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La Signorina Frasca era considerata da tutti una giovane un poco leggera. Nel proposito, ad esempio, pare che la Signora Trave, vero e proprio elemento di sostegno del locale ente assistenziale, l'avesse sorpresa una sera ad ondeggiare, con uno stormire quasi alludente, alle lievi carezze d'un venticello silvano, sin tanto che questi, sorpreso dal risuonare del grave passo della patronessa, se ne era dovuto fuggire rapidamente, a nascondersi nel fitto del bosco.
Anche la Signora Pertica, la più ricca fattoressa del paese, sull'argomento, aveva il suo aneddoto da raccontare: in un pomeriggio d'Estate (era pronta a giurarlo!), aveva proprio pizzicato sul fatto la Signorina Frasca, tutta intenta in un segreto abboccamento con un fringuello, il quale, modulando una furtiva melodia, le s'intrufolava insinuante fra le foglie.
Tanto per finire, dal canto suo, la Signora Saggina, persona molto pia che, nel tempo libero, accudiva alla pulizia delle scale parrocchiali, affermava di aver colto la Signorina Frasca, in una notte di tempesta, abbandonarsi all'abbraccio del galante Signor Olmo, fingendosi sospinta dalla furia degli elementi.
E, così, la Signorina Frasca, ahimè, non riusciva proprio più a trovarsi un marito. «Ormai, a causa della sua cattiva reputazione, non si sposerà più ! », soleva ripetere il vecchio mendicante Cespuglio al placido Signor Ruscello, il quale, di tanto in tanto, gli rigirava in elemosina qualcosa, di quanto egli si fosse ritrovato a poter racimolare, in qualche modo, nell'alveo suo corso un po' stagnante; ed anche l'anziano e timido Signor Castagno, da molti anni segretamente invaghito di lei, ormai assolutamente roso dal tarlo della gelosia, si era gravemente ammalato, consumandosi lentamente in un mucchietto di trucioli leggeri, che il vezzo delle aure dispettose aveva rapito via con sé, riponendolo in cielo, nei paraggi d'un orizzonte sempre più lontano.
Le stagioni si ricorrevano rapide per gli ombrosi corridoi del Tempo e la Signorina Frasca, forse anche per quel po' di desolazione cagionatale dal suo forzoso nubilato, si era lasciata alquanto andare, ingrossandosi alquanto nella propria figura, così che anche il suo vitino, un tempo celebre per l'invidiabile snellezza, si era ritrovato a progressivamente convertirsi in una ragguardevole circonferenza legnosa.
Con quel guizzo repentino e, forse, sinanco un poco capriccioso, proprio della natura femminile, dopo aver trascurato la cura del proprio aspetto per svariati lustri, la Signorina Frasca decise all'improvviso di affidarsi alle cure miracolose di una clinica estetica. Questo, bisogna pur dirlo, sulla scorta delle promesse portentose contenute in un volantino pubblicitario, recapitatole, per puro caso, da un vento, nemmeno ben conosciuto, capitato da quelle parti. Fu dunque così che, in un bel mattino di Primavera, profittando dei servigi di un taglialegna di passaggio, ella si fece condurre alla volta della rinomata segheria che sorgeva nella città vicina.
Lì giunta, si sottopose, con un coraggio veramente encomiabile, ad una serie fittissima di rimedi radicali, i quali, se, pure, non riuscirono a ridonarle esattamente quelle forme della sua giovinezza perduta, valsero, tuttavia, a farle riacquistare il vitino snello di un tempo, trasformandola in una lucida tavola levigata.
Al termine di quella cura estetica, la Signorina Frasca si rese ben conto di come quel suo nuovo aspetto cittadino mal si sarebbe potuto conciliare con gli scenari agresti di quel boschetto che aveva appena abbandonato; quindi, senza ancora nutrire alcuna precisa opinione intorno alle sue future scelte esistenziali, condotta, più che altro, da un mero capriccio del caso, si recò, dunque, alla vicina bottega di un ebanista, laddove, però, accadde il fattaccio che avrebbe determinato i suoi giorni a venire: senza nemmeno chiedere il suo previo parere, una mente certamente superiore fece sposare d'improvviso la Signorina Frasca ad un tassello di quercia (il Signor Piolo), che lei neppure aveva mai visto prima d'allora !
Di certo, quel matrimonio non si poteva propriamente definire come il coronamento d'un appassionato sogno d'amore, intessuto nelle trame impalpabili di una cocente passione, ma, d'altro canto, anche a distanza di tempo, l'unione fra i coniugi Piolo - Frasca può, a buon diritto, definirsi come un legame senza dubbio molto stabile, equilibrato e sicuramente destinato a durare negli anni.
Inoltre, forse per divagarsi un poco dalla sensazione, lievemente opprimente, che le comunicano la vicinanza, forse eccessiva, e l'appoggio, immancabilmente costante, che il marito non manca mai d'offrirle, la Signora Frasca in Piolo si è persino dedicata seriamente alla letteratura: lo constatavo proprio ieri, soffermando lo sguardo sui libri che ormai straboccano da quello scaffaletto, ereditato dai nonni, che viene a comporre il risultato materialmente più visibile del suo matrimonio.
Eh sì, amici miei cari, bisogna proprio ammetterlo: si tratta di un'unione davvero solida, fedele e (perché no?), in fondo, anche alquanto conveniente ...