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[…] e stare è difficile, seppur sembri essere la cosa più naturale al mondo.
Ma stare, che significa davvero?
Significa assaporare il mistero, il nostro, dell’altro e di tutto ciò che ci circonda.
Significa sostare nel dubbio, in quello che non è visibile, perché ha in sé in realtà qualcosa di infinito e inesauribile.
Significa accettare di non sapere tutto.
Capire che anche quello è vita, anzi per me ne è l’essenza.
Che vita sarebbe, se non ci fosse il mistero?
A me piace moltissimo.
Mi piace perché mi spinge a guardare il mondo con occhi nuovi, a non dare nulla per scontato. A non farmi stancare gli occhi. Li mantiene impregnati di possibilità.
Non vedo l’ora di stupirmi ancora, di ciò che non so o che pensavo di sapere. Vivendolo in modi sempre diversi, come diversa sono io ogni giorno, in ogni piccolo cambiamento che mi attraversa.
Voglio portarmi nel mondo con occhi pieni di meraviglia. Una meraviglia che non si arrende al conoscibile, che non si arresta al già visto. Una meraviglia che continua a cercare, a riscoprire, a vedere cose nuove proprio là dove sembrava non esserci più nulla da vedere.
Ed è così che vorrei essere anche io:
non semplicemente guardata ma scoperta ogni volta, vissuta come un luogo dove qualcosa può sempre accadere. Un essere umano mai “finito”.
Per questo il mistero, per me, è parte fondamentale del meravigliarsi.
È ciò che dona infinità. E finché riesco ad assaporarlo e dargli spazio- sono viva, tutto intorno a me lo è. Questo è ciò che non voglio mai perdere: la capacità di riscoperta, che è poi è l’amore.
Ed è così che mi amo.
Ed è così che amo.