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Mi trovo nell’ombra di me stessa, tra ciò che sono stata e ciò che non potrò mai essere. Un pensiero sfiora la superficie, come una piuma su un mare calmo: sottile, sfuggente. La luce si insinua appena, filtrando attraverso le fessure di questa mia esistenza, tenue e fragile.
Non credo più alle certezze, ma non rifiuto né cerco risposte. Le domande sono come spirali che si avvolgono su sé stesse, desiderose di afferrarmi nel nucleo più profondo del mio essere. È in questa tensione che appare una scintilla, un barlume di qualcosa di oltre, di più.
In un attimo sospeso, tutto si dissolve: le maschere, le parole, le pietre accumulate lungo il cammino. Rimango nuda. In quel vuoto, anche il silenzio si fa voce, un sussurro che riconosco come mia stessa essenza.
Resto in questa quiete sospesa, consapevole che forse non avrò risposte definitive, solo la consapevolezza di questa stessa ricerca.
La luce, ora più forte, illumina i frammenti di un puzzle impossibile da completare, ma che in questa imperfezione racchiude il senso di tutto.
Eppure, è sufficiente.
