Il mito della caverna
Nell’anfratto più scuro della mente
umana,
dove l’ombra regna e la luce è
lontana,
vivono uomini legati a catene,
che scambiano illusioni per verità
terrene.
Sulla roccia scorrono figure
ingannevoli,
riflessi di mondi e di sogni
instabili.
E loro, applaudono ciechi il teatro,
credendo che l’ombra, proiettata,
sia l’unica realtà, a loro data.
Ma uno si alza, spezza la catena,
cammina nel buio, inciampa nella
scena.
Sale, respira, si scotta gli occhi,
scopre il sole che, con la sua luce,
è verità che acceca,
Vede colori, forme, essenze,
non più ombre ma, vive presenze.
E torna indietro, col cuore che
ama,
per raccontare ciò che l’anima
reclama.
Ma gli altri ridono, lo chiamano il
folle,
preferiscono il buio alle nuove cose.
Meglio l’eco che il suono sincero,
meglio la prigione che il cielo
intero, ignoranza e ottusità,
sono i mali peggiori,
dell’umanità.
Così il mito vive, eterno e profondo,
in ogni mente, in ogni mondo.
Chi osa vedere, chi osa uscire,
scopre che vivere è anche
soffrire.
Ma è dal dolore che nasce il
pensiero,
è nella luce che il cuore è vero.
Non temere il cammino, né la salita,
la caverna è ombra...la verità è vita.
Il mito della caverna testo di MauroZani