Il ballo di corte. ( 1812 ).
A quel ballo Natascia ci teneva molto. Erano settimane che provava vestiti, trucchi, acconciature, scarpe per prepararsi al meglio in quello che era il suo esordio nell’aristocrazia pietroburghese e quando giunse il giorno fatidico era lì trepidante, emozionata col cuore che batteva forte mentre saliva le scale del palazzo reale insieme alla cugina Sonia e sua madre.
Natascia aveva 18 anni ed era magra non particolarmente attraente eppure i cavalieri la guardavano ammirata chiedendosi da dove fosse sbucata quel fiore di primavera. Era incantevole proprio per quella timidezza, il timore di non sentirsi adeguata per quel ricevimento offerto dallo zar Alessandro. Si guardava intorno in quello maestoso, sfarzoso salone reale chiedendosi se qualcuno l’avrebbe invitata a ballare. C’erano bellissime dame e avvenenti cavalieri pronti alla danza e lei in un angolo guardava avvilita perché sembrava che tutti la ignorassero.
Il principe Andrea era lì a quell’evento e non sembrava che fosse particolarmente contento di esserci. Aveva dovuto partecipare perché non poteva sottrarsi all’invito in cui era riunito tutta l’aristocrazia della città. Avvertiva tutta la superficialità di un ambiente dove contava il decoro, il titolo nobiliare, le amicizie giuste, dove si pettegolava sui vizi, gli amori clandestini di chi presenziava. Ma davanti allo zar Alessandro erano tutti proni a riverire, a sgomitare per rendersi piacente al regnante.
Iniziarono le danze ma il principe Andrea era restio a invitare una delle dame, sembravano tutte uguale, conforme alla moda, imbellettate e disponibile, fu il suo amico, il conte Pierre a indicargli Natascia, figlia del conte Rostov. Una delle famiglie aristocratiche più prestigiose di Pietroburgo. Il principe Andrea si avvicinò senza grandi aspettative ma quando fu davanti a quella graziosa, timida fanciulla, avvertì un tuffo al cuore. Si distingueva da tutte le altre per la grazia, quegli occhi che lacrimavano dall’emozione per l’inatteso e insperato invito.
Quando iniziò la danza sembrava che nel magnifico salone ci fossero solo loro due e con quanta grazia lei si lasciava condurre da quell’affascinante cavaliere. Era inebriata, estasiata, sembrava di vivere una favola e sparirono le ansie, il timore di non essere adeguata a quel mondo. Il principe Andrea conduceva il ballo e aveva la sensazione che fra loro due ci fosse una simbiosi, una naturale armonia fra due esseri accomunati dalla stessa sensibilità. Lui con fare serio, composto esprimeva tutta la soddisfazione che provava e lei era grata, sorrideva timidamente ringraziandolo per averle dato la possibilità di ballare.
Quando la musica cessò il principe Andre l’accompagnò nell’angolo dove l’attendeva la cugina Sonia e la madre e prima di accomiatarsi le sussurrò “ le sarei grato se potessi rivederla.” Natascia ancora inebriata dal ballo con lo sguardo assentì.
Ai confini della Russia l’invincibile armata napoleonica stava per aggredire quella che considerava l’ultimo baluardo allo strapotere del suo esercito che dominava nel resto d’Europa e nonostante il carteggio, la diplomazia fra i due contendenti per evitare la guerra, ormai la decisione di invadere e conquistare la Russia era stata presa da Napoleone. Il rombo dei cannoni, lo scalpitio della cavalleria, le grida e gli spari dei fucili echeggiavano su tutto il fronte e l’esercito russo provò invano a difendere la propria sovranità. A quel ballo l’aristocrazia russa forse ignorava il pericolo e continuava a vivere come se nulla potesse accadere. Il principe Andrea era consapevole di non poter fare finta di niente e così nonostante l’amore che lo legavo a Natascia partì per il fronte e la Storia fece il suo corso. Morti feriti distruzione da entrambi i contendenti lacerarono le vite da migliaia di uomini e donne ma nessuno potè impedire quel massacro.
( racconto tratto da Guerra e Pace di Leone Tolstoi ).
Il ballo di corte. (1812 ) testo di Raffaele57