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La questione femminile, emersa a inizio anni '70 in "Psiconalisi e femminismo" di Juliet Mitchell, "Le donne e la pazzia" di Phyllis Chesler, successivamente nella psicoterapia radicale, nelle opere di diverse altre autrici (recente Michela Murgia con "Dare la vita") oltre che ricorrentemente in manifestazioni pubbliche, campagne di sensibilizzazione e proteste ("Il corpo è mio e mi appartiene") è tuttora rilevante.
Una tematica di mio interesse è di recente tornata alla ribalta con la decisione da parte della Consulta di accogliere da parte di una coppia omogenitoriale una richiesta di riconoscimento di un figlio in un contesto che, almeno a priori, esclude la figura del padre.
La specifica tematica donna - maternità include la sfera del diritto alla autodeterminazione procreativa quale tutela della vita privata nonostante le possibili discriminazioni in base allo stato civile. In passato a seguito di gravidanze non previste o semplicemente in mancanza di una figura paterna, alla donna single veniva prospettata l'unica soluzione di convenire alla sottrazione del nascituro (con eventuale concomitante percorso psichiatrico ).
La famiglia tradizionale si è fatta via via meno presente nelle indagini con riferimento agli accessi ai servizi sociali e agevolazioni, al mondo del lavoro. Viene pertanto rilevato un aumento del numero di nuclei familari unigenitoriali (eventuali compagni non conviventi o padri biologici di figli nati in relazioni precedenti etc.), prevalentemente mamme single che si accollano le dovute responsabilità.
La famiglia monogenitoriale viene considerata entità giuridicamente rilevante.
Sono frequenti i casi di procreazione medicalmente assistita eterologa (per reale o presunta difficoltà a procreare), non necessariamente con interventi eseguiti all'estero (a mio parere nemmeno a carico del Servizio Sanitario Nazionale), ovvero di fatto se ne è senz'altro abusato considerando la consuetudine di praticare donazioni di gameti in età parecchio giovanile per poi ricorrere alle riserve di embrioni giacenti resi disponibili.
Non da ignorare il fattore temporale (collegato alla fertilità). Fattibile la crioconservazione per uso futuro di gameti e cellule a scopo riproduttivo (vitrificazione) anche per motivi non medici.
Una variabile non indifferente potrebbe essere inoltre rappresentata dalle risorse economiche delle aspiranti madri (accesso a tecniche di PMA all'estero).
Corte europea, diritti e ordinamenti. E' prevista la discrezionalità del legislatore, in numerosi paesi non è vietato alla donna single di accedere alle pratiche suddette.
La situazione della coppia omogenitoriale (madre biologica + madre intenzionale) che intende garantire al figlio concepito all'estero il diritto di essere riconosciuto da entrambe è assimilabile al caso ormai comune della donna che ha fatto ricorso ad una donazione (con compagno di cui non fa menzione, che non è esistente o è un donatore in senso stretto). Per una coppia di donne con orientamento sessuale "diverso" la procedura sarebbe analoga (ovviamente se non vi fosse discriminazione).
Nel caso di coppia omogenitoriale maschile la gestante, di solito non investita emotivamente in un rapporto di relazione, non può che essere madre surrogata che si offre, forse mossa da necessità economiche, per una gestazione di embrione da donatrice (secondo i criteri standard : giovane, sana, etc.)
ABC dei ruoli. Un "genitore intenzionale", pur non avendo contribuito biologicamente, intende instaurare un rapporto genitoriale attraverso l'adozione o la procreazione medicalmente assistita. Un genitore "committente" commissiona la gestazione e la nascita a una "madre surrogata".
N.B. A seguito di malintesi si sono verificati casi "ibridi" : la gestante a posteriori non avrebbe accettato la donazione (dopo tutto non richiesta) mentre la madre biologica non l'avrebbe consentita e non si sarebbe nemmeno potuto considerare committente!
La scelta legislativa di non consentire alla donna singola di accedere alla procreazione medicalmente assistita (PMA) limita l’autodeterminazione orientata alla genitorialità. Vengono prese in considerazione implicazioni bioetiche e incisivi riflessi sociali sui rapporti interpersonali e familiari.
D'altro canto non vi sarebbero ostacoli costituzionali a una eventuale estensione, da parte del legislatore (criterio di discrezionalità), dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale. Comparazione con l'idoneità ad adottare.