Il Canone in re maggiore di Johann Pachelbel. Un pezzo famosissimo, chissà quante volte lo abbiamo sentito in qualche segreteria telefonica o in occasione di un matrimonio.
Tralascio le regole del contrappunto musicale a cui si ispira. Molto più semplicemente, il canone è una struttura composta da un’unica melodia che viene suonata da più voci ad intervalli e tempi diversi. (ricordate la filastrocca di “Fra Martino”?)
Questo canone, il più noto, è attribuito all'autore tedesco, è stato composto probabilmente tra il 1650 e il 1700, in pieno periodo barocco.
I tre violini si alternano nelle variazioni sostenuti per tutto il brano dalla linea di basso continuo suonata dal violoncello. Sono solo otto note che si rincorrono per tutto il brano, anticipandosi e sovrapponendosi per 28 volte.
Re-La-Si-Fa-Sol-Re-Sol-La
Questo pezzo ha gettato le basi per gran parte della musica moderna, solo per citare: Beatles, Aphrodite Child , Jovanotti e moltissimi altri.
Ascoltata nella versione orchestrata di Jean-François Paillard, non si potrà più fare a meno di risentirla, ancora, ancora e per sempre.
Come ha già detto qualcuno, questo brano è la metafora della vita.
E’ semplice eppur complesso, tre voci che si ripetono non simultaneamente, sempre accompagnate dal basso costante e continuo, così come gli eventi, gli accadimenti della nostra vita si succedono in forma alternata, sono diversi ma concatenati, susseguenti, se non ci fosse il primo violino a fare da guida non ci sarebbero gli altri violini che seguono e che, di volta in volta , mutano e trasformano ciò che c’era prima in qualcosa di diverso ma che rimane sempre coerente. Come il basso continuo, nella vita c’è sempre il punto fermo, la radice, la base, la legge (kanon in greco significa " regola") che non mutano e sostengono in modo deciso (musicalmente si dice “ostinato”) tutte le nostre azioni e le nostre scelte.
Su questo filo conduttore si può scrivere di tutto, come noi possiamo in ogni momento cambiare la nostra vita, procedere verso nuove strade, unendoci ad altre voci che con noi si confondono, si differenziano, e si rincorrono fino a fondersi per poi tornare all’unicità.
Questa musica semplice, travolgente e di gran respiro ci affascina, ci conduce in un mondo magico dove la melodia pian piano cresce, cambia, si ampia, si duplica e si triplica ma mai si disperde, tutto resta nella cornice della “regola”, risolvendosi in un’armonia infinita.
Tre violini e un violoncello testo di antos