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L'insana pianta con la scusa dell' aspetto:
Ops! Istrionico cor, di Medusa il sospetto;
Tisana santa, e 'l dì è perfetto;
Solo cal(d)o (non un pelo di difetto)!
Al cospetto d'un bel manto di vermiglio fogliame
Ch' ha sul petto il vanto, non prezzo in rame,
L'insetto del canto sul ciglio stradal sta, letame:
Per Diana, dianea (ora diarrea) per pezzo di pane
Bacchetta e banchetta sé stesso cedendole lame:
Un bisogno d'affetto trova le sue radici negli amici che sanno accettare!
Eppur, allorché ella se para e me mira, me spara:
Quantunque disio e speme, la fine è bara.
E 'l putrido catrame che repenta l'abitazione
Si mostra sol(d)o calo, aberrazione!
Eppur vergogna è 'l vero mar che mal s'ha costa
Nello frastagliato oceano che posa don in frattaglie di posta:
Capitana tra le alghe d'un timone che con timore si dà sosta,
Ella non dà corda, ma importo m'ancora, m'impasta e imposta!
"Ella è vita, al plurale invito divino;
Avvento: se al vento il pelo, attento al tino:
Lo sai, non puoi guardarla da vicino
Perché, suvvia, s'ha via il ciclamino!
Mangia la foglia su cui è scritto l'amorino,
Ed estirpa l'amical calice che rese salice un poro pino!"
M'hai lasciato, angelo, al gelo di slavina,
Al flor di fessa fossa, o al vaglio della pira!
Solo m'affogo, m'impianto, ardo e dormo:
Al rogo l'incanto è sarto del morto!