Man che carezza, man che divelle

scritto da Iole
Scritto 2 anni fa • Pubblicato 2 anni fa • Revisionato 2 anni fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di Iole
Autore del testo Iole

Testo: Man che carezza, man che divelle
di Iole

Non t’aspettavo

M’hai colto tu tra i sussulti d’una sera pigra

Di quelle

Che indugiano e si dilatano

A rinnegare la luce, a ricacciarla

Sull’orlo sbiadito del tempo

-Che si piega ai voleri umani

Volevo si facesse giorno

Per non percepire la carne molle

Impreparata alla resistenza

Nella tenebra

L’occhi tuoi sibilavano

Di dolci lucori cui aggrapparsi, cui affidarsi

Dai quali farsi straziare o incantare

Vi fossero stati altri raggi

Non mi sarei addentrata

Negli occhi tuoi:

ostello, varchi vitrei

Accesso dannato pel tuo mondo

M’hai fatto subodorare auree e sentori

D’amor famelico che m’avrebbe ammantata

Ed or del gusto amaro ho sola coscienza

Come possono labbra disegnate

Piegarsi in menzognere curve?

N’erano che sinuoso cenno all’intrico che sei

Di parole e gestualità mai casuali

Sempre algidi, macchinosi calcoli promanano

dalle dita tue tamburellanti

Scruti la preda e la corteggi

Nel valzer nefasto

Ch’indurrà alla resa

Cola e strabocca miele dal tuo sguardo venefico

Ostacoli il corso del tempo

Lo impedisci ed alteri

Con occhi capaci di raccontare

Tu gioisci in mancanza del sole

Perch’io  cerchi in te la Luce,

la foce, la sorgente

Perché, sfumata l’aspettazione del dì

Io mi rifugi (o m’annienti)

nei ghirigori eterni, convulsi

d’una notte senza fine,

d’un tramonto senza novo albeggiare

Man che carezza, man che divelle testo di Iole
18

Suggeriti da Iole


Alcuni articoli dal suo scaffale
Vai allo scaffale di Iole