Esploro l’abisso.
Ci son disceso, ci son caduto o ci son sempre stato dentro?
Non lo so.
Ricordo solo di un grande sonno, e una densa luce che da esso mi ha destato.
Eppure, qua dentro, è tutto buio.
Vien voglia di riaddormentarsi, ritornare tra le braccia dei sogni, per poter stare nell’abisso senza vederne l’oscurità.
Eppure, una luce mi aveva svegliato…
Da dove veniva? Che cos’era?
Forse riaddormentandomi la rivedrò ancora, al prossimo risveglio, ma quanto dovrò aspettare?
E, poi, vedrei quella luce ma non ne conoscerei la fonte.
Se invece la incontrassi ora che son sveglio, scoprirei chi o cosa è stato.
È voglio rivedere il suo chiarore, voglio risentirne il calore;
voglio seguirne la strada, sperando che mi illumini la via d’uscita da questo abisso.
Tengo gli occhi aperti, ma nel buio li sento appesantirsi, vogliono ricondurmi al sonno…
Devo resistere!
Devo rivedere quella luce, so che c’è!
Eccola!
L’ho vista passare! Era lei!
Mi è sfuggita, i miei occhi abituati al buio han sofferto quella luce improvvisa, eppure, soffrendo han quasi gioito per l’esserne stati riscaldati ed illuminati.
La vedo, mi avvicino piano.
Riscalda il gelido abisso, eppure quasi brucia il toccarla;
illumina l’oscuro abisso, eppure quasi acceca guardarla direttamente.
Mi avvicino lentamente: do il tempo al corpo e agli occhi di abituarsi.
Si muove, forse devo seguirla.
Mi sta conducendo su un sentiero difficile, ma non vuole che inciampi, mi illumina gli ostacoli.
Cos’è quella? Vedo come l’uscita della grotta, riconosco entrarvi la stessa luce che mi ha guidato:
come se una parte di quella luce immensa che abita fuori dall’abisso, fosse discesa in esso per risvegliarmi e portarmi alla sua fonte, da cui è stata generata.
Sono fuori, vedo un sole immenso illuminare una verde distesa colma di vita.
Quella piccola luce è tornata al sole che l’ha generata, ma la sento ancora presente.
Sento qualcosa di nuovo in me, cosa mi succede?
Mi guardo le mani, le scorro lungo il corpo…
Sembra che quel sole, illuminandomi, abbia fatto entrare in me parte della sua luce:
quelle stesse sensazioni di chiarore e calore che vengon dal sole, all’esterno, ora le sento provenire anche internamente.
Come se, aprendo la bocca per lo stupore, avessi ingoiato quella piccola luce che prima mi aveva guidato, ed ora mi accompagna non da fuori ma da dentro di me.
E ora sento anche una voce.
Mi dice che tornerò in questo luogo, ma prima devo ritornare nell’abisso.
Ci sono altri uomini come me, ancora addormentati o appena svegli ma dispersi nel buio.
Adesso che custodisco in me questa luce, devo tornare a cercarli, ricondurli fuori, davanti a questo sole, e con loro nuovamente tornare a prendere tutti coloro che mancano.
Ci vorrà fatica e pazienza, ma alla fine potremo godere tutti insieme di questa splendida distesa.
Coraggio, non devo temere, ho con me la luce e, finché mi terrò stretto ad essa, non avrò da temere quest’oscurità: le tenebre sono dense, ma non vinceranno la luce.
Esploro l'abisso testo di MadMan