I figli di Abramo

scritto da Carlo della Marisa
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 5 mesi fa • Revisionato 5 mesi fa
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Autore del testo Carlo della Marisa

Testo: I figli di Abramo
di Carlo della Marisa

La guerra atomica era imminente. I vecchi strateghi di geopolitica con i loro  avvoltoi nei Parlamenti aizzavano le carni.

Le ingiustizie e le intimidazioni da entrambe le parti si erano succedute negli ultimi anni con sempre maggiore frequenza, superando ogni buon senso. 

Nessuno era più in grado di fermare i due Principi nella lotta per la supremazia sui territori di confine.

Dicevano ai loro popoli di essere minacciati e in grave pericolo. Reagivano ad ogni ferita in modo spropositato, con odio feroce. Finchè una notte vennero seviziati, mutilati, massacrati e rapiti bambini, giovani donne e anziani inermi. La reazione della parte opposta fu terribile.      Mutilò, uccise, affamò bambini, giovani donne,  anziani inermi. Intere famiglie finirono sotto le macerie. 

I figli di Abramo assistevano sgomenti a queste atrocità, pativano nel cuore il dolore di tutti gli innocenti. I figli del mondo tifavano, si schieravano dall'una o dall'altra parte.

La minaccia della guerra nucleare era stata paventata da un ministro del Principe Yussuf, liquidata subito dai giornali come un’esternazione di un rappresentante di una esigua minoranza di governo, ma per il Principe Ayub e i suoi consiglieri quelle parole del nemico indicavano solo una cosa: era necessario agire immediatamente.

Il primo caccia G 704, inafferrabile da qualsiasi contraerea avrebbe sganciato la bomba sui territori del Principe Yussuf alle 8.15 del mattino seguente. Alle 11.02 il secondo caccia avrebbe fatto il resto.

Alle 12.30 il Principe Ayub sarebbe intervenuto a reti unificate raccomandando ai sudditi di indossare le maschere in dotazione perché le radiazioni sarebbero state trasportate dal vento anche nei loro territori… e per proteggersi dalla puzza dei cadaveri dei nemici. Avrebbe rassicurato il popolo sulle scorte di cibo in scatola e acqua in bottiglia, sufficienti per diversi anni. E finalmente avrebbero vissuto in pace!

Batai, il ministro della difesa del Principe Ayub non riusciva a prendere sonno dopo che sua moglie Ariela si era alzata per andare in cucina a bere. Alle cinque Batai doveva presentarsi al comando per gli ultimi dettagli e mancavano solo due ore. Non valeva la pena riaddormentarsi.

Accarezzò la morbida gamba di Ariela e prese a vestirsi. Si preparò un caffè. Si infilo l’uniforme.

Prima di uscire sbirciò nella cameretta dei bambini. Dormivano tranquilli.

Giunse alle 4.30 nell’Hangar Blindato. 

-Meno male che sei in anticipo Batai, gli disse il principe Ayub. -È appena arrivata la Negoziatrice. Sarà presente all'incontro il comandante in capo del Principe Yussuf. Ti stanno aspettando all’Hotel Royal. 
Batai non capiva. Si doveva a quel punto colpire, non parlamentare.
Il principe Ayub sospirò: - Il nostro piano è stato scoperto. Anche il principe Yussuf è pronto ad attaccare! 

Batai alle 4.55 fu accompagnato nella stanza dei convegni dell’albergo.

 Hassan il comandante in capo del Principe Yussuf assomigliava al nipote di Batai. Il naso aquilino, le sopracciglia unite sopra gli occhi lucidi.

Batai a disagio mise la sua mano asciutta tra quelle mani aride.

Entrò la Negoziatrice.                                                                            

Invitò i due comandanti a sedersi nella poltrona di fronte a lei.
Aprì un libro, cercò il punto segnato e incominciò a leggere. 

…Lot, il nipote di Abram, aveva greggi e armenti e tende. Il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di Lot… Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Separati da me. Se tu vai a sinistra io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra… Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro. Abram si stabilì nel paese di Canaan… Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era separato da lui: «Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre…

La Negoziatrice chiuse il libro.                                                                                                                                           -Sapete chi sono Abramo e suo nipote Lot? 

-No, non li conosco, non li ho mai incontrati rispose Hassan.  Batai accennò di no con la testa.

-Un giorno se avrete tempo  date un’occhiata a questo libro.   E' la storia del primo uomo che non ha voluto insanguinare la terra per avere la terra. Nel mondo sono tanti i suoi discendenti. Guardano ai telegiornali  il resoconto delle vostre orribili gesta e vi supplicano di smettere,  in ginocchio, piangendo.

I figli di Abramo testo di Carlo della Marisa
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