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Ieri ho immaginato di essere in cielo.
Non intendo morta, anzi.
Attorno a me era tutto azzurro e la luce, soffusa ma persistente,
mi invitava a chiudere gli occhi.
Tutto quello che c'era da vedere, lo avevo visto.
Eppure, le sensazioni persistono ancora sul mio corpo e nella mia mente:
il mio corpo era leggero, privato della pesantezza a cui è costretto ogni giorno
e, leggero, fluttuava senza nessuna restrizione: sospeso, parte integrante di un insieme a cui non era mai appartenuto, si lasciava trasportare dalle brezze leggere.
Il suono del cielo sovrastava qualunque pensiero
e la mia mente, svuotata, non aveva altro su cui concentrarsi, se non sulla consapevolezza che, nonostante il forte allontanamento dalla realtà, il mio corpo non sarebbe mai potuto diventare vento.
