamente tappezzate da foto che ritraevano la luna. – Oca guarda quante foto, questa deve essere la casa del fotografo-. Rivoltosi verso l’uomo chiese – Sei tu il Fotografo? -. L’uomo, dimenticandosi del modo in cui la ragazza e l’oca erano piombate nella sua casa, cominciò a raccontare alle visitatrici le varie difficoltà tecniche e fisiche che aveva affrontato per dare un anima a ogni singolo scatto.
– Quando ho cominciato a fotografarla non avrei mai pensato di diventare un grande artista. Almeno è ciò che dicono di me le persone quando si perdono nei miei scatti. Pure voi siete venute qui attratte dalla mia fama?-
– Veramente io e l’oca siamo giunte fino a qui per incontrare Pandio. Un amico mi ha detto che a Galline Sgargianti viveva un fotografo che lo conosceva.- – Pandio!- Il Fotografo rovistò tra un mucchio di pacchetti e ne tirò fuori una scatola, l’aprì e prese una foto. – Ecco questa è la prima foto che gli ho scattato. Non riesco a descrivervi il grande stupore che ho provato…- Robinia stufa d’ascoltare tutte quelle inutili parole gli strappò di mano la foto e la guardò con molta attenzione. L’oca allungò il collo e l’imitò. – Come conoscete Pandio?- Chiese il Fotografo. – L’ho visto in sogno. Sembra che sia l’unico che mi possa aiutare a dare un significato a un mistero che nasconde la verità sul mio passato.- – Sogni. Pandio è sicuramente la persona giusta. Sei fortunata. Tra pochi giorni sorgerà la super Luna e io so dove potremo trovarlo.