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pupilla contro pupilla
come croci che si specchiano,
l’occhio è chiesa marcia,
altare che divora.
mi sento carcassa
al cospetto di un dio
fatto di pelle liscia.
e fu
un istante sacrilego:
la bellezza come bestemmia,
la resa scolpita nelle ossa,
le labbra che ridono
mentre inchiodano il mio corpo
alla croce del loro sguardo.
se la soglia non va superata
allora sputatemi addosso,
strappatemi con denti di edera,
fatemi sanguinare estetica,
sporcate la mia pelle
come ostia spezzata.
no, non vi assolvo:
siete tossici.
da un estremismo all’altro
da un sesso all’altro
da un amico a un carnefice
vi muovete come demoni ebbri
di misurazioni e giudizi,
un sabba di occhi
che si nutrono del difetto.
l’estetica
è un’arma lubricata,
un coltello che gode
mentre lacera,
un veleno che si lecca,
una carezza che tortura.
e voi,
dannati in posa,
che vi costa
sfondare la soglia,
toccare il fango,
andare oltre?