La vendemmia

scritto da Emy Sun
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Testo: La vendemmia
di Emy Sun

Gli antichi greci capivano che era tempo di vendemmia osservando le stelle.

La raccolta dell’uva avveniva nel periodo in cui Sirio, la stella più luminosa della costellazione del Cane Maggiore, si trovava al meridiano e la costellazione di Orione era visibile a notte fonda.

A dare il segnale per la raccolta, era il sorgere della stella Arturo nel tempo che precedeva il levarsi del Sole, di primo mattino.

Considerare che la vendemmia avviene nei mesi di settembre e ottobre è parte del nostro bagaglio culturale.

Tuttavia oggi non ci si basa più sulle stelle o sulla nostra capacità osservativa, tattile e gustativa per comprendere il tempo utile per iniziarla.

In ragione dei forti interessi economici che stanno alla base della produzione di vino e dei cambiamenti climatici che influiscono sulla maturazione delle uve, il via libera alla vendemmia viene dato dalla misurazione del grado zuccherino e dell’acidità. 

Non volendo entrare nel merito di un mondo che non conosco bene, voglio però raccontarvi come avviene la vendemmia da noi.

L’intento è quello di ricordare il grande zelo con cui mio nonno Augusto soleva fare il vino; così abbiamo piantato pochi filari di uva di qualità diverse e non ci siamo nemmeno scordati di piantare l'uva fragola, per poter addolcire il nostro palato durante la raccolta a mano. 

Il ricordo del nonno, che con lo sguardo vivo osservava i grappoli d’uva raccolti, mentre mio padre e mio zio organizzavano la pigiatura sul torchio, è ancora impresso nella mia mente. Allora la diraspatrice non funzionava in maniera meccanica, ma era da girare a mano, come manuale era il torchio.

Il ticchettio ritmato di ogni nuova torchiata stringeva sempre più i grappoli e culminava in un fiotto di dolce mosto che gorgogliava cadendo nel secchio. La cosa si ripeteva fino a tarda notte, quando oramai da spremere non c’era più nulla.

Col bicchiere in mano, il nonno e gli altri lo assaggiavano e iniziavano a disquisire sulla futura bontà del vino.

Era una parodia divertente, intervallata da molte risate, e in cuor mio avevo già capito che il vino “casalingo” era destinato a non durare a lungo…ben presto perdeva il buon sapore e già in dicembre per casa si sentiva ripetere la frase “acidino ma buono”.

Buono di certo non per il sapore, ma per la fedeltà dei gesti ripetuti e del tempo trascorso insieme.

Oggi la raccolta della nostra poca uva è un intervallo felice che ci permette di staccare per un paio di giorni dalla raccolta delle mele.

Come per magia, nel mentre in cui raccolgo i grappoli maturi, tornano alla mente i ricordi di bambina, del nonno felice per il vino, di mio padre che amava recitare la poesia del Carducci, “San Martino”, delle frasi colorite che si scambiavano tra adulti quando accadeva un imprevisto.

Mio fratello Nicola, con la sua solita attenzione, ci spiega sempre che i grappoli devono essere belli, non rovinati, senza muffe nere. Raccoglie sorridendo, assaggiando ogni tanto un chicco d’uva.

Pur nella diversità del momento, colgo il meglio tra i ricordi e il presente, e mi ritrovo ad osservare mio padre e mio fratello far funzionare una diraspatrice che ora è diventata automatica, perché Nicola è capace di modificare qualunque cosa e farla funzionare a modo suo.

Gli acini vengono poi spremuti sul vecchio torchio che usavamo ancora quando c’era il nonno.

Poi tutto va nel tino, che non è più di legno, ma di plastica, e rimane lì a fermentare. 

C’è qualcosa di nuovo e di antico, che lascia la mia mente piena di stupore e ricordi: perché in famiglia facciamo un sacco di cose per la bellezza di farle, piccoli gesti che non sempre hanno un tornaconto economico, come riprovare a fare il vino, solo per noi.

È incantevole riprendere il passato e farlo rivivere nel presente, per dare più senso a questo esistere e non perderci nel tempo che passa così veloce.

Costruire ponti tra ciò che è stato e ciò che sarà, evidenziando la propria personale visione è, in questo senso, un atto di ricostruzione della memoria familiare che ci consente di dare la giusta importanza alle nostre radici.

Forse, come gli alberi non vivono senza radici, così è per gli uomini. Vitali per gli alberi, diventano indispensabili per l’equilibrio del cuore umano.

Così la completezza di un uomo dipende anche dall’intreccio armonico tra le sue origini e le sue realtà.

Emanuela Meneghelli,  1/9/2025

 

 

“Quando Orione e Sirio son giunti a mezzo
del cielo, e Arturo può esser visto da Aurora dalle dita di rosa,
o Perse, allora tutti i grappoli cogli e portali in casa.
Tienili al sole per dieci giorni e dieci notti;
per cinque conservali all'ombra, al sesto versa nei vasi
i doni di Dioniso giocondo. Poi, dopo che
le Pleiadi e le Iadi e il forte Orione
son tramontati, d'arare ricordati,
è il momento opportuno, e che l'anno sia propizio ai tuoi campi.”

(Esiodo)

La vendemmia testo di Emy Sun
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